Andato in scena dal 12 al 14 gennaio, negli spazi del teatro CometaOff di Roma, una rivisitazione dell’Othello di Shakespeare. Il famoso Dramma Shakespeariano rielaborato dalla regia di Francesco Figliomeni, fa riemergere i tratti di una società arcaica e lontana dalla nostra ma che allo stesso tempo si rivela al pubblico, più attuale di quanto si possa immaginare.
Tutti conosciamo la trama del famoso dramma. Il generale Otello detto il “Moro” sposa la bella Desdemona figlia di Brabanzio, nel pieno corso della guerra contro l’Impero turco. Proprio per via di questa sanguinosa battaglia, decidono di spedire Otello a Cipro per ostacolare l’avanzamento della flotta nemica. L’acme del dramma si concentra in questi apparentemente semplici e logici passaggi: il Moro giunge a Cipro accompagnato dalla moglie e dai suoi fidati seguaci Iago e Cassio: Otello decide di promuovere Cassio luogotenente, nonostante il ruolo dovesse essere assegnato al più esperto Iago, il quale non tarderà a vendicarsi…
Iago, il fedele servitore del Moro e figura apparentemente insulsa, spicca all’interno della vicenda per la sua innata capacità di saper tessere le fila della trama con il solo aiuto della sua intelligenza e arguzia. Nel corso della storia, Iago, crea terreno fertile nella mente del suo padrone, per cercare di far germogliare al suo interno il seme della più pazza e scatenata gelosia. Iago agisce sia fisicamente che verbalmente, sia davanti che alle spalle di Otello; è presente ma allo stesso tempo è grazie all’assenza che riesce ad alimentare e a costruire la drammaturgia del famoso dramma. All’interno della rielaborazione della vicenda viene puntualizzato e prontamente evidenziato nei vari passaggi di scena, proprio questo personaggio, Iago, che con la sua sottile azione si muove silenzioso tra le trame più nascoste delle vite degli altri personaggi.
Michele Giovanni Cesari con il suo fare in parte sfacciato e strafottente ma anche tutto d’un pezzo, è perfetto nel ruolo del servitore acuto e infedele.
Per tutto il corso della rappresentazione del dramma, ascoltiamo una narrazione in lingua originale che oltretutto mima sapientemente un voluto e tipico accento inglese, che non risulta mai ridondante, anzi, piuttosto piacevole e davvero ben pronunciato, considerando le origini italiane dell’intera compagnia.
Tutta la storia riporta (eccetto alcune variazioni sul tema) le parole degli atti e delle scene che leggiamo sul testo “originale”. Ovviamente le sequenze riportate non appaiono totalmente identiche alla distribuzione riportata nel testo, poiché la scena necessita di una rappresentazione che rientri nell’arco di un’ora e mezza circa e che ha come scopo finale quello di arrivare a coinvolgere, senza annoiare, un pubblico fondamentalmente giovane. Tutti gli attori in scena risultano davvero coinvolgenti e in grado di affascinare il pubblico a 360 gradi.
La rielaborazione di un dramma simile dovrebbe, a rigor di logica, riportare una scenografia altrettanto pomposa e celebrativa, quando invece appare scarna alla vista ma non alla fantasia dello spettatore che invece viene inebriato dai colorati drappi, dai vestiti suontuosi e dai particolari fazzoletti ricamati. Ogni singolo particolare della scena è dipinto in ogni minimo dettaglio dalle frasi e azioni degli attori che si muovono abili nello spazio circostante.
Proprio come nel teatro elisabettiano assistiamo alla rappresentazione di almeno 3 personaggi (di cui due uomini: Brabanzio il padre di Desdemona e un gentiluomo di nome Roderigo) incarnati da un’unica attrice, la simpaticissima Valentina Bonci. La vediamo destreggiarsi in velocissimi cambi di scena e di personaggio che vengono agevolati da un geniale costume scenico che ha per base neutra dei semplici leggins coprenti neri e una camicia bianca, assolutamente versatili per la rappresentazione femminile della dama di compagnia di Desdemona (Emilia), ricoperta da una veste verde e un copri spalle, e per la rappresentazione dei personaggi maschili, in quanto i leggins funzionano da jolly: sia come calze al di sotto di una veste femminile che come pantaloni “calzamaglia” per i personaggi maschili. A parte il buffo susseguirsi di questi tre personaggi interpretati sempre dalla stessa Valentina Bonci, è altrettanto ammirevole la sua incredibile versatilità come attrice, la sua mimica e dizione strepitose.
Per quanto riguarda i personaggi principali Otello, Desdemona e Cassio, riescono a rendere autentica e spesso ingenua la rappresentazione dei loro personaggi. Effettivamente Otello è un personaggio piuttosto immaturo che tende ad abbandonarsi all’ira piuttosto che ad atteggiamenti pacifici. Pierfrancesco Scannavino interpreta Otello il Moro e lo vediamo inizialmente innamorato pazzo della sua dama e spesso ubriaco e festaiolo. Il passaggio dalla gioia al dubbio nei confronti di Desdemona è realizzato gradualmente, per far comprendere allo spettatore che intanto Iago fa insinuare dubbio e disperazione nella mente di Otello: inizialmente sconcertato e incredulo dinnanzi alle parole del suo servitore ma a lungo andare sempre più convinto delle sue false, ma ben velate, affermazioni. Desdemona e Cassio, nonostante la gelosia infondata di Otello e indotta da Iago, rappresentano una bellissima e pura amicizia che si conclude con la morte di Desdemona, Emilia, e il suicidio di Otello dopo aver ucciso la sua amata. Cassio è l’eroe inconsapevole e vittima delle vicende e della malalingua dell’invidioso servitore del Moro.
Mentre la scenografia e le scene si susseguono, spesso dalla regia viene inserita musica a noi contemporanea creando un effetto apparentemente scontato ma pur sempre ironico e capace di strappare un sorriso a tutti gli spettatori.
Lo spettacolo per intero, oltre ad arrivare dritto al pubblico più giovane, riesce a far trapelare le esigenze e i drammi più comuni dell’uomo che, a prescindere dall’epoca o dal contesto geografico, appaiono sempre gli stessi nel corso dei secoli. In sostanza, l’aspetto più catartico dell’intera rappresentazione non può non prescindere dal senso di “comunità” e tolleranza che l’uomo deve ancora imparare a mettere in scena… e quindi in pratica.
Visto il 12/01/2018
Info:
Regia di Francesco Figliomeni
con Pierfrancesco Scannavino, Michele Giovanni Cesari, Rachele Minelli, Lorenzo Marte Menicucci, Valentina Bonci
Dove: Roma, Via Luca della Robbia 47 (Testaccio)
Telefono: 06.57284637