NESSUN ELENCO DI COSE STORTE @Teatro Limonaia: questa sconosciuta chiamata morte

Traendo ispirazione dal lavoro della Dott.ssa Cristina Cattaneo, medico legale, sulla volontà e l’urgenza di dare un riconoscimento ai tantissimi migranti morti nel Mar Mediterraneo nel 2015, nasce il testo che Oscar De Summa ha scritto in collaborazione con l’attrice Sandra Garuglieri, alla quale è unicamente destinato per la sua messa in scena. Nessun Elenco di Cose Storte è un invito a riflettere sulla morte, su come siamo stati educati nei confronti di essa e non ultimo sulla responsabilità intrinseca che grava su ognuno di noi quando ci troviamo a dover fare i conti con tragedie e vittime lontane chilometri e chilometri. Lo spettacolo, della durata di un’ora circa, è stato portato in scena al Teatro Limonaia di Sesto Fiorentino nei giorni 29, 30 e 31 ottobre 2021. Con questo testo si è ufficialmente aperta la stagione 2021/2022 del Teatro e di T.R.A.M. (Teatro di Residenza Artistica Multipla).

SOLENNITA’ DEL MOMENTO DI ANDARSENE PER DE SUMMA

Prima di aprire con lo spettacolo vero e proprio, Sandra Garuglieri, non a caso vestita interamente di nero, entra in scena sul piccolo palco della Limonaia di Sesto Fiorentino per condividere con il pubblico la lettura di un canovaccio del ‘600 narrante l’incontro tra Pulcinella ed un altro misterioso personaggio: la Morte. Ascoltare tale racconto, tra il comico ed il profondo, è senza dubbio preparatorio alla successiva ora di spettacolo, che vede l’attrice interpretare con esemplare maestria e scioltezza il testo scritto da Oscar de Summa. Una luce bianca e diretta la illumina mentre recita al microfono questo monologo incentrato sulla morte e sul significato che noi le attribuiamo. La nostra cultura occidentale, infatti, se da un lato ci porta a vivere il momento della dipartita in modo estremamente intenso quando colpisce un nostro affetto stretto, dall’altro ci ha educati a recepirlo con più distacco quanto più lontane sono una tragedia e le sue vittime. Nello snocciolare tale riflessione, l’attrice riesce a creare in maniera crescente un’atmosfera intrisa di solennità e commozione che raggiunge l’apice del pathos e della drammaticità al momento del racconto della perdita del padre, ripercorrendone tutti i più intimi dettagli. Il modo estremamente empatico con cui racconta la dignità della dipartita del genitore rende addirittura sottilissima la linea di confine tra finzione e realtà.

IL CAMBIO DI REGISTRO NEL TESTO DI OSCAR DE SUMMA

A far da sfondo sul palco vi è una barella da obitorio, illuminata da soffuse luci verdi e ospitante un cadavere coperto dal classico telo bianco. Una leggera musica strumentale di sottofondo accompagna il momento in cui l’attrice usa questo lettino per rivolgersi al padre defunto, aiutandola a rendere ancora più incisiva la sua narrazione. E proprio quando solleva il telo verso di sé per guardare l’ultima volta il genitore, ecco compiersi un cambio di registro totalmente inaspettato: il momento massimo del dramma e della commozione viene rotto con la battuta “ma questo non è mio padre..è SCURO!”, lasciando il pubblico incredulo nella risata. Si smorza per un momento l’atmosfera drammatica e l’attrice esce dal monologo per interagire direttamente con noi spettatori in modo comico e colloquiale. Il pubblico viene catapultato nella realtà contemporanea ed invitato a ragionare sulla morte di una persona che, per quanto sconosciuta, è pur sempre un essere umano, il che implica una responsabilità intrinseca nell’ osservarne rispetto e darle una identità. La Garuglieri indossa quindi il camice bianco alla stregua di un medico legale per analizzare questo corpo, cosa non facile dato che la famosa prova del DNA non si può praticare. Lo osserva nei dettagli più evidenti, abbandonandosi all’immaginazione di chi questa persona fosse stata in vita, rievocandone le sue origini quasi sicuramente africane e celebrandola a livello di racconto leggendario, con il sostegno stavolta di un sottofondo musicale dal carattere epico e di luci bianche dimmerabili e dall’intensità variabile. In chiusura, decide di rivolgere a questa povera anima la preghiera che stava per rivolgere al padre. Chiede l’accompagnamento di una musica romantica per rivolgerle ultime parole di addio e quasi supplicarla a compiere un atto d’amore verso l’umanità: quello di tornare indietro nel mondo mortale e svelarci cosa ci aspetta dall’altra parte, dando finalmente risposta a quella fatidica domanda che ci tormenta da sempre.

UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE E L’INCONTRO CON SANDRA GARUGLIERI

Nonostante l’argomento sia estremamente commuovente ed importante, l’ora di spettacolo riesce a scivolare via leggera grazie alla maestria dell’attrice e all’intesa profonda che si percepisce con l’autore. Ogni scelta registica è stata decisamente funzionale e logica alla realizzazione del monologo, perchè senza quella particolare luce o melodia in scena l’effetto finale non sarebbe risultato lo stesso. Vorrei anche esprimere infine a nome della redazione di Gufetto Firenze un sincero ringraziamento alla compagnia Atto Due (che ha celebrato nel 2018 i suoi primi trent’anni di attività) per avermi dato la possibilità di conoscere ed avere un piccolo scambio con l’attrice Sandra Garuglieri a fine spettacolo, cosa che ha decisamente rafforzato questa esperienza.

NESSUN ELENCO DI COSE STORTE

di Oscar De Summa
con Sandra Garuglieri
luci Matteo Gozzi
produzione Atto Due
con il contributo di Fondazione CR Firenze

Teatro della Limonaia, Sesto Fiorentino
domenica 31 ottobre 2021

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