POLVERE NEI SOGNI @ Magma Firenze: intervista all'autrice Chiara Guarducci

Il Magma di Firenze ha deciso di dedicare a Chiara Guarducci una piccola rassegna teatrale: abbiamo visto POLVERE NEI SOGNI, regia di Salvatore Urzì, seguirà il 25 e 26 febbraio SENZA con Laura Cioni. Abbiamo incontrato Chiara Guarducci, per capire meglio il suo modo di scrivere: il suo ultimo lavoro IO SONO sarà a Roma al Teatro Lo Spazio il 30 e 31 maggio.

“La Polvere nei Sogni” è un testo del 2009, liberamente ispirato a “l’Attentatrice” di Yasmina Khadra, con la regia di Salvatore Urzì, è andato in scena la prima volta al teatro estivo di Villa Fabbricotti. È tornato al Magma di Firenze con un cast rinnovato: Riccardo Giannini, nel ruolo del dottor Amin Jaafari, Anna Serena, nel ruolo della moglie Sihem, Anastasia Ciullini, che interpreta Kim, Henrj Bartolini e Lorenzo Guerrini, che portano in scena più personaggi che il protagonista incontra nel suo viaggio tra Israele e Palestina, un agente della polizia israeliana, un capo palestinese, il giovane combattente Adel.
E’ una storia di coraggio, amore, rabbia e dolore. Porta in scena attraverso la sovrapposizione di parole, poesia, musica, luci in scena e accecanti sul pubblico, esplosioni e rumori di guerra, la lacerazione di una terra senza pace. Il ritmo incessante e la passione del protagonista, il suo bisogno di capire, di sentire le ragioni di un atto incomprensibile come un attentato suicida, diventano il simbolo di un mondo intero, il nostro, schiacciato tra la paura di un imprevedibile camion in un mercatino natalizio, le immagini sabbiose delle città rase al suolo dai bombardamenti, le lacrime di popoli profughi senza patria, con un solo filo di speranza negli occhi. POLVERE NEI SOGNI ci racconta una storia, una sola storia, ma riesce ad essere un testo di immagini che noi tutti riconosciamo come nostre.
Amin Jaafari è un affermato chirurgo di Tel Aviv, è un palestinese, naturalizzato israeliano, modello di integrazione in una grande città, lavora, con la moglie vive il proprio successo conquistato, la propria casa, le vacanze, “io non sono in guerra” ci dice. La verità tuttavia è nella tragedia di una esplosione in un fast food, sua moglie Sihem si fa esplodere, è una un’istishadi per la causa palestinese. Nessuno è in guerra, ma forse tutti lo siamo. Nessuno è il nemico, ma tutti possono esserlo. La ricerca di Amin parte a cercare il nemico in ciò che ci è estraneo, e termina dentro di sé, nello straniero che siamo per noi stessi.
La forza di questo testo è nella scrittura poetica e incalzante, costruito come un monologo fa entrare lo spettatore nel tormento dell’uomo, segue la ricerca e il viaggio del protagonista, ne sovrappone i tempi e le azioni. Sihem è presente tutto il tempo in scena, come un’ombra, incarna i pensieri di Amin, i suoi ricordi, le ragioni non comprese. Gli altri personaggi si alternano nella vicenda, sono gli incontri, le spiegazioni, le ragioni e i torti che si confondono col dolore.

Al termine dello spettacolo POLVERE NEI SOGNI, abbiamo chiesto all’autrice Chiara Guarducci come è nato questo spettacolo.

Chiara Guarducci (C.G.): Salvatore Urzì mi invitò a scrivere un testo liberamente ispirato a “L’attentatrice”. La questione palestinese non rientrava nei miei progetti, ma leggendo il libro ho sentito la scintilla, il punto di contatto con la mia drammaturgia, il percorso che avrei scavato. Ho approfondito il dolore del protagonista, un dolore talmente assoluto che per dirlo ho inginocchiato solo parole essenziali e poetiche. Questa storia d’amore faceva emergere che lo specchio si rompe prima, la lacerazione di due popoli avviene prima, all’interno di una relazione e ancor prima dentro sé stessi.

