LA STORIA DI TUTTE LE STORIE @ Teatro Argentina: una riscrittura di Rodari

Nel 1976 Gianni Rodari scrive La storia di tutte le storie arricchita dalla collaborazione, fra le altre, di Emanuele Luzzati. Nel 2019, Roberto Gandini e Attilio Marangon sono tornati a restituirgli voce, parola e immagine. Il lavoro, come tutti i mirabili lavori, non è stato un “gioco” per due. È stato, di fatto, una fatica di squadra.

Come esplicitamente dichiarato a inizio spettacolo, l’adattamento del testo è stato abbellito dalle improvvisazioni spontanee dei bambini delle scuole primarie di La Spezia, all’interno del centro Allende. Del resto era stato Rodari stesso a scrivere, proprio in una nota della sua creatura, che la potenza dell’opera risiedesse nell’affascinante incompiutezza che hanno i copioni teatrali prima che prendano nuova vita dalla fantasia degli attori, adattatori, registi e spettatori, di volta in volta diversi, di volta in volta nuovi coautori. L’incompiutezza è quindi voluta affinché e perché colmabile e, ora, lo possiamo affermare con forza, pienamente colmata.

Il maestro del binomio fantastico sarebbe sicuramente orgoglioso di tutta la fantasia messa al servizio del proprio testo, ma sarebbe ancor più orgoglioso dell’intera luce donata al Teatro Argentina in virtù del proprio testo, grazie, oltre alla capacità artistica degli autori e dell’intera Piccola Compagnia Piero Gabrielli, all’immensa e delicata umanità degli stessi.

La prima è prevista per le 10:30, ma il 6 mattina lo spettacolo parte con un leggero ritardo. La motivazione è d’obbligo: si vuole aspettare l’arrivo anche dell’ultima scolaresca affinché nessun bambino perda un attimo di quella magia a cui si sta per assistere. E si sa, per i bambini il teatro è pura magia e la aspettano con educazione, seduti in platea o sulle logge, sotto l’occhio attento dei mirabili insegnanti che hanno deciso di fargli questo dono, che gli hanno permesso di esserci. Resteranno così, attenti e curiosi, anche durante tutto il tempo della rappresentazione. Lontani, però, dall’essere quei soldatini amorfi che Rodari aveva combattuto non fossero, parteciperanno e risponderanno prontamente allo spettacolo e alle sollecitazioni degli attori stessi che, maschere dell’antica commedia dell’arte, non tradiranno lo scopo per cui sono nati e che tradizionalmente li lega a un rapporto diretto con il pubblico.

Arlecchino, Baldanzone, Colombina e Pulcinella, aiutati da Pierrot e dal Bambino sperduto, si metteranno alla ricerca dell’Uomo che non c’è mentre cercheranno la propria emancipazione dal prepotente Pantalone e dalla sua fragile aiutante Smeraldina. Un viaggio di formazione, uno di quei viaggi che tutti noi dobbiamo affrontare, adulti o bambini, prima o poi nella vita, se vogliamo arrivare, se non a conoscerci, perlomeno ad abbracciarci un po’ di più. Nel farlo, le maschere, storicamente nostro alter-ego, attraverseranno Il paese delle paure; Il mercato delle parole; Il bizzarro studio medico e…Il paese di internet nato, e poi inserito nel testo, da un’improvvisazione dei bambini di La Spezia.

Gli attori, artisti completi, reciteranno, canteranno e suoneranno senza intoppi, con la delicatezza, che solo chi lavora con (e non solo “per”) i bambini è in grado di avere. I ragazzi saranno attori loro stessi, ridendo e suggerendo ai personaggi cosa fare, fino a creare un piccolo coro spontaneo volto a incitare il piccolo Arlecchino a ribellarsi contro Pantalone.

Le scenografie sono semplici, essenziali e anch’esse fantasiose, come tutto quanto le circonda. Memorabili sono i tre tavolini che, uniti tra di loro e con il solo ausilio di una bandierina/vela, simboleggeranno una zattera. La zattera su un mare in tempesta: uno sguardo che, dal passato, si volge al futuro. Pantalone e Smeraldina, finché potranno, si rifiuteranno di far salire le povere maschere, lasciandole in balia degli squali e delle onde. Le stesse maschere una volta liberate, mostreranno un cartello che recita: “Sulla zattera c’è posto per tutti” e chi conosce bene Rodari sa che, in quel momento, sarebbe stato lì, ad applaudire tra quel pubblico di bambini e maestri, con un sorriso di fiducia sul volto.

Info:
La storia di tutte le storie
da Gianni Rodari
di Attilio Marangon e Roberto Gandini
regia Roberto Gandini
con Jessica Bertagni, Maria Teresa Campus, Fabrizio Lisi
Edoardo Maria Lombardo, Gabriele Ortenzi, Daniel Panzironi
Fabio Piperno, Giulia Tetta, Danilo Turnaturi
musiche Roberto Gori, scena Paolo Ferrari, costumi Tiziano Uno
consulente specialistico Maria Irene Sarti
consulente pedagogica Anna Leo

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