LOURDES@Teatro dell'Orologio: l'altra faccia di un pellegrinaggio

Il termine di ogni viaggio coincide sempre, tra le altre cose, con la somma delle esperienze di vita incontrate, dei dialoghi intrattenuti, degli imprevisti più o meno agevolmente superati. L’epifania della meta raggiunta, quando una meta c’è, risulta essere infine sempre un po’ avulsa da tutto il resto, avvolta in una patina di suggestione ed aspettative, coronata dalla necessità di un sigillo finale.

Così avviene in LOURDES, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Rosa Matteucci edito nel 1998 da Adelphi e già vincitore lo scorso anno del festival I Teatri del Sacro, ora nuovamente messo in scena da Luca Ricci al Teatro dell’Orologio, dove è in replica fino a domenica 28 febbraio.
Unico interprete, Andrea Cosentino ritrae energicamente non solo la donna protagonista della vicenda, ma anche tutte le figure che la attorniano e con le quali entra in contatto, divenendo spettatrice lei stessa di una babele di caratteri difformi e stravaganti, accomunati da una medesima necessità di rivalsa o, forse più semplicemente, solo di speranza. Quello proposto dallo spettacolo è il viaggio per eccellenza, il viaggio dei miracoli, narrato da una dama di carità che decide di intraprendere il percorso per trovare un senso a quello che tra i dolori è il più grande, il dolore della perdita di una persona amata. Nel suo caso quella del padre.

Lungi dall’essere un dramma dai toni dolorosi, LOURDES è un itinerario nel comico che qualifica l’umanità anche e proprio nei contesti di maggiore religiosità. L’esistenza di provincia che i personaggi conducono enfatizza il buffo, facendo emergere caratteri tipici di un folclore ad ogni spettatore di sicuro ben noto. Dalla stazione di Orvieto, Maria parte come dama di carità, con l’intenzione di giungere nel luogo santo a chiedere spiegazioni circa l’assurda morte del genitore.

Se le intenzioni di partenza sono serie, ben meno rivela esserlo la piega che prende il viaggio. Personaggi tanto esemplari quanto ridicoli e divertenti mettono a dura prova la pazienza della donna. Prime fra tutte due cugine diabetiche e bisbetiche, animate da una certa rivalità e dallo spirito del capriccio che contraddistingue talvolta l’età avanzata. Si scontrano, battibeccano e concorrono a rendere particolarmente difficile il viaggio di Maria. Altro personaggio emblematico è Marino, che si fa sovente animatore del gruppo proponendo barzellette all’altoparlante e che sarà poi colui che metterà fine all’illusione di un nascente amore da parte della donna. Quelli che Maria incontra non sono i veri bisognosi di aiuto ai quali aveva pensato intraprendendo il viaggio, ma uomini e donne in cerca della risoluzione di un qualche proprio disagio nel quotidiano, vittime di un’esistenza talvolta burlona, pronti a giocare l’ultima carta importante per ottenere il proprio miracolo. A calare l’asso, come consiglia la stralunata compagna di stanza alla dama di carità.

Lo spettatore incontra Maria svestita dagli abiti della sua missione, in attesa che vengano riaperti i cancelli del luogo santo. La donna inizia a cantilenare la storia presente ancorandola al passato dell’infanzia. Indossa dunque i panni dell’incarico intrapreso e ripercorre la vicenda, il tragitto dal principio al momento attuale. Dopo aver riso delle sue sventure, il pubblico la ritrova nel medesimo punto del palco ed assiste alla conclusione del suo personale pellegrinaggio, quando ormai, estenuata e malridotta, sembra aver rinunciato a dar soluzione al suo conflitto di fede. Nel mezzo la processione di personaggi della quale si è detto.

A costituire la scenografia della messa in scena solo una pedana rialzata sul lato sinistro del palco, sopra la quale trova collocazione la sedia del racconto di Maria e, sopra di essa, l’appendiabiti sul quale è conservata la bizzarra divisa. Ad accompagnare lo spettacolo invece, assecondandone le modulazioni umorali, sono la voce e la musica dal vivo di Danila Massimi, che alternano toni dalla solennità clericale ad altri di maggior leggerezza, avvicendando l’utilizzo di un abbondante numero di insolite percussioni. LOURDES è dunque un viaggio, un pellegrinaggio consigliato a chiunque trovi nella partecipazione al fluire dissacrante di certi racconti e nel divertimento che ne deriva la forma più compiuta di religiosità.


NOTE STAMPA

Va in scena per DOMINIO PUBBLICO al Teatro dell’Orologio dal 18 al 28 febbraio LOURDES, libero adattamento dall’omonimo libro di Rosa Matteucci (Adelphi, 1998) messo in scena dalla ultimo lavoro della compagnia CapoTrave (vedi sotto).
L’adattamento e la regia sono firmati da Luca Ricci con Andrea Cosentino che ha collaborato alla scrittura scenica Andrea Cosentino

Liberamente adattato dall’omonimo romanzo d’esordio di Rosa Matteucci (Adelphi, 1998), lo spettacolo diretto da Luca Ricci dà vita a un divertente carnevale di personaggi, ciascuno con le proprie aspettative e speranze, tutti in viaggio verso Lourdes, tutti in attesa di un miracolo.
Il linguaggio misto di aulico e dialettale, i numerosi coprotagonisti o anche piccole apparizioni, coralmente disegnano un'umanità così disperata da sconfinare nella più grande comicità. E’ una sorta di mistero buffo contemporaneo, decisamente connotato in senso grottesco che, nell'interpretazione di Andrea Cosentino, si apre a una spettacolarizzazione al contempo popolare e virtuosistica.
Lo spettacolo traccia una strada sghemba e irregolare verso quello che è tutti gli effetti un abbandono alla fede e dunque una conversione.

 

La Compagnia CapoTrave
CapoTrave è una compagnia teatrale fondata nel 2003, e dal 2009 ha sede a Sansepolcro (Ar). Nel corso della sua attività decennale ha ideato e organizzato Kilowatt: l’energia della scena contemporanea (Premio Ubu 2010), uno dei più importanti festival italiani dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea.
www.capotrave.com

Info:
DOMINIO PUBBLICO 2016 – rassegna della
scena contemporanea
Teatro Orologio – Sala Gassman
18 | 28 febbraio 2016
CAPOTRAVE
adattamento e regia Luca Ricci
collaborazione alla scrittura scenica Andrea Cosentino
con Andrea Cosentino
musiche originali eseguite dal vivo da Danila Massimi
coproduzione Kilowatt Festival – Pierfrancesco Pisani / Infinito srl
con il sostengo di Regione Toscana – Federgat / I Teatri del Sacro
residenza creativa Teatro dell'Orologio

Teatro dell’Orologio
Via dei Filippini 17/A | 00186 – Roma
Orari spettacoli: mar – sab 20:00 || dom 17:00
Biglietti: 12 euro (intero), 10 euro (ridotto), 8 euro (studenti)
Tel. 06 6875550 | biglietteria@teatroorologio.com
ingresso consentito ai soli soci: tessera associativa annuale 3 euro
site: www.teatroorologio.com – www.dominiopubblicoteatro.it
Ufficio Stampa Dominio Pubblico
Giulia Taglienti | mb. +39.3398142317
e-mail: stampa@dominiopubblicoteatro.it
Ufficio Stampa Teatro dell’Orologio
Stefania D’Orazio | mb. +39.3476849819

e-mail: ufficiostampa@teatroorologio.com

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