MADRE MONNEZZA  @Centro Culturale Artemia, un monologo straniante per la nuova pièce di Danilo Caiano

Siamo stati a vedere al Centro Culturale Artemia la seconda data della pièce “Madre monnezza”, scritta e diretta da Danilo Caiano e interpretato da Gisella Cesari. Un monologo che comincia in chiave comica ma che si rivela straniante e con forti risvolti drammatici. Ve lo raccontiamo con una recensione a cui segue un’intervista con l’autore e regista Danilo Caiano.

Madre Monnezza: il debutto della nuova pièce di Danilo Caiano @Artemia Off

Danilo Caiano è un giovane autore e regista di origini napoletane che ha studiato ed è attivo a Roma, città in cui vive da diversi anni, dove ha fondato, insieme all’attrice Gisella Cesari, la compagnia SinNombre Teatro. Avevamo già recensito il loro spettacolo “Frammenti Queer”, che era andato in scena lo scorso ottobre al Teatro Elettra, scritto e diretto da Danilo Caiano e interpretato da Gisella Cesari e Bruno Petrosino.  Madre Monnezza, coprodotto da SinNombre teatro e dal Centro Culturale Artemia, ha debuttato nell’ambito della rassegna di Teatro Sperimentale Artemia Off.

Madre monnezza: Il Centro Culturale Artemia

Ubicato nel quartiere portuense a Roma, con la direzione artistica della vulcanica Maria Paola Canepa, il Centro Culturale Artemia, oltre a offrire una proposta teatrale e culturale di primissimo livello, è una vera e propria fucina di talenti, poiché ospita annualmente il partecipato Festival nazionale di corti teatrali InCorti, che quest’anno si terrà dal 14 al 16 aprile. Lo spettacolo vincitore viene poi prodotto e ospitato l’anno successivo, per il debutto, proprio nel Teatro di Spazio Artemia. Il Centro Culturale è attivo su tematiche sociali e legate ai diritti: è giunta alla settima edizione la rassegna sui diritti delle donne “Il sipario delle donne”, attualmente in corso, inoltre nel 2022 si è svolta la prima edizione del festival di teatro LGBTQ+ Artemia+. Insomma, Artemia è un Centro Culturale che è un punto di riferimento cittadino prezioso e importante, uno di quegli spazi che, nel vasto ma a volte frammentario universo capitolino, resiste nel proporre una genuina cultura teatrale Off.

Madre Monnezza: un monologo di stampo classico nella tradizione del teatro di parola

Madre monnezza è un monologo di stampo “classico”, come lo definisce lo stesso autore. Classico perché affidato tutto al testo e all’interpretazione dell’ottima Gisella Cesari. Su una scena di un interno casalingo invaso da materiale sparso alla rinfusa, tra la mobilia, cartoni, bottiglie di plastica, immondizia e cianfrusaglie di vario tipo accatastate disordinatamente, si svolge il monologo in un atto unico che vede protagonista l’anziana Maria. La disordinata scenografia crea un effetto straniante, che stride con la simpatia spontanea della protagonista, un’accumulatrice seriale che vive in solitudine, appesantita dagli acciacchi dell’età, dall’artrite e dai ricordi di una vita che scorre verso la fine. L’anziana donna scambia battute improbabili con un animale domestico ancora più improbabile, il topolino albino Mollichino, che le risponde a suon di squittii. Le sue chiacchierate in solitaria con Mollichino vengono interrotte dalle telefonate del figlio che, in un effetto di crescendo drammatico, andranno a rievocare e svelare una verità terribile, che Maria ha provato inutilmente a cancellare dalla memoria nel corso degli anni e che trasforma la notizia di un lieto evento, la nascita di una nipote, in qualcosa di insopportabile da accettare.

Madre Monnezza: l’interpretazione di Gisella Cesari del monologo di Danilo Caiano

Gisella Cesari, che già ci aveva convinto con Frammenti Queer, si conferma attrice dalle grandi doti, bravissima e perfettamente a suo agio nei panni di un’anziana signora che cattura da subito il pubblico con la sua simpatia. La mimica facciale e la gestualità, l’uso delle pause, che enfatizzano battute e gag, insieme alla recitazione in un verace dialetto napoletano, molto credibile e naturale, hanno affascinato e divertito il pubblico, che le ha tributato calorosi applausi.

Madre Monnezza: un monologo straniante che affronta diverse tematiche

Madre Monnezza è un monologo dalle tinte cangianti, che è brillante e divertente quanto anche dal sapore agrodolce, che vira dall’ironia iniziale, attraverso momenti di sommessa malinconia, verso risvolti più propriamente tragici, mantenendo sempre una sua intima coerenza. A dispetto della durata di oltre un’ora (e forse l’autore potrebbe cercare di limare qualcosa), Gisella Cesari conduce il pubblico, senza cedimenti o sbavature, fino alla rivelazione del finale a sorpresa. Perché Madre Monnezza è anche, in qualche modo, un giallo, che affronta, oltre alla condizione della selinità, della marginalità e della solitudine, anche altri temi molto spinosi e drammatici. Ma per raccontarvelo meglio, vi rimandiamo alle parole dell’autore e regista, Danilo Caiano, a cui abbiamo fatto un’intervista che stiamo per pubblicare.

Madre monnezza: credits

Centro Culturale Artemia, Roma

24, 25 e 26 Febbraio 2023

Madre Monnezza

Testo e regia: Danilo Caiano

Con Gisella Cesari

Coprodotto da Centro Culturale Artemia

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