MUSEO PASOLINI @ Teatro Nuovo: un viaggio a ritroso sulle macerie del nostro futuro

In scena al Teatro Nuovo di Napoli il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini dedicato alla memoria del grande poeta ed intellettuale italiano.

Apre il Museo Pasolini di Celestini: La storia di chi sa

Ascanio Celestini in MUSEO PASOLINI
Ascanio Celestini in MUSEO PASOLINI

Ascanio Celestini è un performer eccezionale.

Incarna perfettamente quell’enunciato fondamentale in virtù del quale il teatro è l’attore.

Anche in questo suo ultimo allestimento, nelle vesti di appassionato ed accorto storiografo, di portentoso narratore e attore, riesce a catalizzare su di sé una storia che ha il potere di dilatarsi ed aprire cerchi concentrici infiniti. Il suo carisma oratorio restituisce voce ai tanti testimoni interdetti o ammutoliti che la Storia ha silenziato con la minaccia di una pistola scarica, puntata alla tempia con decoro poliziesco.

E questa storia è la loro storia, la storia di chi sa, di chi conosce i nomi e i misfatti ma non ha le prove per dimostrarli né indizi.

Al Teatro Nuovo di Napoli, Celestini in scena con una porta e pochi oggetti

In scena sono posti pochissimi elementi: una vecchia porta di legno bianco ed alcuni oggetti, tra i quali un catino trasparente per il lavaggio di indumenti a mano, un recipiente per detersivi e alcune scatole dal profilo geometrico riverse in proscenio, a circondare un’unica sedia. All’interno di questi probabili rifiuti, intesi come segni di una civiltà ormai agonizzante, riverberano luci calde, soffuse, sostituite sporadicamente nel corso della funzione da due fasci luminosi, rosso e blu, utilizzati come sottolineature in momenti di particolare pathos narrativo.

Ascanio Celestini in MUSEO PASOLINI

Per tutta la durata dello spettacolo suona in sottofondo la fisarmonica di Gianluca Casadei: un perfetto accompagnamento musicale, la sonora evocazione di atmosfere tipicamente marginali, da balera provinciale o festa contadina.

Soltanto due volte il flusso inesauribile della cronaca verbale degli eventi verrà sospeso dall’intervento di voci fuori scena, quelle di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio, a riferire episodi di vita vissuta.

La chiave di volta di Museo Pasolini: Il Novecento come luogo del delitto

Celestini scrive del Patrio Poeta Pasolini e lo trasforma in un fil rouge che attraversa un intero secolo, quel Novecento simbolico che da breve s’è fatto lunghissimo, ed oggi più che mai rappresenta un’ipoteca con la quale dover fare i conti.

Assumendo su di sé il peso di una parentesi temporale paradigmatica, compresa tra le due date di nascita e morte del Poeta (5.3.1922 – 2.11.1975), Celestini svolge anno per anno l’intera cronologia di quel Passato storico che la cattiva coscienza ha rimosso e s’ostina a rimuovere, occultando la polvere dei morti ammazzati, delle vittime della Storia, sotto un tappeto istituzionale di omertosa ipocrisia e funzionale straniamento delle masse.

La drammaturgia e la regia di Ascanio Celestini in MUSEO PASOLINI

Ascanio Celestini in MUSEO PASOLINI

Da un punto di vista letterario il Celestini autore ci propone, apparentemente, un percorso ordinato e lineare attraverso i decenni imputati, prendendo in esame gli eventi fondamentali che hanno segnato la vita di Pasolini. Sfila per lungo tempo, nella dimensione orale del racconto, un elenco incalzante di aneddoti e fatti pregnanti: è il frutto, questo, del certosino lavoro di ricerca, acquisizione e conservazione compiuto sul campo, con la complicità delle testimonianze dirette, l’ausilio imprescindibile dei documenti esistenti e la persistenza di una memoria che invoca verità e giustizia.

Museo Pasolini: Il rapporto figura-sfondo tra Pasolini e il Novecento

Non è un caso che il riferimento all’era fascista segni l’inizio e la fine di questa visita “museale”, poiché tutta la vita del nostro Poeta, prisma antropologico di un’intera umanità proletaria, fu segnata dall’oscurantismo culturale, dai crimini efferati e dalle conseguenze nefaste che un ventennio di dittatura esercitò e prolungò in modo collaterale e tentacolare nella storia repubblicana.

La prospettiva biografica adottata non è però che un allenamento dello sguardo e lo sfondo sul quale progressivamente verrà proiettata una figura dai contorni sempre più precisi, il nostro Paese, l’Italia nel suo difficile e tragico percorso di formazione, laboratorio ideologico-politico che, proprio a partire dal Novecento, esibirà la sua identità di bestia irrazionale, impossibile da domare.

MUSEO PASOLINI: Celestini una guida d’eccezione

Quella di Celestini è una guida d’eccezione, che non si limita ad accompagnarci ma ci trascina quasi con veemenza indietro nel tempo; è un profondo conoscitore di fenomeni storici e meta-storici, che strega e incanta e tiene inchiodati al Vivo nel ricordo, veicolo di informazioni e interpretazioni cruciali.

Il pubblico accede ad una dimensione spirituale più che fisica, fondata su una comunicazione che porta alla condivisione.

E l’ultima funzione “museale” auspicata nel buio della sala, accolti come siamo all’appello e alle istanze di un processo che è insieme drammaturgico e giuridico, è quella dell’esposizione all’orrore suscitato dalla descrizione finale del cadavere di Pier Paolo, capro espiatorio della delittuosa incapacità del nostro popolo di ribellarsi alle manovre delle stragi e delle tensioni istituite, plebaglia corruttibile e manipolabile vocata ad un cieco sviluppo e non all’unico progresso possibile, quello delle coscienze e della crescita morale, intellettuale e culturale del Paese, ancora oggi incapace d’instaurare un’azione politica rivoluzionaria e assumere degna responsabilità civile.

Al Teatro Nuovo di Napoli dal 17 al 20 Novembre 2022

di e con Ascanio Celestini
voci di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio
musiche di Gianluca Casadei
suono Andrea Pesce
produzione Fabbrica Srl
contributo Regione Lazio e Fondo Unico 2021 sullo Spettacolo dal Vivo

PH. Musacchio Ianniello Pasqualini

Per leggere alcune altre recensioni di Gufetto di spettacoli di Ascanio Celestini:

SERATA CELESTINI COSE 8 RADIO CLANDESTINA LAIKA

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