NOWHERE/NOW HERE @ Teatro Cantiere Florida: sacro…o profano?

Nell’ambito della programmazione del Teatro Cantiere Florida, da venerdì 10 a domenica 12 febbraio anche PANORAMI DEL SACRO, una produzione Versiliadanza , una tre giorni interamente dedicata al tema del sacro con tre proposte molto diverse tra loro. Al termine è andato in scena lo spettacolo di danza contemporanea NOWHERE/NOW HERE diretto e coordinato da Nicoletta Cabassi, coreografa e danzatrice (vedi in fondo il profilo), alla quale è stato affidato anche il percorso di alta formazione LaborAzione 2017 realizzato con gli studenti del R.O.S./ Research Open Space diretto da Samuele Cardini/ Opus Ballet Centro Coreografico.

Entrando in teatro lo spettatore si trova davanti ad un palcoscenico vuoto e totalmente oscuro. Avvolta da fasci di luce laterali troviamo una sagoma dall’aspetto incerto, non sembra chiaro se sia umana o animale, china a quattro zampe che si muove senza mai alzare la testa, in direzione del pubblico. È l’assolo di circa un’ora della Cabassi, il tutto accompagnato da musiche sacre ottocentesche di Verdi e coni di luce che seguono la danzatrice nel suo vagare sul palco. Il pubblico resta con la domanda se è la donna/animale a seguire la luce, o viceversa se è la musica a pervadere la danzatrice, oppure se essa muta al cambiamento repentino e veloce della Cabassi.

Nella seconda parte gli allievi del R.O.S. Research Open Space di Samuele Cardini, Opus Ballet Centro Coreografico sono in scena con uno sharing finale, esito di un laboratorio sul tema del sacro condotto dalla stessa Nicoletta Cabassi. La pièce è sviluppata come un crescendo, sulle musiche di ottoelectro, elaborate dai “Quattro pezzi sacri” di Giuseppe Verdi resi quasi irriconoscibili dalle diverse elaborazioni sugli stessi pezzi musicali.

Le ballerine si muovono sole, talvolta in coppia o in gruppo, intrecciano relazioni alterne, hanno un continuo scambio di ruoli, rimandano continuamente l’uno all’altro, dialogano, si avvicinano, anche se apparentemente il loro agire è un tacito monologo. Tante diverse sagome che si intrecciano in altrettante strane e particolari figure senza mai parlare tra loro. Una schiera di donne danzanti che coinvolgono il pubblico e sono pervase dalla musica che sempre accompagna i loro movimenti.

Il pubblico è coinvolto in questo continuo divenire e alternarsi di movimenti lenti, fragili equilibri e scatti repentini, trasportato dalla scioltezza e disinvoltura di ogni movimento.

Lo spettacolo vuole indagare la condizione umana dell’essere e/o del sentirsi senza appartenenza; è una ricerca emotiva, spaziale e coreografica sul concetto di “randagio” e di “randagismo” applicato non solo agli animali bensì anche alla condizione umana. Tema di estrema attualità per i tempi in cui viviamo in cui, data l’inecessante frenesia della vita e dei suoi ritmi, anche noi tutti ci troviamo spesso a terra a quattro zampe a incedere lenti e soli schiacciati dal peso di questa vita, mentre altre volte interagiamo con i nostri simili per prenderne il passo o aiutarli o farci aiutare nell’incedere della storia. Ne emerge che, soli, abbiamo più visibilità in quanto assumiamo forme strane e incedere strani, invece nel gruppo restiamo solo omologati.

Chi è Nicoletta Cabassi

Danzatrice classica poi passata alla danza contemporanea e alla ricerca. Studia in Italia, in Francia e in Austria. Il suo percorso coreografico risale al 1992, svolto  parallelamente alla sua attività di danzatrice. Ha lavorato con Infidi Lumi, XE di Julie Ann Anzillotti, Skené di Ugo Pitozzi, La Nuova Complesso Camerata, ArtemisDanza di Monica Casadei, Tocna Danza, Vi.d.A., La Fura del baus, l’artista Tino Sehgal, Magyu Marin, e ha danzato in molti teatri lirici (spesso come solista e talvolta ricoprendo il ruolo di assistente); fondamentali gli incontri con Jean-Yves Ginoux, William Forsythe e Cesare Ronconi.

Fra le collaborazioni, la Lubbert Das (con cui crea ed interpreta alcuni spettacoli tra cui ‘El Bosco’, ‘Assiduo Furor…les mangeurs des reves’, ‘La Metamorfosi o piccole tragedie quotidiane’, ‘Vite brevi di idioti’). Ha creato le performance “Beech_against intolerance (?)” e “Contro”. Con Paolo Mangiola ha creato “11” in residenza alla Royal Opera House (London) e presso il Sadler’s Wells; con V. Spallarossa e M. Secco ha creato “Studio sul Minotauro” e con Simona Lisi “Floridia” e il progetto “Hash_Tag”.

Ha collaborato col visual artist Martin Romeo creando ed interpretando “Label” ed “Input Body II” e curando la parte coreografica di “The method”.Su commissione della Compagnie Pour un soir di Brest (Francia) ha ricreato in versione trio la pièce di M. Secco “Sotto il sole”. Dal 2013 collabora come assistente e drammaturga con la Tanz Company Gervasi a Vienna.

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