Affidata alla PRIMA NAZIONALE de L’AMICO RITROVATO l’apertura di stagione al Teatro di Rifredi di Firenze, con la regia di Angelo Savelli e la drammaturgia di Josep Maria Mirò sul celebre romanzo di F. Uhlman. Delicata storia di un’amicizia conquistata e coltivata nella Stoccarda della presa di potere di Hitler, e testimonianza poi di come la brutalità politica cambi il mondo, i sentimenti e tutto quello che è degno di essere vissuto. Un’operazione dignitosa e piena di valore civile in una contemporaneità che ha bisogno di continue riaffermazioni.
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L’AMICO RITROVATO: FRA VIAGGIO MEMORIALE E CIVILTA’
Impossibile negare, a L’AMICO RITROVATO che va in prima nazionale al Teatro di Rifredi in questi giorni, un grande valore di dignità civile. Mettere in scena adesso un testo come il romanzo di formazione di Uhlman, che narra la subdola avanzata del Nazismo in Germania, le resistenze nella civile, pigra Stoccarda, dove al massimo ci si preoccupa delle mete per le vacanze e dove è impossibile credere a quello che sta per accadere, è un atto di coraggio. Hans, il protagonista, non si è mai ritenuto diverso dagli altri per le sue origini ebree: ma il momento storico si incarica di cambiare tutto. Dopo aver conquistato con tenera insistenza e un vero e proprio corteggiamento l’attenzione di Konradin, da cui lo separa una vertiginosa differenza sociale ma a cui lo lega una concezione assoluta del rapporto di amicizia (“sarei morto volentieri per un amico“, dice Hans: e come in ogni tragedia che si rispetti, non sa che cosa dice), Hans deve percepire le prime crepe insinuarsi proprio nel paradiso di questo scambio intimo infinitamente intenso. Durante una serata a teatro, in cui Konradin è accompagnato dai genitori, finge di non conoscere e non saluta l’amico: quando Hans domanda spiegazioni, gli chiarisce che la madre odia gli ebrei, che li teme, che osteggia in ogni modo l’amicizia tra i due. E presto la situazione peggiorerà. Aggressioni a scuola, la decisione dei genitori di far partire Hans per l’America, la cosmica delusione nel vedere che Konradin non è dalla sua parte: ritiene che Hitler saprà distinguere tra ebrei buoni e ebrei cattivi, ritiene, come afferma sua madre, che è Dio ad averlo mandato.

L’AMICO RITROVATO: LA DRAMMATURGIA
Mettere in scena questo testo, dunque, ha un indiscutibile valore pedagogico e civile. Poiché però si tratta di un romanzo di formazione, in cui la voce narrante tiene le fila di tutto il racconto, l’intervento drammaturgico era necessario: benché, purtroppo, si tratti di un intervento troppo poco radicale. L’idea di scindere il personaggio di Hans in due, Hans anziano, avvocato americano di successo, che va alla ricerca del suo tempo perduto e compie un difficile viaggio memoriale, e il giovane Hans, che si muove inconsapevole, indietro nel tempo, è certamente efficace. Tuttavia l’assoluta assenza di azione, il traboccare dei monologhi, dei racconti, la rinuncia a qualsiasi ausilio a cui la drammaturgia e la regia contemporanea ci hanno abituati (video, interventi fuori scena, e quant’altro) appesantiscono irrimediabilmente lo spettacolo, che grava tutto sulle spalle dei tre attori (fra i quali un Mauro d’Amico in stato di grazia, insieme a Federico Calistri e Roberto Gioffré) e sulle loro capacità di coinvolgimento.

L’AMICO RITROVATO: LA REGIA
La regia, di Angelo Savelli (che si è confrontato, valorosamente, anche con la traduzione), sceglie la strada della semplicità, componendo una ‘classe morta’, alti banchi di legno abitati da pupazzi in cui la vita si concentra solo sui due protagonisti, peraltro abbigliati con costumi, invece, realistici, o quasi. Hans già anziano ha un suo proprio luogo deputato, un’isola separata dal palcoscenico, vicinissima agli spettatori, arredata con mobili più contemporanei e con gadget a noi più vicini, il registratore, un certo modello di telefono. Il fondale monocromatico, alla Bob Wilson, è certo efficace, ma spesso non sorprendente: lo diventa quando la scena viene invasa dalla bandiera rossa e dalla svastica gigantesca, una colata di sangue, quello di Konradin che, scopre Hans, viene fucilato per aver partecipato al complotto per assassinare Hitler, e questa scoperta lo reintegra bruscamente nel panorama d’amore dell’amico, glielo fa ritrovare, ricuce gli strappi del passato. Ci saranno di sicuro aggiustamenti, a livello performativo, che permetteranno a questa civile, coraggiosa operazione, di procedere il suo cammino con ancora maggiore dignità e sicuro successo.
Visto il 13 ottobre 2022, Teatro di Rifredi (Teatro della Toscana)
L’AMICO RITROVATO
Drammaturgia Josep Maria Mirò
Traduzione e Regia Angelo Savelli
Musiche Federico Ciompi
Costumi Serena Sarti
In scena Federico Calistri, Mauro d’Amico, Roberto Gioffré
Produzione Teatro della Toscana