MACBETTU @ Teatro Argentina: parole di pietra

Siamo stati alla prima di MACBETTU al Teatro Argentina di Roma (in scena fino al 5 maggio): un testo tratto dal Macbeth di William Shakespeare, che abbiamo già visto a Bologna al Teatro Era, e a Firenze al Cantiere Florida. Regia, scene, luci, costumi di Alessandro Serra. Vincitore nel 2017 del premio UBU come miglior spettacolo. In scena la Compagnia Teatropersona.

Il “Macbeth”, presentato probabilmente a corte nei primi anni del seicento, è uno dei capolavori di William Shakespeare sulle nefandezze commesse, al fine di raggiungere il potere, da parte del barone omonimo, persuaso a questo scopo dalla famigerata Lady Macbeth, complice di sanguinosi crimini nella corte medievale.
La versione di Serra è tetra, aspra e impregna la rappresentazione di una cupezza che non lascia spazio a distrazioni o divagazioni. 
Gli attori, tutti uomini (secondo il più filologico teatro shakespeariano), possenti, virili e perfettamente concentrati sfoggiano ottime capacità interpretative e fisiche, mantenendo sempre incandescente la tragicità del testo in sardo, sottotitolato.
Ma si ride pure, forse anche troppo (qualche scolaresca esuberante!?) anche se l’angoscia è più che mai a portata di mano nella constatazione della banalità del male chioserebbe la Arendt.

I ritmi supportano movimenti scenici di forte potenza espressiva.
Scene essenziali con tre lunghi tavoli di metallo che si fanno: parete, porte del castello dove si compie l'uccisione di Duncan e del suo seguito, su cui cammina lo spettro di Banquo, che calpesta un tappeto di pane, rigorosamente carasau, in un inquietante scricchiolio e, infine, alberi della foresta.
Il riferimento all’arte poverista si coglie non solo nell’essenzialità delle figurazioni ma soprattutto nei momenti in cui la “rappresentazione” cede il passo alla semplice “presentazione” degli oggetti. 
E’ qui che la messa in scena, ricca di materiali prelevati dalla realtà viva dei luoghi di riferimento, degli “object trouvè” alla Jannis Kounellis, si fa felicemente evocativa dell’odore pungente e dei sapori della Sardegna arcaica.
Neri, terrosi i costumi con qualche venatura di bianco, camicie, sottane, vaghi accenni di rosso per il vino e per il sangue; materiali poveri, panee, corde e pietre di pietra e non di gomma come si usa, raccolte là dove servivano a erigere un muro, un nuraghe o a uccidere un nemico o un animale.
La lingua insulare è cruda, dura, ruvida, cantilenante ed emana sonorità primitive che rievocano profondità oscure, intrise di rituali dionisiaci e primordiali, accompagnata da suoni di campanacci, sibili, colpi secchi, mormorii, ronzii.

Alessandro Serra firma uno spettacolo innovativo e sperimentale che presenta però alcune lungaggini evitabili in un contesto di questa qualità.
Il pubblico elargisce generosi applausi alla Compagnia Teatropersona.

MACBETTU
di Alessandro Serra
tratto dal Macbeth di William Shakespeare
regia, scene, luci, costumi Alessandro Serra
con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Andrea Carroni
Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino
traduzione in sardo e consulenza linguistica Giovanni Carroni
collaborazione ai movimenti di scena Chiara Michelini
musiche pietre sonore Pinuccio Sciola
composizioni pietre sonore Marcellino Garau

orari spettacolo
prima ore 21.00
venerdì ore 21.00
sabato ore 19.00
domenica ore 17.00
durata 90'
spettacolo in sardo barbagino con sopratitoli in italiano

produzione Sardegna Teatro, Compagnia Teatropersona
con il sostegno di Fondazione Pinuccio Sciola, Cedac Circuito Regionale Sardegna

 

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