LE COSMICOMICHE@Teatro Out Off. Due grandi a confronto

Quando si pensa a due grandi della letteratura italiana come Calvino e Buzzati, è difficile non immergersi in uno spazio-tempo fantastico e ironico, in quei luoghi leggeri e surreali tuttavia intrisi di realtà profondamente umana. Il lavoro di Lorenzo Loris – in scena in 1ª nazionale al Teatro Out Off fino al 27 maggio e inserito all'interno del Palinsesto 2018 Novecento italiano – mette l'accento su questo immaginario. A partire dalla scura scenografia fluttuante e attraverso l'intreccio drammaturgico, il pubblico si perde nel vagheggiamento d'amore di svariati personaggi maschili tutti tesi verso l'oggetto femminile del proprio desiderio amoroso e irrimediabilmente condannati alla distanza da esso e alla delusione.

Quale sia la forza inspiegabile che guida i moti dell'animo umano e quanto sia profonda l'orma che lascia in noi il tumulto d'amore; se possiamo sottrarci all'amore e se non sia più dolce perdersi in esso e, soprattutto, cosa siamo disposti a fare per amore: questi sono i quesiti che sollevano le Cosmicomiche teatrali di Lorenzo Loris – che firma la regia – e dei due attori in scena, Paolo Bessegato e Pietro Bontempo.

Il pubblico è accolto da una scenografia scura divisa in due ambienti perfettamente identici: due tavoli con due macchine da scrivere e sul fondo due soppalchi in legno che fungono da giaciglio dei personaggi, ma all'occorrenza si trasformano in luoghi della fantasia. Dall'alto pendono alcuni fantocci dalle fattezze femminili e di tanto in tanto una musica o una proiezione sul fondale sottolinea l'atmosfera surreale nella quale si muovono attori e personaggi.

Ci accoglie un Calvino assonnato che si sveglia nel buio, accende una candela per farsi luce nella stanza e si avvia verso la sua macchina da scrivere per battere l'incipit della pièce, annunciandone così il tema. La drammaturgia è sviluppata sull'onda di quattro racconti che si intrecciano e si susseguono. La distanza della luna di Italo Calvino, in cui ritroviamo il Signor Qfwfq, figura disperata e disperatamente persa nel suo amore per la moglie del cugino. La memoria del mondo, sempre di Calvino, in cui un uomo in procinto di andare in pensione svela al suo successore di aver ucciso la moglie per via dei suoi tradimenti. In Ragazza che precipita di Buzzati ritroviamo l'impenetrabile mondo del femminile, una ragazza che spinta da incomprensibili motivazioni si getta da un palazzo di 500 piani e in questo bizzarro viaggio a testa in giù non risparmia l'invidia per altre ragazze che come lei hanno scelto di fare il salto nel vuoto ma sono vestite di abiti più eleganti. A chiudere lo spettacolo il tenerissimo Inviti superflui di Buzzati, nel quale vibra calda la disillusione amorosa, vivida in quel “Ma tu – adesso ci penso – sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare” che ci parla delle ferite provocate dall'idealizzazione dell'oggetto amoroso e della condanna a scontrarsi con la cruda e perfida realtà.

Il progetto drammaturgico risulta funzionare per l'impiego di testi di alto valore: l'unico motivo per cui riusciamo a seguire più di un'ora di spettacolo. Infatti le scelte registiche e interpretative non rendono giustizia adeguata al tema, si dimostrano perlopiù retoriche e descrittive e piene di orpelli inutili. Loris compie una scelta azzardata perché portare due grandi della letteratura a teatro significa mettere in azione la parola scritta attraverso corpi e voci, altrimenti meglio leggere il libro nella riservatezza di casa propria.

Purtroppo ciò che il pubblico esperisce è una monotona e piuttosto noiosa rappresentazione di qualche racconto italiano sull'amore che non suggerisce nessuna riflessione originale sull'argomento. Bessegato e Bontempo si muovono sulla scena come due tecnici di palcoscenico, intenti più a “dire la battuta” che a raccontarci una storia; ciò lo si ritrova nei continui virtuosismi vocali poco espressivi e cacofonici, nonché nello spostamento da una parte all’altra del palcoscenico senza alcuna motivazione drammaturgica, ma solo per rivitalizzare dei corpi morti. Loris si ritrova a dirigere due attori con una stanca recitazione d’altri tempi, pieni di cliché e incapaci di creare differenze tra un personaggio e l'altro. Ci chiediamo se non sia forse colpa dell'età e della stanchezza a cui porta il mestiere dell'attore, ma perché allora non scegliere due attori giovani?

Questo è l'unico quesito che succede alla visione de "Le Cosmicomiche" che proprio perché inserito all'interno del Palinsesto 2018 Novecento italiano potrebbe essere largamente proposto al pubblico delle scuole e ai giovani in generale, così da permettere la conoscenza di due rivoluzionari autori della letteratura italiana. Ma bisogna tener conto del fatto che per diffondere tra i giovani la cultura teatrale è necessario svecchiare i linguaggi e affidare le produzioni a chi nutre ancora grande entusiasmo per il mestiere dell'attore teatrale.

Info:
Le Cosmicomiche/La boutique del mistero. Calvino incontra Buzzati 
di Italo Calvino e Dino Buzzati
regia di Lorenzo Loris
con Paolo Bessegato, Pietro Bontempo
scena Daniela Gardinazzi, costumi Nicoletta Ceccolini,
luci Alessandro Tinelli

interventi video Toison
consulenza musicale Ariel Bertoldo
collaborazione ai movimenti Barbara Geiger
Foto di Agenzia Dorkin

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