LA VITA FERMA @ Teatri di Vita – E se fossi soltanto il ricordo di qualcuno?

Scritto e diretto da Lucia Calamaro, premio Ubu nel 2011, con Riccardo Goretti, Alice Redini e Simona Senzacqua, LA VITA FERMA è andato in scena ai Teatri di Vita dall’ 8 al 10 dicembre, spettacolo conclusivo della programmazione dell’anno 2017. Una produzione Sardegna Teatro, Teatro Stabile dell’Umbria e Teatro di Roma che segna un entusiasmante debutto nel 2016 al Festival Inequilibrio di Castiglioncello.

Quando le persone ci lasciano non si portano mai con sé i ricordi. Questo accade anche a Riccardo, circondato da scatoloni pieni di ricordi nella sua vecchia casa, mentre prepara il trasloco e conversa con l’ormai defunta moglie Simona, viva solo nella sua mente. Tre atti che intrecciano il passato al presente, dove padre madre e figlia affrontano la morte tra le mura di casa, quella casa che stanno per abbandonare come un lontano ricordo. “Il ricordo si affronta in due modi: o ci si strazia affogandoci dentro o si lascia alle spalle e non ci si pensa più” .

Gli attori ci immergono nella realtà del loro focolare, usando perfettamente il tono più adeguato sia nell’aspetto emotivo che quello vocale. Infatti, il discorrere dialogico dello spettacolo è tutt’altro che straziante, toni ironici contornati dalla semplicità dei caratteri della famiglia che, a tempo debito, spingono il pubblico alla commozione. Il pubblico è il loro confessore, sporadici monologhi chiamano in causa lo spettatore come un amico con cui sfogarsi distogliendolo dall’intensità emotiva diegetica del dramma.

Sul palcoscenico si ride, grazie ai discorsi logorroici e goffi di Riccardo (padre), si piange, in preda alle fasi emotive di Alice (figlia), e a volte si danza, in merito alla destrezza di Simona (madre). Nel secondo atto, infatti, Simona rievoca la “serpentine dance” della danseuse francese Loïe Fuller, danza diventata famosa agli inizi del Novecento anche grazie alla divulgazione del filmato dei fratelli Lumière.

La scenografia è dominata dal bianco; pochi oggetti scenici permettono il richiamo dell’ambiente casalingo che si alterna agli altri luoghi rievocati, scanditi dai cambi di luce sul fondale, ed impostati sui ricordi dei personaggi. Quindi è la luce che permette di intrecciare il presente al ricordo. La scansione in tre atti viene utilizzata per attuare i cambi di scena, soprattutto dal primo al secondo atto, ma distingue soprattutto le fasi di relazione intima tra i personaggi.

Che dire … i ricordi battono dentro come un secondo cuore, ma cosa succede se li si abbandona per sempre? Cosa ci accade al solo pensiero di non essere più ricordati? Saremmo in grado di sopravvivere nel tempo? A nostro avviso la questione riguarda un po’ tutti, nessuno escluso, e ci pone in quello stato di malessere che ci spinge ad agire; è ciò che ci spinge a lasciare qualcosa di noi in questo mondo per essere poi ricordati, anche perché “…La memoria è organizzata ad arcipelaghi separati tra loro da abissi, e a nessuno piacerebbe cadere nell’abisso” .

Info:
La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo

dramma di pensiero in tre atti

scritto e diretto da Lucia Calamaro

con Riccardo GorettiAlice RediniSimona Senzacqua

assistenza alla regia Camilla Brison

scene e costumi Lucia Calamaro

contributi pitturali Marina Haas

una produzione SardegnaTeatroTeatro Stabile dell’Umbria e Teatro di Roma

coproduzione Festival d’Automne à Paris / Odéon-Théâtre de l’Europe

in collaborazione con La Chartreuse – Centre national des écritures du spectacle

e il sostegno di Angelo Mai e PAV

I ATTO 50 minuti

II ATTO 60 minuti

III ATTO 35 minuti

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