Deliziosamente concettuoso, LONELIDAYS #1 per la regia di Lorenzo Liberato (Compagnia Marabutti) occupa la sala Orfeo del teatro dell’Orologio fino a domenica 23 ottobre, suscitando più di una domanda sul concetto di “Vacanza” non in quanto tale, ma con riferimento alla necessità o meno di“sospensione” da noi stessi per un qualche periodo.
Andate a vederlo perchè in questa drammaturgia intelligente e piena di significati c’è una sottile vena malinconica ma anche critica sulla nostra società, borghese– posta in analogia con quella goldoniana de “La trilogia della villeggiatura” richiamata nelle note di regia – ossessionata com’è dalla preservazione di un presunto “status quo” che nell’ “andare in vacanza” vede l’apice più alto di benessere sociale.
Ma la Vacanza è davvero necessaria? E soprattutto, ci serve? E ci serve a cosa, esattamente? A scappare dalla quotidianità o ad immergersi in un altrove di cui, forse non abbiamo affatto bisogno?
Pare di no, almeno per i personaggi maschili della piéce (un Marco Quaglia, frenetico al punto giusto ed un più sognante Fabrizio Milano): ci appaiono bloccati, spauriti, emblemi come si sentono di un immobilismo “pratico” proprio della generazione di questi ultimi anni, immersi come affermano in una società che si aspetta da loro qualcosa,colpevoli come si accusano di aver smarrito una propria “prospettiva” che soddisfi quella aspettativa.
Di parere diverso le controparti femminili (un’ottima Giordana Morandini, delicata e profonda ed una incisiva Benedetta Corà): accusate di essere “maniache del niente” non interessate tanto alla Meta quanto al solo andare, a sperimentare quel “bisogno dell’Altrove” fine a se stesso. Al tempo stesso un quinto personaggio “fuori campo” (un Alessio Esposito vulcanico che strappa più di un sorriso) sminuisce il valore del viaggio e della meta da segliere, sconfessando la sua necessità, ispirando così il cambiamento interiore nei protagonisti.
Da sottolineare, in questa pièce il bel lavoro di regia fatto intorno a i personaggi i cui tempi sono ben proporzionati, gli spazi di movimento ben gestiti, l’entrata e uscita perfette, i monologhi ben calibrati e gli scambi fra le due coppie equilibrati nei tempi, mentre le musiche non sono invadenti ma appropriate a colorare singoli momenti più accesi. Scenografia essenziale, a dominare il giallo degli sgabelli, spostati con accuratezza sulla scena e sbattuti sul pavimento con forza, quando serve; del tutto sufficienti a far catalizzare l'attenzione sulle parole più che sulla sovrastruttura. Attenzione ad alcune sovrapposizioni di scena, che tendono a confondere e indicano un piglio cinematografico che, comunque, non ci dispiace in altri momenti.
Ma a colpire veramente è la drammaturgia, il testo messo in bocca ai protagonisti, che alterna momenti metaforici preziosi, fatti di domande su domande, a realismo assertivo ed esacerbato. Un fiume in piena che riempie gli orecchi, carica di tante domande anche lo spettatore. Un testo viscerale, pieno di stilettate emotive che, al di là del tema motore “Vacanza” come fuga, induce una riflessione su quanto ci sentiamo soli tutti, sempre, di quanto siamo e resteremo sempre dei bambini spaventati dal non trovare nessuno una volta aperti gli occhi, dopo la "conta" di un nascondino dove a perderci siamo soltanto noi.
“Io mi sono perduto” afferma laconico e tremulo Marco Quaglia, perchè “quello che eravamo, siamo” e la vacanza non ci tira fuori da questo empasse, non serve a nulla, non porta alcun cambiamento.
Ma è proprio la fiducia negli altri, il calore umano a fare da leva di un cambiamento reale, a spingerci sul finale, verso quel bellissimo “Andiamo” carico di fiducia e speranza. Un partire non più per perdersi, bensì per ritrovarsi, un partire di cui avremo tutti bisogno anche senza chiamarlo “Vacanza”.
Info:
LONELIDAYS #1
TEATRO DELL'OROLOGIO – dal 20 al 23 ottobre 2016
SALA ORFEO _ giovedì, venerdì e sabato ore 21:00, domenica ore 18:00,
di Lorenzo De Liberato
con Benedetta Corà, Alessio Esposito, Fabrizio Milano, Giordana Morandini, Marco Quaglia
regista assistente Cristiano Demurtas
uno spettacolo di Compagnia Marabutti