NODO IN GOLA @Il Funaro: in scena la poetica sottile degli oggetti

Torna in debutto regionale e in esclusiva per la Toscana al Funaro di Pistoia Gabriella Salvaterra, storica componente del Teatro de los Sentidos, e dal 2015 impegnata in un percorso di ricerca autonomo con NODO IN GOLA, il suo nuovo spettacolo, prodotto da SST Sense Specific Theatre – Artisti Drama. Con la collaborazione drammaturgica di Miguel Jofré Sarmiento, con Arianna Marano e Giovanna Pezzullo, anche in scena insieme a Davide Sorlini, lo spettacolo conduce un gruppo di 18 spettatori al massimo per ogni replica, ad esplorare con delicatezza il tempo dell’angoscia e il condizionamento che le paure inespresse imprimono sulla nostra vita, accompagnati dalle musiche   di Pancho Garcia e dal paesaggio olfattivo è di Giovanna Pezzullo. Il “nodo” è il tempo dell’angoscia che stiamo vivendo, delle paure inespresse che condizionano la nostra vita. 

NODO IN GOLA: le cose sono come siamo

Rarefatto e intenso, intriso di poesia, come sempre, è il mondo che Gabriella Salvaterra sa evocare nei suoi spettacoli. NODO IN GOLA ci accompagna in un’esperienza itinerante, sospesa tra luce e oscurità, alla ricerca di un filo della memoria a ritroso nel tempo, fino al momento in cui, forse nell’infanzia, forse più tardi, quel nodo alla gola, o in qualche altra parte del corpo, si è cristallizzato, ha creato un grumo di non detto o di dolore inespresso. Da lì, estendendosi impercettibilmente, ha dato forma, nostro malgrado, a ciò che siamo, delineando la nostra identità apparente, quella che potremmo riconoscere nello scatto di una foto o nel profilo di un ritratto che rivela i nostri contorni. Le stanze della memoria sono attraversate da folate imprevedibili di vento che alterano l’ordine degli eventi e portano confusione nella rete di senso con cui ognuno di noi cerca di tenere insieme se stesso. Sono i momenti in cui ci chiediamo qual è stato l’inizio e la fine delle cose: torniamo ad abitare la nostra prima casa dell’anima, da cui forse abbiamo voluto fuggire e a cui forse intimamente vorremmo tornare, sediamo a bere un tè con le nostre paure,  affrontiamo lo smarrimento al pensiero che un giorno non saremo più e la vertigine di non sapere che ne sarà di tutto ciò che è stato. Comprendiamo allora, come recita la Salvaterra che “le cose non sono come sono, sono come siamo e il viaggio della vita è il nostro narrarlo fino al momento in cui potremo lasciarlo andare nell’oblio.

Gabriella Salvaterra in NODO IN GOLA (foto Alex Spattini)

NODO IN GOLA: l’indefinita poetica degli oggetti

Non si può che tradirlo descrivendolo uno spettacolo che è soprattutto esperienza, tattile, uditiva, olfattiva, emotiva. Lo spettatore è accompagnato delicatamente per mano dalle attrici attraverso ambienti bui, impregnati di intensi profumi, accarezzato dal continuo scorrere dell’acqua. La sua attenzione è attratta da oggetti apparentemente ordinari: piccole scatole di legno illuminate dal di dentro, vecchie foto, tele su cui le immagini sono state delineate col filo dal cucito, tazze da tè di fine porcellana reduci da un indecifrabile tempo passato, casette di stoffa bianca illuminate come fantasmi della memoria o del sogno. Posti al centro del momento presente, essi si caricano di un’aura sacra, diventano porte da aprire alla rivelazione. Entriamo in relazione diretta con ognuno di essi con la parte più sottile e intuitiva di noi. Pochissime le parole condivise col pubblico, intensissime, sussurrate cuore a cuore ad ogni partecipante, coinvolto con rispetto e fermezza a diventare co-creatore dell’ esperienza e a cambiare costantemente il proprio punto di vista. Attori, oggetti e immagini si spostano nel buio e costringono a perdere i riferimenti spazio-temporali, sfalsando la percezione tra illusione e realtà. Si esce rapiti, commossi, con la fatica di riemergere anche noi dall’acqua luminosa di questo viaggio onirico, come quella in cui la Salvaterra ha nuotato in una delle scene più intense e la strana sensazione che la mente non ricorderà tutto ma che qualcosa di salvifico e catartico, in profondità, è accaduto dentro di noi.