Alice Capozza (A.C.): Questo testo porta in scena un tema molto attuale, ma riesce ad affrontarlo senza retorica, facendoci vedere il sottile e confuso confine tra terrorismo e lotta. Qui la figura che ci colpisce è Amin, che si trova scaraventato in una realtà estrema: questo lo lega ad altri tuoi personaggi, sempre al limite tra disperazione e follia?

C.G.: Sì, i miei sono personaggi bucati, in caduta libera, a partire dal primo: “Lucifero”, che come un bambino impastato di cielo si ritrova precipitato nel corpo, tra gli spasmi dei bisogni e lo spettro della mortalità. E così tutti gli altri: precipitati, reietti, morsi dalla mancanza, esposti all’enormità delle passioni, straripano scomodi, eccessivi, furiosamente teneri. Marilyn Monroe, Salomè, Martha e Raymond, Leonarda Cianciulli rimettono al centro in modi diversi l’emarginazione e la vulnerabilità della condizione umana e quell’origine informe, indistinta in cui bene e male, salvezza e dannazione sono inseparabili. L’oscenità del loro essere fuori maschera ci disarma, ci restituisce alle contraddizioni, e fa saltare il giudizio, le ipocrisie, i ruoli. Mi piace pensare alla vicinanza tra matto, mostro e buffone, che senza deciderlo, mostrano di che caos siamo fatti. Tutto ciò potrebbe far pensare a testi tragici, ma la mia scrittura, ad eccezione di “La polvere nei sogni”, è una contaminazione di dramma e comicità, un ottovolante di pienezza e vuoto, ama il grottesco e oscilla tra sacro e profano. L’ironia e la leggerezza non mancano mai. Soprattutto negli ultimi miei due lavori (“il condominio” e “Io sono”), in cui i personaggi sono più chiaramente ‘noi’ e incarnano le follie e i tic della normale quotidianità.

A.C.: Nei tuoi testi le immagini e le emozioni sono protagoniste rispetto alla narrazione della vicenda, quando scrivi da cosa parti e cosa vorresti che il pubblico portasse con sé all’uscita della rappresentazione?
C.G.: Hai ragione, c’è una proliferazione di immagini e visionarietà, infatti prediligo il monologo, posso muovermi tra i vari strati di coscienza, e dar forma all’alternanza di umori, prospettive, fantasmi. La narrazione è interna a chi la sta vivendo, è un fare e un disfarsi, avviene nel mentre del sentire e del pensare, e il linguaggio è metamorfico, ora lucido, ora interrotto, ora vorticoso. La storia a volte salta fuori da un piccolo dettaglio, magari da un corto circuito di desideri scomodi e contrastanti. Scrivo sempre partendo da me, dalla mia febbre, dalle mie paure, quando qualcosa mi possiede, perché mi assedia e mi sfugge. E spero che gli spettatori continuino a portare a casa quello che vedo sui loro volti e ascolto dalle loro parole. Si sentono messi a nudo, si interrogano, si commuovono. Se c’è un filo che lega i miei lavori, anche molto diversi tra loro, come “Bye Baby Suite” su Marilyn Monroe o “La Polvere nei sogni” sulla questione palestinese, probabilmente è questo mio interrogarmi sulla relazione tra umano e disumano, senza voler chiudere mai la domanda.

A.C.: I tuoi ultimi lavori sono stati “Il Re Solo” con Alessandro Riccio e Vincenzo Bellini e “Io sono” diretto e interpretato da Laura Cioni (2016, Lecce) in foto, su cosa stai lavorando di nuovo?
C.G.:“Io sono” otto episodi intorno agli effetti collaterali della competizione, delle apparenze e del successo, torna a Roma, al Teatro lo Spazio il 30 e il 31 maggio. Al momento sono impegnata con la scrittura di uno spettacolo brillante, tutto al femminile, che andrà in scena a Firenze, nella rassegna di Intrecci d’Estate e poi, altri progetti in cui cercherò più apertamente di esplorare una dimensione spirituale e mistica. Grazie Alice, a te e a tutta la redazione.

