Poco rappresentata in Italia, “NINA” è un’intelligente, vivace e spumeggiante commedia scritta nel 1949 da André Roussin (Marsiglia 1911 – Parigi 1987) che avviato agli studi di diritto per seguire gli interessi della famiglia li abbandona divenendo giornalista, seguendo poi la passione per il teatro scrive testi tradotti nel mondo intero e diventa elemento e cardine (animatore e interprete) della ‘Compagnie du Rideau Gris’, fautrice della decentralizzazione del teatro francese, oltre a ricoprire incarichi di prestigio in campo culturale. Lo spettacolo è andato in scena al Teatro San Babila fino al 6 dicembre.
La pièce conserva intatti elementi di brillante freschezza e vivacità anche se è venuto meno l’elemento di novità di un’epoca in cui – diversamente da oggi – parlare apertamente in una camera da letto, fulcro di una garçonnière, di tradimenti, crisi esistenziali… è audace se non scandaloso in quanto tutto esiste, ma in sordina.
Si tratta di un triangolo un po’ singolare se non altro per la dinamica che si viene a creare tra i due contendenti la donna che allegramente tradisce da anni il coniuge adducendo una scusa singolare sul suo essere infedele, o meglio fedele a suo modo a un uomo insicuro, infantile e incapace di crescere, ma deciso a vendicarsi dei torti subiti.
Intenzione incerta e sofferta che si dimostra con i piedi d’argilla nel momento in cui il marito pluritradito scopre che la sua potenziale vittima – un dandy disilluso e infelice avendo preso consapevolezza di condurre una vita tanto vuota e insignificante da non ritenere una grande disgrazia il perderla – è più sfortunata di lui per cui scatta un meccanismo protettivo che manda in secondo piano gelosie e regolamento di conti.
Il vero ago della bilancia della situazione è Nina (resa con molta efficacia da Vanessa Gravina), una donna di forte tempra con idee chiare anche se del tutto personali e tenaci come arieti che finiscono con il condizionare la debole volontà dei due maschi (piacevolmente e simpaticamente resi da Edoardo Siravo e Riccardo Polizzi Carbonelli, rispettivamente marito e amante) legati da una iattura comune: una donna determinata, raffinata, colta e risoluta cui la valida regia di Pino Strabioli e Patrick Rossi Gastaldi dà un’enfasi equilibrata accentuando la pervicacia con cui Nina persegue i propri scopi incurante delle loro esigenze e desideri, anzi creando in entrambi la necessità di una persona come lei.
L’incalzare delle battute senza respiro, i dialoghi serrati e il testo intelligente e spiritoso rendono attualissima una commedia che permette di divertirsi con sana ironia e finezza lasciando il sapore del bello.