E' stata in scena dal 25 al 26 febbraio, al Teatro Patologico, la pièce "Orgia" di Enrico Maria Carraro Moda, che ha inaugurato la XXIV del Festival del Teatro Patologico. Con una spiccata personalità e molta faccia tosta, Enrico Maria Carraro Moda, rappresenta un testo scomodo come ORGIA in una specie di parco dei giochi. L'effetto è sconvolgente.
Con una spiccata personalità e molta faccia tosta, Enrico Maria Carraro Moda, rappresenta un testo scomodo come ORGIA in una specie di parco dei giochi. Piazzando al centro della scena: una piccola casetta (quelle in cui si giocava negli asili nidi da bambini), un flipper, il maneki neko (gatto cinese che nella cultura della Cina, è un oggetto che da il benvenuto nel focolare domestico) e delle palle rimbalzanti in cui gli attori ci si siedono, ci si rovesciano sopra o ci saltano seduti, battendoci le mani come se battessero un tamburo.
L'effetto è sconvolgente e sarebbe piaciuto di certo a Pasolini. Distanziandosi da quella che sarebbe potuta essere una messa in scena pasoliniana, ma senza tradire il testo, Carraro Moda ci mostra le crudeltà della società borghese in cui la donna è assoggettata all'uomo che a sua volta è assoggettato alla società con cui si interfaccia e in cui le classi dominanti umiliano e deridono quelle più povere.
In questo inferno preconfezionato dal sistema, i personaggi di ORGIA, si trasformano in dei bambini sadici che interpretano il loro ruolo con l'entusiasmo e la cattiveria propria del mondo infantile, in un gioco al massacro, divertente e alienante sia per la vittima che per il carnefice, i quali si destreggiano in questo parco dei giochi con un amore per l'abiezione e la violenza che sconcerta.
Ci sarebbe da dire tanto su questo spettacolo, servendosi anche della psicoanalisi, per tutte le metafore e le trovate del regista di Civitavecchia il quale mette molta carne al fuoco, calibrandola bene, senza sbavature o scivoloni. La scelta, per esempio, di utilizzare la sigla del supereroe Daitarn 3 per scimmiottare l'uomo borghese meschino e vigliacco è solo una delle tante belle trovate della pièce, così come quella di approfondire il ruolo di Mirko, personaggio che viene solo menzionato nel testo di Pasolini, abusato da bambino dal protagonista, il quale in questa versione di ORGIA diventa un disturbante grillo parlante.
Ne potremmo citare tante altre di belle idee, come far indossare al protagonista misogino abiti femminili sin dall'inizio dello spettacolo, utilizzare braccialetti fosforescenti (quelli che uscivano dai pacchetti di patatine) per rimandare alla schiavitù sociale a cui nessuno dei personaggi può sottrarsi o ancora l'uso folle di musiche ricorrenti come “Nessuno mi può giudicare” o “Daitarn 3”, per l'appunto.
Una curiosità: sembrerebbe che ci sarebbe stata anche una censura preventiva all'interno della pièce. A quanto pare era previsto che una delle attrici dovesse comparire completamente nuda in scena ma, data la particolarità del luogo (il teatro patologico) si è deciso di mostrare l'interprete solo a petto nudo.
A nostro avviso, comunque, come abbiamo affermato nella precedente recensione di UOMO MANGIA UOMO di Enrico Maria Carraro Moda, questo regista è originale come pochi nello stantio panorama teatrale romano. Ha un proprio estro che non smette di stupirci in ogni suo spettacolo, riuscendo sempre a mantenere uno standard alto e rinnovandosi di volta in volta. Speriamo di poter vedere Orgia in molti teatri, non solo romani.
Info:
Teatro Patologico
25 e 26 Febbraio ore 21.00
Regia e adattamento di
Enrico Maria Carraro Moda
Con
Mauro F Cardinali
Martina Corsi
Daniele Arceri
Clara Morlino
Associazione culturale i Nani inani