Il mare placido osserva da lontano il quartiere Chiaia, centro borghese ottocentesco della città partenopea, dove è arroccato dal 1972 il Teatro Sancarluccio. Uno dei primi teatri off, che ricorda il debutto del trio della Smorfia, ospita per sei domeniche sei spettacoli per famiglie e LIOMBRUNO. Il mondo delle favole di Italo Calvino” è il quinto appuntamento della stagione di teatro per l'infanzia “La lanterna magica” organizzata da Il Teatro nel Baule, che i piccoli spettatori non si sono lasciati sfuggire.
Fondale nero, al centro della scena una struttura in legno che ricorda un tempietto giapponese. Un hula hoop viene lanciato in scena. Prende la parola la fisarmonica di Maria Elena Lazzarotto, che come un cantore epico in rime e stornelli dà inizio alla narrazione della fiaba. Francesco D’Atena e Daniele Dono, padre e figlio, in semplici e monocromatici abiti da pescatori con convessi cappelli di paglia, vivono di stenti tra una pesca sfortunata e l'altra: la comunicazione verbale non è necessaria, fatta eccezione per qualche esclamazione in criptico dialetto lucano.
Una pesca copiosa e la ricchezza sarebbero possibili per i due solitari pescatori, se solo accettassero il compromesso avanzato dal Nimico che viene dal mare: da lui andrà il piccolo Liombruno una volta che avrà raggiunto la pubertà. Così l'evoluzione della storia procede parallelamente all' autonomia crescente di Liombruno: ma ecco che al momento propizio agisce la Fata Aquilina Jessica Bertagni, presenza osservatrice dalla struttura di legno sin dall'inizio della narrazione, che lo salva dal Nimico del mare quando lo rivendica. La Fata lo lega a sé con una promessa e lo inizia alla vita e alle sue provocazioni, alle scoperte e alle responsabilità delle sue scelte.
Sul protagonista confluiscono le attenzioni delle divinità fantastiche della fiaba: da oggetto del desiderio del Nimico e della Fata, Liombruno diventa soggetto che percorre il suo personale viaggio di formazione. I quattro attori, immersi nella stessa dimensione comunicativa, sfiorano la clowneria e mettono in atto strategie e suggestioni per rendere gli ambienti della fiaba: evocano il mare attraverso una boccia piena d'acqua, alludono alla montagna lontana in pochi ma scanditi passi, restituiscono la casa dei venti con un mantello svolazzante, rappresentano la dimora fatata con la struttura di legno al centro della scena.
Proprio questa struttura, insieme allo scarso impiego della parola in virtù di una grande attenzione al gesto e alla mimica, evoca il teatro giapponese del Kabuki e del NÅ. Ciò che rende universale questa fiaba lucana e la accomuna a ogni altra fiaba tradizionale è l'interesse alle emozioni, alle passioni, alle scoperte che il protagonista sperimenta durante la sua traformazione e che costituiscono il vero potere magico. La tentazione del Nimico, l'amore per la Fata, il distacco dal padre sono rappresentate dall'emotività stessa degli attori, in modo da raggiungere direttamente i difficili destinatari. I bambini, per cui lo spettacolo è pensato, entrano in un mondo di suggestioni visive e sonorità strumentali che li coinvolge portandoli a interpellare gli attori in scena e a interrogarsi tra di loro.
La Compagnia Botteghe Invisibili, con la regia degli stessi D'Atena e Lazzarotto, rielaborando le fiabe tradizionali come ha fatto Calvino nella raccolta “Fiabe italiane”, a cui si sono ispirati, rappresenta la magica atmosfera delle fiabe popolari, guidando i piccoli spettatori a percepire il fantastico nell'evoluzione naturale della crescita.
La Lanterna Magica I Stagione di teatro per l’Infanzia e il Teatro nel Baule
presentano
Liombruno, il mondo delle favole di Italo Calvino
per la regia di Francesco D’Atena e Maria Elena Lazzarotto,
interpretato da Francesco D’Atena, Daniele Dono, Maria Elena Lazzarotto e Jessica Bertagni,
le musiche sono di Maria Elena Lazzarotto.