All’Improvviso sale sul palco un ragazzo che scruta l’orizzonte mentre si spengono le luci in sala, in sottofondo il rumore del mare. Inizia così LA VITA SECONDO JOHN CUSACK andato in scena al Teatro Trastevere dal testo di Paola Moretti per la regia di Pietro Dattola che vede protagonisti una mamma adottiva e una figlia adottata in un rapporto soffocante dove una non può fare a meno dell’altra. Questo attaccamento morboso altera il rapporto rendendolo conflittuale, pieno di paure che impediscono a entrambe di vivere serenamente la quotidianità con la naturale spensieratezza.
All’Improvviso nella loro vita entra John Cusack un giovane sognatore fuori dagli schemi che prova a spronare la ragazza a iniziare a vivere e camminare con le proprie gambe fuori da questo steccato, senza timori perché la vita va vissuta guardando avanti, alla ricerca della felicità per non avere poi rimpianti. Le due donne stanno per entrare in una casa al mare, i bagagli sono davanti la porta, la scena drammatica si consuma nel portico luogo di transizione fra l’ambiente domestico e quello esterno.
Le due sono entrambe tese: una accetta le direttive dell’altra passivamente, vive di sogni ma non fa scelte, si nutrono ancora di omogeneizzati, hanno il timore di accogliere persone estranee perché qualsiasi novità può sconvolgere quel rapporto di cura e accadimento ma per nulla felice. In un momento di solitudine della ragazza quando il cancello è stato lasciato involontariamente aperto, le si avvicina John Cusack che con la propria vitalità e curiosità conquista la sua fiducia; lei gli confessa le proprie difficoltà, le paure. In un incontro romantico il giovane ragazzo prova a farle vedere la vita da un’altra prospettiva con l’ambizione di coronare i propri sogni e la promessa di accompagnarla verso il Nord, terra di origine della ragazza. Intorno, il fragore delle onde, il mare tanto desiderato, quasi sfiorato ma che, sul più bello, quando la svolta sembra ormai vicina, ti fa tornare al punto di partenza, perché il timore di perdere quell’assurdo legame con la madre adottiva resta più forte di ogni prospettiva.
La recitazione di Flavia Germana De Lipsis, Natalia Magni e Leonardo Santini è intensa, profonda, conferisce il giusto risalto all’impegnativo tema trattato: la complessità di un rapporto fra madre e figlia anche se morboso e al di fuori dello standard comune, rappresenta uno spaccato della nostra società che va studiato e analizzato a fondo, un impegno che la regia di Pietro Dattola con padronanza riesce a portare a termine.
Scritto da Paola Moretti
Regia: Pietro Dattola
Interpreti: Flavia Germana De Lipsis, Natalia Magni, Leonardo Santini