MIO EROE @Teatro Cantiere Florida. Tre madri davanti alla croce

C’è un piccolo prato verde, costellato da rose di carta, un cimitero intimo dell’anima, illuminato nel centro del palco, una stretta panchina di libri accastatati, segno della storia di guerre che accompagna l’uomo, suo malgrado. Suonano calmi e dolenti un violoncello e una viola, come un vento caldo e avvolgente, che invade la platea. C’è una donna, con una modesta veste grigia, che ci guarda, con le palpebre stanche, la mani giunte, gli occhi lucidi. Il suo cuore è rimasto in Afghanistan, a Bala Murghab, nelle missioni chiamate di Pace, ma dove si contano i morti di Guerra.

Senza spazio alla finzione scenica e all’illusione del teatro, Giuliana Musso, con MIO EROE, produzione La Corte Ospitale, apre la stagione del Teatro Cantiere Florida. Racconta il dramma nitido e assoluto, di tre Madri Madonne, a cui la guerra ha strappato i Figli dalle braccia. Eroi, inutili, nella insensatezza della guerra: Mauro, Stefano, Michele, e molti altri, i nomi che potrebbe elencare, infiniti e comuni, come le vittime, tutte uguali, tutte diverse, come le madri che piangono i figli, senza possibilità di lenire le ferite.

Giuliana Musso, autrice di questo testo perfetto, crudo nella verità del dolore, si conferma un’abile attrice, capace di ipnotizzarci, di commuoverci, di farci arrabbiare contro l’insensatezza del dolore. Nessuna concessione oltre ai racconti delle tre madri, disegnate nello spazio dalla Musso, con piccole differenze nelle posizioni delle mani, negli sguardi, diverse per esperienza, cultura e religione, ma uguali nel dolore, ciascuna con la sua unica reazione alla paura e alla morte, semplice, arrabbiata o incredula, composta o sconvolta, ma piena di dignità. Tutte le madri sono uguali. I ritratti dei figli, i ricordi, le loro parole dritte al cuore, ci lasciano sgomenti e commossi sulle seggioline del teatro a fine dei monologhi.

Questo spettacolo fa riflettere, affronta con coraggio un tema scomodo, doloroso; le storie ci divorano dentro, ci feriscono in faccia come un vento di montagna, come la neve, bianca e gelida, come i fiori lanciati con violenza a terra. Sa essere universale e poetico, politico e vero.

Gino Strada diceva che la guerra è la più grande vergogna dell’umanità, Giuliana Musso ci dice che solo l’intelligenza dei sentimenti può esserne l’antidoto. Non inventa niente, le storie sono ispirate alle biografie dei 53 militari italiani caduti in Afghanistan tra il 2001 e il 2014, ed affida le paroli alle madri, perchè questi ragazzi non sono nati dai sassi!

E questa verità, arriva come un macigno, per lanciare un grido politico e duro contro le guerre, questa e le altre, tutte inutili e folli. Le donne, le madri, dicono quello che tutti pensano: nessuno vuole la guerra. E allora perchè? Affrante, furiose, rassegnate, lievi e straziate, le donne cantano la vita: sono madri che generano e vestali della morte, sono lacrime, sono odio e amore senza confini, assoluto, forte e indissolubile. Un inno alla vita.

Per me sei figlio, vita morente,
ti portò cieco questo mio ventre,
come nel grembo, e adesso in croce,
ti chiama amore questa mia voce.

Fabrizio De André, Tre madri

MIO EROE
di e con Giuliana Musso
Regia Giuliana Musso
Collaborazione alla drammaturgia Alberto Rizzi
Scene e assistenza Tiziana De Mario
Musiche eseguite da Andrea Musto
Direzione Tecnica Claudio Poldo Parrino
Foto Adriano Ferrara
Sarta Nuvia Valestri
Organizzazione Miriam Paschini
Produzione La Corte Ospitale

Teatro Cantiere Florida
20 e 21 ottobre 2017

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF