LE MUSE ORFANE @ Teatro Argot: in attesa di diventare grandi

Fino al 19 febbraio è in scena al Teatro Argot LE MUSE ORFANE un pièce del drammaturgo canadese Michel Marc Bouchard, che ha da sempre affrontato i drammi familiari, facendosi portavoce del declino della famiglia occidentale.

Il regista e attore Paolo Zuccari decide di confrontarsi con un grande drammaturgo canadese, Michel Marc Bouchard, autore tra l'altro di “Tom à la ferme”, portato sul grande schermo dall'enfant prodige del cinema Xavier Dolan. Bouchard ha da sempre affrontato nelle sue opere l'identità sessuale e i drammi familiari: quest'ultimi si fanno spesso riflesso del mondo esterno e delle sue crudeltà; la famiglia diventa un campo di battaglia dove non esistono più solidarietà, amore o alcun tipo di valore.

LE MUSE ORFANE non fa eccezione alla poetica del drammaturgo canadese. In una lotta senza fine, quattro fratelli devono confrontarsi col ricordo della madre, scappata con un altro uomo vent'anni prima in un paese straniero, interiorizzando un odio profondo verso tutti gli altri membri della famiglia, accusati inconsciamente di essere la causa di questa fuga.
Il regista Paolo Zuccari decide di ambientare la vicenda in Italia, e non in un villaggio del Québec in Canada. La messa in scena è ben curata a livello scenografico. Abbiamo dunque un salone, un tavolo, sedie, casseforti, mobili. La perfetta ambientazione di una casa di provincia dimenticata dal mondo. C'è poi un giradischi d'epoca, risalente al dopoguerra, che attraverso musiche del periodo culla i ricordi dei personaggi.

Il testo offre battute memorabili, al gruppo di attrici, in cui spicca particolarmente la bravissima Antonella Attili, e ci sono tutti i presupposti perché la pièce sia memorabile, CIò nonostante in certi momenti si avverte un pò di noia e l'attenzione latita. A nostro avviso il problema sostanziale è nell'interpretazione degli attori. In alcuni casi non è abbastanza di pancia, nonostante la bravura di tutto il cast. E per un testo del genere l'emotività è tutto.

Il personaggio dell'attrice, Elodie Treccani, che è probabilmente il più difficile, sembra a volte forzato e poco convincente. La Treccani ce la mette tutta ed è brava, soprattutto perché evita di essere una macchietta – e col suo personaggio, una persona con dei ritardi mentali, il rischio era altissimo. Purtroppo, si ha più volte l'impressione che rincorra il suo personaggio più che interpretarlo, alternando momenti di spontaneità ad altri più forzati.

Stessa cosa per l'interpretazione di Stefania Micheli. In più di un punto sembra che l'attrice sia più concentrata sull’impostazione vocale e dei toni che non su quello che sente il personaggio col risultato che appare troppo fredda e shakespeariana e ciò poco si confà al teatro contemporaneo. Ci chiediamo quanto sia un problema di attori o quanto di regia perché anche Antonella Attili ci ha dato l'impressione che potesse dare molto di più di quanto abbia dato in scena, così come lo stesso Zuccari.

Intendiamoci lo spettacolo è più che buono ma potrebbe essere molto meglio se si osasse (o si lavorasse) maggiormente sull'interpretazione dei personaggi. I quali, va detto, non sono semplici e hanno tra l'altro un temperamento e un'indole più nordamericana che latina. Un buono spettacolo, dunque, che aspettiamo diventi "grande".

Info:
LE MUSE ORFANE

Teatro Argot

dal 31 GENNAIO 2017
mar-sab ore 20.30 dom ore 17.30

di
Michel Marc Bouchard
regia
Paolo Zuccari
con Antonella Attili
Stefania Micheli
Elodie Treccani
Paolo Zuccari

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