LE RELAZIONI PERICOLOSE @ Teatro Vascello: la guerra del pensiero

Sul palco del teatro Vascello è in scena “Le relazioni pericolose”, il nuovo spettacolo di Carmelo Rifici prodotto da LAC Lugano Arte Cultura, riadattamento dal celebre romanzo epistolare di Laclos; lo spettacolo ha per protagonisti Monica Piseddu, Elena Ghiaurov, Edoardo Ribatto; una rilettura della vicenda amorosa attraverso l’archetipo della guerra e il valore simbolico della parola. Lo spettacolo ha visto il suo debutto al Teatro dell’Elfo di Milano, e rimarrà in scena a Roma fino a domenica 23 Aprile. Ecco per voi la recensione di Gufetto su quest’ultimo lavoro di Rifici, coadiuvato alla drammaturgia da Livia Rossi.

le relazioni pericolose: la nuova regia di carmelo rifici

E’ una scena priva di riferimenti concreti, tecnologica e in bianco e nero, quella su cui prende vita la tela di seduzioni e manipolazioni tessuta dal Visconte di Valmont (Edoardo Ribatto) e dalla Marchesa di Merteuil (Elena Ghiaurov). Agli attori e attrici in abito bianco, tra  gonne settecentesche e divise da scherma, si contrappone la presenza di microfoni, apparecchi di registrazione e proiettori che mostrano sul fondale scene paesaggistiche. 

foto di Luca del Pia

Attraverso questa presenza diffusa della tecnologia si traduce la forma epistolare del romanzo originale, dalla parola scritta si passa alla parola filtrata dal microfono. La drammaturgia di Carmelo Rifici Livia Rossi ha arricchito il testo d’origine di suggestioni e contaminazioni di numerosi autori, il cui pensiero si è rivelato importante nel percorso artistico del regista, e che soprattutto parlano al momento presente portando l’attenzione sul tema della guerra e del conflitto come origine di tutte le cose. 

da laclos ad artaud, uno spettacolo-concerto

Nelle sfide tra i libertini Valmont e Merteuil si inseriscono i due giovani e ancora incorrotti amanti Cècile e Danceny (Livia Rossi e Flavio Capuzzo Dolcetta) e la casta Madame de Tourvel (Monica Piseddu); nel gioco di seduzione si inserisce il pensiero dei più disparati autori, da Antonin Artaud a Renè Girard, da De Sade ai discorsi di Teresa D’Avila affidati alla voce di Monica Piseddu. 

Il discorso è la più forte arma di scontro tra i personaggi che si manipolano e cercano di stabilire il proprio potere. La scena sembra quasi privata dei colori, che quando ci sono, vengono consapevolmente indirizzati in fasci di luce gialla e verde, o nell’arrossarsi dei volti dei personaggi. I paesaggi pittorici dello sfondo invece sono macchiati dal colore e alterati nella forma, come in uno strano esperimento scientifico. 

seduzione e corruzione

Le relazioni pericolose è un testo che ancora oggi mantiene una grande suggestione nel raccontare i retroscena e la crudeltà con cui l’aristocrazia francese del Settecento giocava con la vita e con la reputazione dei più deboli, e per le personalità magnetiche dei protagonisti Valmont e Merteuil. Il gioco principale, la seduzione della casta e pura Madame de Tourval, trascina con sè come vittime collaterali i due giovani innamorati, che vengono corrotti e dissanguati dell’innocenza della loro passione. 

la drammaturgia di Rifici/ricci e la metafora della guerra

L’amore vampiresco e freddo diventa però attraverso la rilettura di Rifici una metafora sul tema della guerra, in cui il pensiero diventa l’arma più insidiosa e subdola. Il rapporto erotico si traduce nell’arte della guerra e nella ossessiva ricerca della distruzione dell’altro. Il duello, non più metafora amorosa, viene rivoltato in un rabbioso confronto reale a spada spiegata, e la logica (il pensiero coerente, razionalmente “giusto”) diventa manipolazione e massacro.

foto di Luca del Pia

Tutto il cast ha offerto interpretazioni intense e controllate, facendo del medium della voce amplificata un elemento di forza dello spettacolo. In particolare la drammaturgia di Rifici e Rossi riesce a portare alla luce l’attualità ideologica dell’ambiguità tra vittima e carnefice, con interessanti riflessioni sulla guerra presente e sull’impatto del pensiero degli autori scelti.

un finale disilluso

Negli intensi monologhi di Madame de Tourvel, affidati a Monica Piseddu, si offre con le parola di Teresa D’Avila una soluzione alla battaglia nell’invito al silenzio, unico luogo di manifestazione del sacro. Nella sua dissacrante seduzione (con la celebre frase del Visconte “trascende ogni mio controllo), e nella morte della giovane Cècile, la tela dei due carnefici riesce a distruggere l’oggetto del desiderio, e lo stesso senso del discorso. 

Se vi ha incuriosito, o se volete leggere di più su lavoro di Carmelo Rifici, trovate le recensioni di Gufetto dei suoi spettacoli Ifigenia, liberata (2018), e Uomini e no (2017)

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