Chi è Chiara Guarducci
Drammaturga e regista, inizia il suo percorso teatrale con la scrittura di monologhi che indagano gli estremi dell’anima, stati febbrili di deserto e piena, attraverso creature ingombranti che dicono la ferita e la fame smisurata di vivere. Questi testi, interpretati da Silvia Guidi e scelti da Barbara Nativi per “Intercity Plays” (2000), raccolta di teatro contemporaneo internazionale, vengono poi pubblicati nel libro “La neve in cambio” (Petite Plaisance, 2002). Tra le opere, tutte incentrate su situazioni e personaggi al limite, in bilico tra tragedia e grottesco: “Blu Carne” (2005, Fabbrica Europa, Firenze) con Silvia Guidi, “Inverno” (2009, Teatro della Limonaia, Sesto Fiorentino) con Silvia Guidi, “Bye Baby Suite” (2009, Ridotto della Pergola, Firenze) ritratto a nervi scoperti di Marilyn Monroe, interpretato da Alessia Innocenti, in tournee dal 2009 all’interno delle stagioni di teatro e dei festival più importanti d’Italia. “Tempestati” (2010, Villa Fabbricotti, Firenze) con Mauro Barbiero, Sonia Coppoli e Simone Rovida, porta alle estreme conseguenze il congedo dalle illusioni e la prospettiva metateatrale dell’ultima opera di Shakespeare. “Suicide Project” (2011, con cui vince una residenza teatrale al Duncan 3.0, Roma) con Elisa Gestri, ha per protagonista Pinky, un fumetto vivente alle prese con la sua giornata tipo, parodia dell’alienazione contemporanea. Nel 2011 con “Caliban’s Solo” interpretato da Simone Rovida, vince il Premio Franco di Francescantonio; “Martha e Raymond” (2013, Teatro Comunale Antella) con Antonio Branchi e Sonia Coppoli. Lei è un’infermiera obesa tutta solitudine e fantasie d’amore hollywoodiano; lui ha un’insaziabile fame di soldi, due strampalati e inseparabili serial killer che scendono negli inferi a passi di musical. “Senza” scritto insieme a Laura Cioni, con L. Cioni (2015, Festival Pensa differente, Lecce) sulle ossessioni per il corpo e per il cibo. Nel 2015 si aggiudica il primo premio di Uno Festival di monologhi con “Il signor Peri” interpretato da Sonia Coppoli, da cui sviluppa lo spettacolo “Il Signor Peri e gli altri condomini” ora col titolo “il condominio” (2016, Teatro del Romito, Firenze), spettacolo sulla frammentazione, inquilini sospettosi e spaventati dal ‘vicinò, in uno stato di segregazione paradossale. “Il Re Solo” con Alessandro Riccio e Valerio Bellini, sul rapporto di forza tra il re e un ballerino straordinario (2016, Teatro di Settignano, Firenze). Esce la pubblicazione di “Bye Baby Suite” (Petite Plaisance, 2016), con l’introduzione di Francesco Vasarri. “Io sono” diretto e interpretato da Laura Cioni (2016, Lecce), esordisce a Firenze al Magma, un estratto dello spettacolo si classifica terzo al concorso di corti 2016 del Teatro Lo Spazio di Roma e vince una data nella stagione 2016/2017. Laura Cioni vince il premio di migliore attrice.

Il Magma
Il Magma magnoprog music and arts è una giovane realtà fiorentina, ricca di proposte formative con corsi di musica e teatro, la scuola di danza Luv Dance Movement; è sede della Magnoprog, esordiente associazione di produzione teatrale, con musical in repertorio come Rocky Horror Show, in scena al Teatro Carlo Monni il 24 febbraio e La Sposa Cadavere, andato in scena al Teatro Puccini a dicembre. Orlando Tarantato (produzione dell’associazione culturale Bizantina) con Alessandro Riccio è al Teatro Puccini il 17 e 18 febbraio.
Magma è materia in fermento e pensieri in ebollizione, un luogo interessante e variegato che ci ha regalato l’occasione di conoscere più da vicino l’autrice teatrale e scrittrice Chiara Guarducci.

Ringraziamo il Magma e Chiara per la disponibilità e vi invitiamo a seguirla nei prossimi appuntamenti.

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