Domenica 15 Dicembre al Teatro Storchi di Modena, con la regia di Lino Guanciale al suo debutto, si chiude il ciclo “NOZZE” di Elias Canetti, premio Nobel per la letteratura 1981. La commedia è stata messa in scena dai giovani diplomati della scuola di Ert Fondazione. L’opera scritta di getto nel 1931 mette a nudo le più grandi bassezze che si incontrano nella natura umana, smascherando i “valori” del vuoto estremismo conservatore di quel tempo. Rifugiandosi nelle convenzioni sociali non si ha più la possibilità di acquisire reale consapevolezza di se stessi e delle proprie capacità, e anche l’erudizione diventa fine se stessa.
Dal 2019 un conto alla rovescia riporta la platea al 1932, anno di ambientazione, dal buio affiora la scenografia. La vicenda si svolge all’interno di un condominio Viennese, descritto nel prologo da 5 quadri compattati e sviluppati in piano dalla regia. Centrale è la casa della vecchia Gilz, donna legata morbosamente alle sue proprietà. Il concetto viene rimarcato dal suo caro pappagallo Lori, unica creatura complice della vecchia, che non fa che ripetere con ossessione “casa, casa, casa” come se fosse l’unica cosa importante per cui vivere. Nel condominio regna l’ipocrisia. Tutti i condomini si spiano, sperando di poter trarre vantaggio dai passi falsi degli altri. Non fa eccezione la nipote di Gilz, Toni, interessata solo ad accaparrarsi le proprietà della nonnina. Intanto al piano di sopra vanno avanti i festeggiamenti dei novelli sposi.
Un Walzer introduce l’unico atto della commedia: LE NOZZE. Le note di Strauss e dello Schiaccianoci di Tchaicovskij creano, nella prima fase, un perfetto clima ottocentesco. L’armonia dei brani è però in contrasto con la borghesia descritta da Canetti, dove i doppi fini non lasciano spazio a sentimenti più puri. I personaggi di ogni ceto sociale, completamente disinteressati alla comunità e concentrati solo su se stessi ,vogliono solo perseguire i propri scopi. Essi vivono fuori dal mondo e senza valori, il sesso e la depravazione dominano l’opera. Emblema di tutto è proprio la sposa Christa.
Tutti i personaggi sono rappresentati impolverati grande trovata scenografica che rappresenta la società malata pronta al crollo che verrà poi schiacciata da un terremoto nell’epilogo. Sulla soglia della caduta finale ai walzer subentrano la Danza Macabra di Saint Saez e il Preludio op.3 n.2 di Rachmaninov, compositori che hanno saputo dare voce all’inquietudine che pervadeva l’Europa nella prima metà del Novecento.
Anche sull’orlo della distruzione i marci sentimenti decaduti dei protagonisti restano immutati, senza possibilità di redenzione. Alla fine sarà solo la povera figlia deficiente del portinaio Pepi, Cristiana Tramparulo, a restare in scena. Nella sua semplicità ed innocenza è per lei l’ultimo raggio di sole prima che venga inghiottita dall’oscurità del mondo che la circonda.
Meritati i forti applausi finali per la compagnia.
Info:
LE NOZZE
di Elias Canetti
traduzioneBianca Zagari
regiaLino Guanciale
scenografia a cura delLaboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
costumiGianluca Sbicca
luciTommaso Checcucci
assistente alla regiaLuca D’Arrigo
dramaturgLino Guanciale e Luca D’Arrigo
conRocco Ancarola, Gabriele Anzaldi, Simone Baroni, Oreste Leone Campagner, Giulio Germano Cervi, Brigida Cesareo, Elena Natucci, Marica Nicolai, Martina Tinnirello, Cristiana Tramparulo, Giulia Trivero, Massimo Vazzana
direttore tecnico Robert John Resteghini
direttore di scena Sergio Puzzo
capo elettricista Nicolò Fornasini
sarta Cristina Carbone
costruzione scene Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
responsabile e capo costruttore Gioacchino Gramolini
macchinisti costruttori Riccardo Betti, Marco Fieni, Sergio Puzzo
scenografi decoratori Ludovica Sitti (capo), Lucia Bramati, Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Rebecca Zavattoni
campionamenti audio Alberto Tranchida per Associazione microBo
grafica Marco Smacchia
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Si ringraziano Giovanni Zagari e Giovanna Cermelli
Si ringrazia Rossana Gea Cavallo
foto di scena di Serena Pea
una produzione di