Adolf prima di Hitler @Il Pozzo e il Pendolo: e se dalla repressione di se stessi dipendesse il destino dell’intera umanità?

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Il 9 dicembre al Teatro Il Pozzo e il Pendolo di Napoli è andata in scena una rappresentazione di Adolf prima di Hitler, spettacolo su un recente testo di Antonio Mocciola, che aveva già riempito per alcuni giorni di seguito la sala dell’Elicantropo qualche settimana prima e che è stato poi in scena anche a Roma.

ADOLF PRIMA DI HITLER

ADOLF PRIMA DI HITLER a sfida iL Pozzo e il Pendolo

Liberamente tratto dalla biografia “Il giovane Hitler che conobbi” scritta da Gustav Kubizek, musicista figlio di un tappezziere, riguardo i quattro intensissimi anni passati accanto al dittatore austriaco, prima che diventasse tale, lo spettacolo è una drammaturgia di Antonio Mocciola messo in scena da Diego Sommaripa, che di solito sono una coppia che non delude.
Stavolta sfidano il salotto de Il pozzo e il pendolo che, con le sue poltrone della comodità ideale per godersi davvero uno spettacolo o per farsi una ricca dormita (qualora lo spettacolo non riesca a mantenere viva l’attenzione dello spettatore) è per questo un palcoscenico speciale e rischioso, dove è assolutamente vietato essere noiosi, pena il sottofondo di nasi russanti e respiri pesanti che di solito non è propriamente da interpretarsi come un complimento.
Stanca morta, mi guadagno la mia posizione, sistemo la schiena, il collo e le gambe, e sto già pensando che dormirei volentieri, quando la scena buia si accende: la donna già seduta in un angolo del palco e i due uomini che intanto sono comparsi ai lati della platea si animano.

ADOLF PRIMA DI HITLER a IL Pozzo e il Pendolo

ADOLF PRIMA DI HITLER

Comincia così un dialogo tra due ragazzi, uno è Gustav, l’altro è, appunto, Adolf, che ha l’abitudine di andare in giro per Vienna a scrutare e ascoltare, perché “deve capire”. Si sono incontrati a Leitz, anni prima, e ora vivono qui da una affittacamere cecoslovacca. Adolf è stato considerato “non idoneo” al servizio militare per le sue condizioni fisiche, e la cosa è molto umiliante, per lui che si ritiene un grande patriota, ma non si arrende, continua a ragionare in modo ossessivo sul bene della sua patria e si interessa in modo molto molto appassionato e concreto soprattutto di urbanistica.
Si è dato un perfetto “amore” immaginario per una donna borghese perfetta di nome Stephanie e si sfoga parlando con la madre defunta. In questi focosi quasi deliranti momenti del giovane Adolf vediamo inserirsi Gustav, che ci appare subito più consapevole del suo amico e di lui evidentemente innamorato. Gustav è la figura che mette in crisi la coerenza di qualsiasi piano di Adolf, perché, come diventa chiaro ben presto sebbene sempre implicito, lui ricambia fortemente i sentimenti dell’amico, al punto da mostrare in alcuni momenti anche una forte gelosia, da desiderare che si vestano sempre uguali, da vietare che in futuro nel loro nido entrino mai donne.

Tutto potrebbe ancora succedere PRIMA DI HITLER

Tutto questo però è chiaramente qualcosa che da un personaggio del genere non può essere espresso, complici anche le interruzioni della padrona di casa con i suoi commenti antisemiti: per una sua personale antipatia verso gli ebrei, pretende di sottoporre Adolf ad un’imbarazzante prova della circoncisione, per assicurarsi che non sia ebreo. L’episodio, su cui non faccio ulteriori spoiler, diventa un motivo di rottura della trama e da quel momento tutto potrebbe succedere. E viene ancora raccontato qualcosa di quel “tutto potrebbe succedere”.

Purtroppo, sappiamo come è andata. Ma il punto è proprio lì. Fermarsi a osservare quei passi quando ancora tutti poteva succedere o ancora meglio, poteva NON succedere.

Un ipotetico ma possibile ADOLF PRIMA DI HITLER

Non credo che questo Adolf che vediamo in scena possa essere molto più che una supposizione, ma ha decisamente qualcosa di credibile: Mocciola e Sommaripa uniscono i puntini, ovvero gli elementi del libro, e ne tirano fuori un messaggio, universale e molto convincente.

