MADEINTERRANEO @ Teatro Studio Uno: storia di un eterno viaggio

MADEINTERRANEO, di e con Andrea Di Palma andato in scena al Teatro Studio Uno, è un racconto che parte dai luoghi del nostro mare Mediterraneo, ne attraversa la storia e arriva ai nostri giorni: un viaggio che si chiama migrazione, un processo continuo, necessario a chi ricerca il cambiamento, qualcosa di nuovo, di migliore, di diverso, non solo all’arrivo, ma nel viaggio stesso.

Il linguaggio di Andrea Di Palma passa attraverso stilemi consolidati del teatro di narrazione e stuzzica la coscienza civile e sociale partendo da un presupposto fondamentale: le migrazioni moderne, che partono dall’Africa e da Oriente per arrivare in questa Europa che ragiona sul come (e sul se) accogliere i viaggiatori, dovrebbero non stupirci, perchè il Mediterraneo è sempre stato solcato da rotte che lo hanno reso un mare profondamente mutevole nonostante la sua conformazione geografica chiusa.

Tradizione popolare e modernità si mischiano come le due correnti che mischiano le acque del Mediterraneo. La traversata di Enea in cerca di una nuova casa è il nucleo da cui si dipanano le altre storie fino ad arrivare al discorso sull'odierna rotta percorsa da chi fugge dal proprio paese in cerca di una possibilità e resta poi "a metà tra una terra che ci odia e un'altra che non ci vuole". Tra un' Europa che alza muri e chiude rotte, come quella balcanica, ed un paese in guerra, povero o che non offre alcun tipo di futuro. Ma che non ha mai alzato un muro "per la rotta del narcotraffico". 

Di Palma è solo sul palco, al centro tra due musicisti, Giacomo Gatto e Francesco Cellitti, che lo accompagnano con le chitarre e a volte anche con il canto. Ci racconta diverse storie, ognuna intervallata da un buio e accompagnata da musica. A volte anche dall'ocean drum (il tamburo del mare, appunto), che ci ricorda il suono delle onde del mare: da Cartagine, ovvero Tunisi, e dall'amore tra Enea e Didone all'amicizia con Palinuro, con cui ha navigato per setti anni in mare e all'incontro con Elena. Ma ci parla anche di cibo, di lingue e di culture, di come i vari popoli chiamano il mar Mediterraneo e di quel Mare Nostrum "che non sei nei cieli", la preghiera laica dello scrittore Erri De Luca per i migranti.

Come un bardo, l'antico poeta cantore di popoli, Di Palma narra un mito che fu ma che è sempre attuale: il viaggio di chi parte per conquistare un posto (il suo posto nel mondo), chi per conquistare se stesso, chi per fuggire da qualcuno o da qualcosa, come la fame, la guerra, un conflitto. La terra, l'Europa, è sempre stata attraversata da migrazioni di popoli, fa parte della natura umana migrare, è parte della nostra storia. Perché mai oggi ci sembra tutto così strano e assurdo? Perché questa paura di essere invasi? L'autore ci ricorda che la stessa Europa è figlia di una traversata in mare, quello stesso mare che oggi separa da un luogo chiamato casa a un luogo chiamato "cosa?". Che lascia in un limbo. Che è in preda alla paura dei confini, quella di chi è troppo chiuso in se stesso per aprirsi verso l'Altro.

Nel suo lungo monologo, il nostro narratore corre, incespica più volte e poi riprende. Con naturalezza, ma ci dispiace. Ci disconnette un po' da ciò che ascoltiamo, ci desta dall'incanto della narrazione. E' interessante quello che racconta e come lo racconta, e anche se gesticola tanto, nel ruolo di bardo non infastidisce.

Ci sarebbero fiumi di parole da spendere su questo tema, e se qualcuno andasse più a fondo anche un mare di lacrime, come quelle per chi sul fondo del Mediterraneo ci resta, come quelle versate dalla donna di colore che è "partita da mmama, ma è arrivata da sola". E' sensibile e tenero il dialogo tra la donna che passeggia sulla spiaggia con il suo dolore e la tartarughina caretta caretta sull'Isola dei Conigli a Lampedusa, che le va incontro, cercando ingenuamente ma con sincerità, di consolarla.

In questo mare di parole, tra racconti del passato, versi e linguaggio poetico, l'autore inserisce fondate e grandi verità. Ma lo invitiamo a prendersi il suo tempo, a non correre e a dare piena luce alle parole che in questo testo sono ben scritte e anche ben raccontate. 

 

Info

Madeinterraneo

Teatro Studio Uno dal 27 al 30 ottobre 2016

di e con Andrea Di Palma

musiche di Giacomo Gatto e Francesco Cellitti

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