Un Matteo Cirillo spiritoso, estroso e decisamente tenero riempie il ritrovato Teatro Garbatella (già Teatro Ambra alla Garbatella) con OGGI SPOSO, facile e felice pièce che strizza l’occhio ai luoghi comuni dell’amore con semplicità e garbo ironico, e soprattutto conseguendo un buon successo di pubblico, in data secca. Con questo spettacolo Cirillo ha vinto la V edizione del Premio Traiano come “Miglior attore” e “Miglior Spettacolo”.
L’applauditissimo Matteo Cirillo si destreggia con un testo efficace, immediato e diretto, molto ben calibrato nella portata comica durante i momenti topici, seppur con qualche breve lentezza nelle parti centrali. L’ingresso in scena dal fondo, al suono della marcia nuziale di un matrimonio che non si svolgerà, mette in chiaro da subito l’impostazione autoironica di tutto l’impianto drammaturgico, che passa in rassegna le fasi di una storia d’amore canonica raccontata da un futuro sposo vagamente disadattato e impreparato alle conseguenze dell’amore stesso. Lo racconta proprio a noi che dell’Amore dovremmo sapere tutto (e forse non è così) o che forse lo dovremmo vivere con maggiore fermezza e consapevolezza (e spesso non è così).
Il punto di vista dell’Io narrante, personaggio tutt’altro che “pronto” e “sicuro di sé” ma anzi quasi un “adorabile scemo” permette l’immedesimazione immediata: si finisce per provare quasi una condiscendenza bonaria per lui (e forse per quegli aspetti di lui che vediamo in passati noi stessi, o attuali noi stessi) perché in fondo siamo stati tutti travolti dall’Amore a vario titolo e in vario modo, e siamo stati tutti impreparati. Un po’ magari ci manca anche quella sensazione di completo allagamento della razionalità che ci riporti a quella adorabile regressione infantile così ben resa da Cirillo nella voce del suo alter-ego, nei gesti, nella scelta dei vocaboli, nell’ossessione per i numeri e la matematica, appiglio ultimo per comprendere un fenomeno del tutto irrazionale come l’Amore.
“Ci vogliono solo 8.2 secondi per innamorarsi di una persona, ma potrebbe non bastare una vita intera per dimenticarla”, spiega il personaggio tratteggiato da Cirillo che a tratti vorremmo consolare, sostenere, consigliare: lui lo colora di una vocetta quasi fastidiosa, balbettii frenetici, qualche difficoltà comunicativa, inesperienza relazionale ed erotismo inconsulto. Aspetti che vagheggiano fra il comune ed il paradossale, con dialoghi nonsense e a tratti razionalissimi, densi di riferimenti statistici e sociologici presi amabilmente troppo sul serio.
Sebbene a tratti la drammaturgia accolga pensieri e riflessioni dalla facile battuta non privi di qualche cliché inevitabile visto l’argomento, ci sembra invece assolutamente percepibile la bravura sempre in crescita di Cirillo, lontano dall’essere un cabarettista quanto piuttosto vicino ad un brillante istrione che farà (ben) altra strada e che si cimenta in testi di altezza diversi con quella medesima professionalità che abbiamo già apprezzato ne IL BELLO DEI BAMBINI è CHE UN GIORNO SARANNO ADULTI e in ASPETTANDO UNA CHIAMATA dove i temi scelti erano quelli dell’educazione filiale ed il rapporto crudele col mondo del lavoro. Elementi che, come qui l’Amore, espongono i suoi personaggi ad una perdita progressiva della razionalità per un tuffo nell’irrazionalità progressiva e frustrante e al tempo stesso ironica.
Da notare la buona gestione dello spazio scenico e delle luci, lavoro di una regia di Duilio Paciello attenta e diversificante i momenti della narrazione in prima persona dell’interprete; questi viene fatto interagire ad esempio, con le sedie creando ulteriori momenti di comicità clownesca che nascondo però un’interpretazione dolceamara della Separazione dall’Amore, che impone la scomodità di una sedia alla condivisione di un letto semivuoto.
Uno spettacolo dunque gradevole, replicabile con altrettanto successo perché in fondo l’Amore e le sue terribili declinazioni di felicità e infelicità restano universalmente affrontabili con quel sorriso di condiscendenza che concediamo al personaggio messo in scena da Cirillo e sicuramente a noi stessi che troppo diversi da lui, forse non lo siamo mai stati e ancora forse aspettiamo l’Amore ad un altare in una attesa fin troppo lunga.
OGGI SPOSO di e con Matteo Cirillo
regia Duilio Paciello
produzione Progetto Goldstein
“Miglior Spettacolo” e “Miglior attore” alla V° edizione del Premio Traiano
Sabato 4 maggio 2019
Teatro Garbatella Piazza Giovanni da Triora, 15 – Roma