Sensualità e violenza per rappresentare la negazione dell’omosessualità

ADOLF PRIMA DI HITLER

Ci sono alcuni momenti dello spettacolo in cui Mocciola utilizza in modo molto netto (cosa che torna spesso nelle sue drammaturgie) questo mix di sensualità e violenza per descrivere la negazione dell’omosessualità da parte del protagonista, e devo dire che Sommaripa in questo lo segue molto bene. Il rapporto tra Gustav e Adolf (gli affiatatissimi Francesco Barra e Vincenzo Coppola) è un modo per esplodere il personaggio di Adolf Hitler e sviscerarlo, dargli come un dopplegänger, un doppio, come se la sua parte sana, la sua coscienza, se vogliamo la parte di sé che gli vuole bene, che lo ama, in quei 4 anni si fosse fatta altro da lui, e gli parlasse, prima di abbandonarlo del tutto.  

Gustav lo attira verso il bello, verso la sua identità

Gustav cerca di mostrargli ancora che il mondo che lui sta fantasticando di abbattere e ricostruire ha ancora del bello, cerca di fargli scoprire l’amore, quello vero, non quello per un’ipocrisia borghese. Gustav cerca di farlo desistere da un’ossessione, Gustav lo esalta, crede in lui, cerca di mostrargli le sue qualità e lo sprona a coltivarle invitandolo a non rimanere fissato sulle cose per le quali il mondo non lo ha considerato adatto.

Frustrazione e paura nel giovane ADOLF PRIMA DI HITLER

Tutto questo mentre Adolf è in una spirale di confusione, frustrazione e paura, si sente rifiutato, si sente inadatto, si sente scadente, sente di dover fare qualcosa per essere considerato utile anzi migliore.

Il ruolo della società in ADOLF PRIMA DI HITLER

ADOLF PRIMA DI HITLER

In questa lotta tutta personale, si inserisce il terzo personaggio, che farebbe da sfondo ma finisce per interferire, la città, la casa, la padrona di casa: ovvero la società.
Ad un certo punto dello spettacolo, verso la fine, la padrona di casa, facendo un salto in avanti nel tempo, si scusa, per non aver capito chi avesse davanti e per le cose che gli aveva detto. Beh, certo. Tutto il mondo si è scusato per non aver capito, per tutte le sciocche cattiverie che sono state dette, scritte, urlate negli anni prima e durante il periodo nazista. Tutti quelli che hanno appoggiato Hitler si sono scusati. Tutti hanno detto “io non credevo”, “io non pensavo”, “io dicevo per dire”, “io non volevo mica si arrivasse a tanto”. Ma non si può in nessun modo pensare alla figura di Adolf Hitler o di qualunque altro personaggio storico, senza considerare tutti quelli che partecipano pure solo con uno slogan o con un commento, per poi dire un giorno “io non credevo, io non pensavo”.

Tenere questo personaggio nello spettacolo, inserito in questo modo, con tanta grazia, crea a mio parere una dinamica davvero vincente, con il giusto equilibrio tra il peso dell’interiorità della persona e la sua relazione dialettica con la società.

Uno spettacolo con un messaggio importante. Nessuna noia.

ADOLF PRIMA DI HITLER

Uno spettacolo del genere, soprattutto di questi tempi, e con quello che sta succedendo a proposito del DDL ZAN, direi che apre moltissimi spunti di riflessione, indipendentemente dal credere che Adolf Hitler fosse o meno omosessuale davvero, perché il punto sta, come sempre, nella discriminazione e nella repressione che ne consegue.

Non sto dicendo che ogni ragazzino costretto a reprimere la propria identità poi sterminerà un intero popolo prima dei suoi 60 anni (o almeno spero), però dico che far soffrire una persona per qualcosa di così gratuito come la discriminazione alla fine ha sempre un costo, sia per quella persona che per la società, e questo vale anche se ci rifiutiamo di vederlo, anche se poi questi figli fingiamo di non averli, anche se gli neghiamo diritti, anche se li mettiamo ai margini, anche se gli concediamo solo pietà e carità, di qualsiasi tipo di identità e di discriminazione si tratti.

In definitiva, decisamente di noia proprio non si può parlare, prova delle poltrone di Annamaria Russo, superata a pieni voti.

visto il 9 dicembre 2021

Adolf prima di Hitler – Cast

Drammaturgia di Antonio Mocciola

regia Diego Sommaripa

con Gabriella Cerino, Vincenzo Coppola, Francesco Barra

aiuto regia Katia Girasole
musiche Gianluigi Capasso
Costumi Dora Occupato

Trucco Forma e Colore Agostino Amore
presentato da Gabbianella Club & Resistenza Teatro

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