LETTERE A THEO @Teatro Borsi: di nuovo sul palco il genio di Van Gogh

Dopo un processo di evoluzione e rinnovamento torna in scena il prossimo 31 marzo al Teatro Borsi di Prato LETTERE A THEO che la redazione romana aveva recensito alla sua prima assoluta nel 2019. In corrispondenza del 170° anniversario della nascita, le vicissitudini e i tormenti di Vincent Van Gogh riprendono vita nelle lettere al fratello Theo e nelle parole di Blas Roca Rey con le musiche del maestro flautista Luciano Tristaino. Per l’occasione la redazione fiorentina tornerà a scriverne per Gufetto. Nel frattempo non mancate di rileggere il pezzo di Antonio Mazzuca che riproponiamo qui sotto.

LETTERE A THEO @ Teatro Lo Spazio: lettere, musica e pittura a teatro

Ci troviamo davanti all’insegna luminosa di uno dei nostri luoghi artistici più ricercati, il Teatro Lo Spazio, per seguire la prima dello spettacolo “Lettere a Theo”: adattamento di Blas Roca Rey, protagonista appassionato e commovente insieme al maestro flautista Luciano Tristaino.

Blas Roca Rey in LETTERE A THEO (foto Matteo Mignani)

Lettere: uno spettacolo incentrato sulla corrispondenza tra Van Gogh e il fratello Theo: complesso da immaginare.

Eppure, quello che Blas Roca Rey porta sul palcoscenico è una reale, intensa interpretazione di movimento e immagini, protagonista assoluta e nuda di questa resa teatrale essenziale, fine, elegante e che allo stesso tempo arriva come un’inondazione emotiva.

Sentito, coinvolgente, drammatico nei contenuti e nel riferirsi all’altrove, all’altro, al domani: l’attore non sbaglia, risucchia gli occhi e lo stomaco di noi spettatori, incarna e restituisce il respiro d’ogni singola parola, rendendo quasi tangibile la sofferta identità artistica (inscindibile da quella personale) del pittore. Così l’attenzione del pubblico non subisce battute d’arresto e, nonostante il finale conosciuto, ogni momento risulta nuovo e le lettere, così vive, diventano in sè testo teatrale per l’autentico talento dell’attore.

Ciò che più ci riesce di cogliere è la sottile, eppure efficace, sinestesia tra l’immagine pittorica proiettata sullo schermo, la dimensione interpretativa e la musica del flauto che segue le rivoluzioni delle pennellate e della parola, diventando un elemento inscindibile dai momenti recitativi: ne sottolinea e ne accompagna i movimenti interni, le evoluzioni e i tormenti, le crisi e le tregue rapide e apparenti. E dunque musica, teatro e pittura trovano in questa resa una sintesi perfetta, ogni elemento scenico si pone in armonia con l’altro; particolari essenziali la scelta della sedia al centro del palco in riferimento alle famose sedie di Van Gogh, e i toni delle luci gialle e blu, che perfettamente si sposano con la selezione di opere proposte, daI “Girasoli”, a “I mangiatori di  patate”.

“Pensavo che Van Gogh sarebbe impazzito o ci avrebbe superato tutti; mai avrei immaginato che avrebbe fatto entrambe le cose”.

In un viaggio multisensoriale è reso completo il viaggio di uno dei pittori più famoso di tutti i tempi, cui il protagonista presta viso, movimento e passione: prima la giovinezza piena di speranza e i sogni di gloria poi l’arrendevolezza alla realtà, la povertà, la delusione di Parigi, la crisi, la tenacia e la fragilità, infine la pazzia.
Ma soprattutto l’immancabile, crudele, onnipotente natura.
Il genio, il disdegno, la morte: il teatro e l’arte si spingono oltre quest’ultimo confine, come le mani che in controluce danzano seguendo le rivoluzioni del vento di quella “notte stellata”, rimasta infine come dono sublime a chi, solo tempo dopo, è stato in grado di capire. E’ questo ciò che a volte accade con l’arte: la produzione d’un sentire che spesso non può essere compreso.

Info:
DAL 9 AL 14 APRILE 
dal martedì al sabato ore 20.30
domenica ore 17.00
VINCENT VAN GOGH – LE LETTERE A THEO 
Interpretato dall’attore Blas Roca Rey con l’accompagnamento del maestro Luciano Tristaino, flautista.

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