MAZE @Teatro Cantiere Florida: l’arte in una carezza

MAZE, in tournee dal 2018, è la seconda produzione della Compagnia Unterwasser. Arriva a Firenze il 15 ottobre, al Teatro Cantiere Florida, che è sempre attento alla contemporaneità. Quest’opera magica, pervasa di tenerezza, ha il dono di rapirci, dandoci accesso al ricco materiale inconscio in cui l’anima nuota e si nutre. Apprezziamo questa fioritura, questa carezza salvifica, ancor più in una fase storica oppressa da paure e disorientamento.

a cura di Chiara Guarducci e Sonia Coppoli – redazione Gufetto Firenze

Oggetti colorati sono cosparsi sul palco come a disegnare un labirinto di acchiappasogni o trappole. Quando il buio scende, si accende la tela dello schermo, lentamente si anima. Emergono suoni e immagini embrionali. Un passaggio di luce, come un riverbero dorato, torna tra i filamenti neri che fluttuano dentro a un’acqua amniotica, dentro a quel magma comune a ogni origine possibile.
Il racconto di questa live performance non ha bisogno di nessuna parola, mostra la sua potenza onirica fin dalle prime immagini che smuovono il luogo segreto di un primaQuesto prima si espande col suo calore enigmatico lungo tutto lo spettacolo. È una non terra e quel che conta è lasciarsi trasportare, sentire e non afferrare e riconoscere. I nostri codici attinenti al controllo si struggono come burro, siamo nel pieno di un’immaginazione liquida che buca la realtà. Un battito, una palpebra che si apre e si chiude. La protagonista resta invisibile, è tutto in soggettiva, con accurati cambi di inquadratura. La cifra poetica è incessante, la colonna sonora si fonde mirabilmente a questo viaggio dai tempi dilatati. Lo sguardo di questa creatura, da quando viene al mondo a quando senza strappi lo lascia, non perderà mai l’incanto di un infinito che si dischiude da ogni dettaglio. È questa visione trasfigurante la membrana e il midollo della ‘pellicola’, che riesce a condensare in pochi passaggi le tracce essenziali di una vita.

Dalla culla la creatura si vede a ridosso i balocchi sospesi, le facce dei genitori e la parete azzurra della propria stanza. I colori predominanti sono l’azzurro, il rosso e l’ocra. Crescendo sale sulle giostre dei giardini ed è dalle forme di queste strutture che vede la città e gli altri. Quando entra anche lei nel girotondo più oscuro e intermittente degli adulti. A dare fisicità alle scene e alle figure che scorrono sono le presenze, gli oggetti fatti a mano che le tre performer sollevano e muovano dentro la luce del proiettore con sorprendente abilità e precisione. Una grafica ricca di riferimenti pittorici, volti che ricordano Calder, Modigliani e Schiele, forme alla Mirò, scale e porte moltiplicate che evocano la geometria di Escher, ogni immagine è memorabile. L’estetica ha una corrispondenza con l’estatico e non ha mai cedimenti. Dal sogno in cui si immerge dopo un’anestesia all’ospedale entra la carne del corpo: una lenta e ipnotica nuotata in piscina, ripresa da sotto la superficie, le braccia si muovono armoniosamente per aprire l’acqua e continuare, continuare, fino a un paesaggio astratto, indistinto, vivo delle pulsazioni più profonde, come a portare l’inizio in un oltre ancor più lontano. E infine il sogno o il ricordo dell’amore, in un ballo tra figure leggerissime e l’apparizione del burattinaio che le muove, forse metafora dell’artista e di ognuno di noi. Ma le letture sono molteplici sempre, a ognuno i suoi risvegli, le sue suggestioni. Oceano, gabbiani e barche di una mattina qualsiasi. Fine. Una delicatezza rarissima, tutta al femminile. L’emozione è palpabile. Lasciamo controvoglia quest’atmosfera, e prima di uscire dal teatro, ci avviciniamo agli oggetti magici, quelle costruzioni, quelle sculture tridimensionali di fil di ferro, cartone e legno che han permesso questa bellezza.

MAZE
concept, creazione, performer Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio
musiche originali   Posho
progettazione luci  Matteo Rubagotti
con il sostegno di Théâtre La Licorne, Festival Città delle 100 scale, CasermArcheologica, Teatro del lavoro
Spettacolo finalista Premio Inbox 2019

Teatro Cantiere Florida, Firenze
giovedì 15 ottobre 2020

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