MINCHIA SIGNOR TENENTE @ Teatro Gioiello: fra risate e ricostruzioni storiche

La ricostruzione di un tipico ufficio dei carabinieri del sud Italia. Questo lo sfondo in cui si svolgeranno le vicende di un gruppo di Carabinieri dislocati in un piccolo paesino della provincia siciliana dove non succede mai nulla.

Tra luoghi comuni, inflessioni dialettali da diverse parti del sud Italia e reminiscenze da commedia napoletana, lo spettacolo si dipana ina una serie di personaggi e gag spassossi e incalzanti, come se stessimo assistendo ad una leggera commedia dove si mescolano piccole ambizioni, quelle di chi vorrebbe realmente fare qualcosa, amori osteggiati, quello di una pasticcera e di un giovane carabiniere che non può avere relazioni sentimentali per regolamento, e i tratti sonnollenti di un meridione da stereotipo. Quando poi arriva un efficiente Tenente del nord sembra chiaro e confermata la natura dello spettacolo. E invece non è così.

Ci sono indizi, seminati qui e lì, che piano piano crescono. La commedia prende una piega inaspettata, amara, che chiuderà con un deciso pugno allo stomaco del pubblico. Perché quella normalità, un po’ stereotipata, un po’ familiare che abbiamo vissuto nei minuti precedenti troverà la tragica conclusione quando la realtà dei fatti del 23 maggio 1992.

Prendendo ispirazione dall’omonima canzone di Giorgio Faletti, lo spettacolo scritto da Antonio Grosso, che ne è anche interprete, e con la regia Nicola Pistoia, colpisce, mantenendo un ritmo e un bell’equilibrio tra le sue due identità. La commedia è spumeggiante, merito del cast, trainato dallo stesso Grosso, che in alcuni punti riesce anche a permettersi dei gustosissimi momenti di improvvisazione. Le sue finalità, chiuse con una carrellata di foto e immagini proiettate sullo sfondo, arrivano con grande effetto.

A corollario lo spettacolo si fa anche promotore di un importante iniziativa, quella del Movimento delle Agende Rosse, un organizzazione di sensibilizzazione nato con Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, e che fa riferimento all’agenda del magistrato, sparita dopo l’attentato.

Una piacevole sorpresa, un modo diverso di prendere due temi molto diversi e metterli insieme per ottenenere una piacevole rappresentazione il riesce a conferire un impatto ancora più forte al movente della storia (ma anche Storia) che vuole raccontare. Se normalmente quello che si cerca trattando certi fatti e argomenti come la mafia è qualcosa "per non dimenticare", questo è sicuramente un promemoria ben riuscito.

Info:
Minchia Signor Tenente
Visto al 
Teatro Gioiello

(da giovedì a sabato ore 21 – domenica ore 16 – scolastica su prenotazione al mattino il 2 dicembre)
ANTONIO GROSSO   GASPARE DI STEFANO
FEDERICA CARRUBA TOSCANO   FRANCESCO NANNARELLI
ANTONELLO PASCALE    FRANCESCO SIGILLINO
ARIELE VINCENTI

commedia di Antonio Grosso – regia Nicola Pistoia
scene Fabiana Di Marco – costumi Maria Marinaro – luci Gigi Ascione – produzione La Bilancia

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