La compagnia Teatropersona di Alessandro Serra porta finalmente all’Arena del Sole Macbettu, tratto dal Macbeth di William Shakespeare. Un pezzo di grande teatro uno spettacolo ipnotico di corpi, materiali e ritmi.

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MACBETTU: COME RENDERE GIUSTIZIA AD UN CLASSICO
Il Macbettu di Serra è fedele alla storia del condottiero che, dopo la profezia di tre streghe entra in un vortice di ambizione, violenza e orrore, fino a venire ucciso dalla sua stessa tracotanza. Uno spettacolo allo stesso tempo primordiale e attuale, reso alla perfezione dal lavoro di Serra sia a livello scenico e registico che linguistico.
DA SHAKESPEARE AL CARNEVALE SARDO
Un’idea che nasce da un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. I suoni cupi dei campanacci, le pelli di animale, la carne viva, le maschere, il vino che è anche sangue, la forza della natura in perenne tensione con l’uomo che la abita, l’inverno buio e arido. Ed è questo ciò che vediamo sul palco.

UN CAST STRAORDINARIO PERFETTAMENTE INSERITO NELLA PARTITURA
Gli attori sono tutti uomini, come vuole la tradizione shakespeariana, che indipendentemente da età, genere e etnia devono impersonare non tanto una persona o un personaggio ma un carattere, un archetipo.
LADY MACBETH E MACBETH, DUE MACIGNI IMPONENTI E FRAGILI
Lady Macbeth è alta e sovrasta per stazza e sicurezza Macbeth, ma allo stesso tempo verso la fine è tanto più fragile, e il lavoro di Fulvio Accogli che passa dall’essere una regina ambiziosa e inarrestabile ad un fuscello di carne che si sgretola sotto il peso delle proprie azioni si incastra perfettamente con Felice Montervino/Macbeth, che anche se meno imponente, è solido e ben piantato come un macigno dall’inizio alla fine, anche quando il tragico destino del suo personaggio è ormai evidente.
UN ENSEMBLE ORGANICO E POTENTE
Maurizio Giordo è un portiere che incarna perfettamente il presagio di sventura mascherato da intermezzo comico che è il buffone originale di Shakespeare. Insieme a lui Andrea Bartolomeo, Alessandro Burzotta, Giovanni Carroni, Mirko Iurlaro e Stefano Mereu sono un ensemble straordinario che si giostra abilmente i ruoli della corte, delle streghe (inquietanti ed esilaranti), dei soldati, di Duncan, Malcolm e Macduff, facendo sembrare tutto così semplice e naturale. Corpi e voci perfettamente inseriti nella precisissima partitura di Alessandro Serra rischiano di sparire soffocati da essa, ma per un pelo riemergono e sono una gioia per gli occhi e le orecchie.
MACBETTU: LINGUA CHE DIVENTA TEATRO PURO
Macbettu è recitato in sardo. Giovanni Carroni è sia il nostro Banquo che il traduttore e consulente linguistico dello spettacolo. La lingua sarda dà il giusto peso e spessore al testo shakesperiano, salvandolo dal tipico massacro del teatro: per non essere semplice letteratura enunciata, il testo originale ha sempre bisogno di una totale rivisitazione per poterci arrivare in tutta la sua potenza e sensibilità.
L’ARIDA SCENOGRAFIA DI MACBETTU
Una Scozia che è anche la Sardegna. Evocazione delle antiche civiltà nuragiche nei costumi, nella robustezza e durezza dell’anima sarda e nella scenografia spoglia, crudele e poco accogliente. I sassi e le pietre e le gigantesche lamiere che troneggiano sulla scena non ci fanno sentire accolti, ma come sicuramente non fanno sentire accolti i personaggi. Guardandolo riusciamo a sentire l’odore della polvere lanciata dalle streghe, il freddo della pietra e il ruvido del terreno.
LAMIERA ASSORDANTE
Lo spettacolo inizia e finisce con l’assordante suono delle lamiere che vengono percosse, prima come se fosse una pioggia mortale e infine dai pugni di Macduff. Questo crea subito il mood per la solennità e la cupezza di ciò che stiamo per guardare. Marcellino Garau ha fatto un lavoro splendido con le pietre sonore, che rimbombano nel silenzio come gli atroci pensieri dei personaggi.

MACBETTU: UN PICCOLO GIOIELLO
Serra fa un lavoro magistrale nell’estrarre dal Macbeth una storia attuale e primordiale, gli elementi universali di opera che potremmo incontrare in ogni angolo del mondo. Perché è questo che bisognerebbe fare con Shakespeare, o con qualunque classico d’altronde: individuarne gli archetipi e i meccanismi che sono propri della natura umana. Il teatro non è che questo.
Di: Alessandro Serra
Tratto da: Macbeth di William Shakespeare
Traduzione in sardo e consulenza linguistica: Giovanni Carroni
Con: Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Alessandro Burzotta, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Mirko Iurlaro, Stefano Mereu, Felice Montervino
Regia, scene, luci, costumi: Alessandro Serra