Al Teatro Studio Uno va in scena fino al 23 ottobre un monologo dal fortissimo impatto emotivo per la regia di Alessandra Aricò, interpretato da Claudia Manini. Il titolo originale dell’opera è “Nix tu, Simona” scritto da Albert Pijuan.
Si racconta la storia di Simona, una bambina emarginata quasi per scelta, che vive di sensazioni forti e pulsioni primordiali mirati esclusivamente alla felicità sua e di chi le sta intorno. Per questo Simona è buona e cerca nelle persone vicine, e nei suoi amici scarabei, un modo per essere accettata e “diventare bella”.
L’attrice, seppur giovane, riporta la sua esperienza in un ruolo solo apparentemente infantile ma colmo di dissidi ed orrori. Attraverso un linguaggio puerile e disturbato, Simona comunica col pubblico muto e scioglie i nodi della sua storia in un crescendo di amarezza e tenerezza.
La scena rappresenta mille cose o niente. È composta da una poltrona e un’enorme palla, con cui Simona gioca ed esprime alcuni concetti ancora remoti alla sua lingua. Anche il tempo è incerto, ma nonostante questo, lo spettatore intuisce lo scorrere di pochi anni attraverso la narrazione della protagonista. Simona, vestita da bambina che non vuole crescere, gioca con e luci e le musiche di Marco Canaccini, che la aiutano nel preciso gioco viscerale alla quale è sottoposta la platea.
Simona esprime qualcosa che spesso ci piace ignorare, esprime l’assurdità del male che spesso si riversa sugli argini più deboli distruggendoli oppure creando qualcosa di meraviglioso. Simona sa che non può contare sulla sua famiglia, né su chi crede essere sua amica, e per questo si rivolge alla natura e alla sua perfezione, perché lei non giudica, non offende e da la vita.
Claudia Manini riesce a catturare l’attenzione di tutti pur evitando di mischiare il suo sguardo con quello degli spettatori, che le regalano un applauso profondo e triste.