NODO IN GOLA: farsi canale di guarigione

Mi rendo conto viviamo vivendo in un’era di ansie, di angosce, di paure che prendono forme e volti differenti. La mia è una ricerca su quel nodo in gola che sentiamo tutti, che spesso cerchiamo di evitare, di nascondere, quel nodo da cui tutti scappiamo“ Così Gabriella Salvaterra parla del suo spettacolo, di cui colpisce profondamente il ruolo visionario e divergente che sembra essere assegnato al teatro. Non è più il tempo di accomodarsi in soffici poltroncine nel buio di una sala, a debita distanza dal sentirci coinvolti con ciò che accade su un palco (o dietro uno, mille, infiniti schermi). L’attore non è più investito del compito di sfoggiare un virtuosismo fine a se stesso, o di incarnare l’artificio complesso di una trama di eventi dietro le maschere irriducibilmente fasulle della nostra dimensione egoica. Il teatro si spoglia, l’arte si fa canale rituale di una verità che non è concetto ma trasformazione intima, che non viene urlata enfaticamente per ottenere uno scroscio di applausi – mi accorgo solo ora mentre scrivo che non c’è stato il momento consueto di applauso e ringraziamento agli attori per quanto ricevuto ed è per questo forse che l’esperienza iniziata là dentro continua ad agire silenziosamente. Il teatro della Salvaterra non è fatto di messaggi da diffondere ma di domande impalpabili da condividere per sentirsi meno soli, per scoprirsi com-unità di anime in ricerca, fili della stessa matassa. In tempi di rumore assordante NODO IN GOLA affida al linguaggio della delicatezza il compito di offrire una strada di guarigione collettiva che passi attraverso i sensi, le emozioni, la consapevolezza intera di sé. Un linguaggio che nella sua evanescenza si imprime persistente nelle coscienze con la forza del prendersi cura di sé, dell’altro, degli altri.

NODO IN GOLA: Il Funaro offre uno spazio perfetto

Location perfetta a spettacoli di questa portata evocativa, il Funaro si presta a trasformarsi in uno spazio che unisce l’accoglienza di una casa per chi ama il teatro alla magia di un luogo dell’anima, onirico, indefinito, mutevole. Gli spazi che ospitano il percorso itinerante permettono una commistione totale tra la dimensione dell’osservatore e dell’attore, coinvolti entrambi nell’abbattimento di una distanza che non permette assenza di partecipazione, nel pieno rispetto di ognuno. Dal 2022 Il Funaro è entrato a far parte dei Teatri di Pistoia, implementando la sua offerta artistica a formativa e le iniziative volte ad avvicinare il pubblico, in particolar modo i giovani al mondo del teatro. Si conferma per essere una realtà da difendere nella sua capacità di fare da tramite divulgativo di cultura per la comunità conservando professionalità e qualità.

Video di presentazione di NODO IN GOLA

NODO IN GOLA

di Gabriella Salvaterra – SST Sense Specific Theatre 

collaborazione drammaturgica Miguel Jofré Sarmiento , Giovanna Pezzullo, Arianna Marano 

con Giovanna Pezzullo, Arianna Marano, Gabriella Salvaterra, Davide Sorlini 

musiche Pancho Garcia

paesaggio olfattivo Giovanna Pezzullo 

direzione tecnica Davide Sorlini 

organizzazione Claudio Ponzana 

una produzione SST Sense Specific Theatre – Artisti Drama 

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