NUMBER ONE @Artemia, un monologo corrosivo sull’invidia  per il successo altrui

Vi raccontiamo lo spettacolo Number One, andato in scena al Centro Culturale Artemia, secondo appuntamento della rassegna in corso “Il sipario delle donne”, con l’attrice Francesca La scala, scritto da Giusppe Grisafi per la regia di Paolo Orlandelli. Number one è un monologo che racconta l’invidia di una persona che non ce l’ha fatta, per la quale non è arrivato il successo tanto sperato, che viene invece tributato a qualcun altro, probabilmente per merito delle giuste conoscenze piuttosto che della sola bravura.

Number one: la frustrazione e la disperazione davanti ai sogni di gloria infranti

Francesca La Scala

Benedetta, la protagonista di questo monologo, interpretata da Francesca La Scala,  apre la scena raccontando di aver visto la proiezione di un film con protagonista una sua vecchia amica, Elenoire Velant, alias Filomena Chiavasso, che ha preso il nome d’arte francese a seguito del successo goduto in Francia, dove si è trasferita e ha avviato una carriera di ragguardevoli successi, tanto che il film che Benedetta ha visto in anteprima al Cinema Farnese a Roma verrà proiettato anche al Festival di Cannes. Benedetta racconta il rapporto con l’ex coinquilina e amica, la passione per la scrittura, che la accompagna da quando è giovanissima,le prime rappresentazioni, i sogni di gloria infranti con tutta la conseguente frustrazione e disperazione

Number One: due pesci al centro della scena come alter ego dei personaggi

La scenografia, semplice ma efficace, rimanda al contesto intimo e confidenziale dell’ambiente domestico dove vive la protagonista. Al centro della scena una bowl con due pesci, uno è un pesce tropicale, Number One, l’altro è un pesce rosso, Number Two. Nelle esternazioni e nelle invettive surreali della protagonista, i due pesci diventano l’alter ego dei due personaggi: Il pesce rosso, number two, simboleggia la protagonista Benedetta, mentre number one la rivale. Number One, con la sua bellezza appariscente, attira le attenzioni e gli sguardi di tutti, mentre il pesce rosso Number Two è  sano ed è un bel pesce rosso, ma di una belezza comune, normale, che può risultare piacevole ma non suscitare il fascino ammaliante di Number One.

Number one: l’invidia è  il sentimento contenitore di diverse tematiche, anche di denuncia

Diversi i temi toccati nel corso del monologo; dall’invidia sfociano varie emozioni e sentimenti, quali la gelosia, la rabbia, l’abbattimento, l’autocommiserazione. Il modo di parlare di Benedetta è quasi sempre ambivalente. Se dell’amica tesse le lodi, immediatamente le accompagna con frasi che mostrano il rovescio della medaglia, che quasi sempre un aspetto della stessa qualità, vista però  in senso deteriore: l’intraprendenza diventa così egocentrismo, la presenza scenica e la disinvoltura voglia di mettersi in mostra e primeggiare, la capacità di relazionarsi con gli altri un pretesto per denunciare il successo ottenuto grazie a conoscenze influenti, e così via. Su quest’ultimo punto Benedetta si sofferma più volte, dicendo che l’amica ha potuto far valere le sue qualità grazie alle conoscenze del padre, un giudice molto ben inserito negli ambienti politici. Arriva un profondo e categorico j’accuse nei confronti di un mondo nel quale, per avere successo, conta più avere le giuste conoscenze che talento.

Nunmber one: un monologo corrosivo sull’invidia

L’invidia della fortuna di Elenoire, insieme allo scoramento per il mancato successo che Benedetta sente invece di meritare, diventano qualcosa che divora la protagonista e che mette in luce come questi sentimenti negativi e distruttivi nuoacciano per primi a chi li prova e li spingano a denigrare gli altri, proiettando sull’altro le cause dei propri fallimenti, perdendo così, di fatto, l’occasione per migliorarsi e diventare artefici del proprio successo e della propria realizzazione personale. Da questo punto di vista è emblematica la battuta in cui Benedetta dice di essere stata convinta che il talento basta da sé per essere apprezzato e portare risultati. Ma sappiamo benissimo che non funziona così e il testo, anzi, ci invita a riflettere sul successo come combinazione di diversi elementi, tra cui, oltre al duro lavoro, alla tenacia e alla capacità di sapersi proporre conta anche sapersi trovare al posto giusto al momento giusto,  avere un po’ di fortuna e…perché no, essere aiutati  dalle conoscenze giuste.

Number one: una chiave di lettura dell’invidia

La morale della favola è amara quanto ineluttabile: Benedetta, che si autocommisera divorata dall’invidia, da un lato la protagonista sembra vittima dell’amica, che alla fine le ruba perfino il soggetto del film, tanto che si sarebbe portati a simpatizzare per lei, dall’altro risulta evidente quanto indugi nell’autocommiserazione, facendo sì che la simpatia presto si si trasformi in pena. Ognuno è artefice del proprio destino. Un messaggio di una profondità che arriva sotterranea e sottile, perché il testo ha un’esteriorità molto brillante e comica, anzi tragicomica, con quel finale grottesco che vede number one sacrificato sull’altare dell’invidia. Numerose sono le battute brillanti e surreali, che Benedetta conclude spesso con riflessioni profonde e drammatiche. Molto divertente quando  gioca con le parole tra francese e italiano, come nella parte in cui si interroga su quali fiori sia meglio scegliere per le decorazioni per la cena che intende offrire all’amica; altrettanto godibili le telefonate  a Elenoire e alla madre, esilaranti e disarmanti al tempo stesso per la vulnerabilità che Benedetta mostra, nelle quali mette a nudo tutta la sua inadeguatezza e frustrazione.

Number one: l’interpretazione di Francesca La Scala enfatizza la nevrosi della protagonista

L’interpretazione di Francesca La Scala da questo punto di vista enfatizza alcuni aspetti del testo  esasperandoli un po’. Benedetta è un personaggio che si autodichiara depresso ma che, nei fatti, risulta più borderline e isterico, sicuramente disperato. Calcare un po’ meno la mano su certi tratti del personaggio di Benedetta avrebbe potuto avere un effetto più efficace sulle parti malinconico-chiaroscurali, invece la recitazione rimane un po’ sopra le righe. Francesca La Scala, perfettamente a suo agio nelle parti brillanti, ha la capacità travolgente di far ridere anche semplicemente solo attraverso le espressioni del volto, che da sole spesso suscitano risate e applausi. Una convincente interpretazione per Francesca La Scala, un’attrice che possiede un ottimo controllo delle proprie capacità attoriali.

Francesca La Scala in Number One @Artemia

Number One: la comicità è foriera di riflessioni amare

La messa in scena va quindi a enfatizzare il registro comico, anche se emergono,  più in ombra ma sempre presenti, altri aspetti più profondi e seri. Il personaggio di Benedetta, così folle nella sua totale disperazione, è senza difese e questo rende ancora più drammatica la sua situazione. Una scelta precisa e ponderata, perché rende il messaggio tragico con una portata e un’efficacia ancora più forte. Così la recitazione caricata sugli aspetti più nevrotici del personaggio, è perfettamente a fuoco e allineata con il testo e aiuta a gettare uno sguardo severo -e impietoso- sulle dinamiche psicologiche del personaggio, su quanto sia (auto)distruttivo il sentimento dell’invidia e quanto non ci sia salvezza per chi, come Benedetta, vi rimane invischiato.

Una riflessione amara e metaforica dell’esistenza, che può anche risultare scomoda e disturbante per lo spettatore,che è posto davanti a uno specchio deformante nel quale vedersi in tutte quelle volte che ci si autocommisera o semplicemente si denigra il successo altrui, per mascherare insoddisfazione e frustrazione.

Number one: Credits

Da venerdì 10 a domenica 12 marzo 2023
NUMBER ONE
di Giuseppe Grisafi
con Francesca La Scala
regia di Paolo Orlandelli

CENTRO CULTURALE ARTEMIA
Direzione artistica: Maria Paola Canepa
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