Come ci si potrebbe sentire se una mattina ci si sveglia e si scopre con orrore misto a curiosità che il proprio corpo di donna si sta trasformando in quello di un uomo, con tutti i luoghi comuni che accompagnano l’essere maschio, dal sistemarsi la patta, al farla in piedi, dal rincorrere i seni e palpeggiarli voluttuosamente ma con distacco finalizzato alla transitoria soddisfazione del proprio ego di maschio alpha?
Olga Durano, superba nella recitazione che non teme di offrire il corpo nudo al pubblico è l’eroina di questa pièce in cui deve confrontarsi con un corpo che sta cambiando contro la sua volontà.
"La maschia” dell’autrice inglese Claire Dowie è un’intelligente e divertente parabola sulle differenze e sugli stereotipi di genere, visti dalla parte della donna.
A portarlo in scena, con ottimi traduzione e adattamento di Stefano Casi, è Andrea Adriatico con la produzione di Teatri di Vita di Bologna, in una ripresa che aggiunge ancora sfumature all’allestimento collaudato e già visto per voi nei mesi scorsi ad Avamposti Teatro Festival.
Dowie, pioniera dello Stand-up Theater in Gran Bretagna, ancora una volta investiga in modo intelligente, mettendo spalle al muro il pubblico sovvertendo gli schemi dell’abitudine, i confini sempre più incerti dell’identità di genere, mutando un incubo catasfrofico, con la mano destra che avvia la mutazione nel fisico come in un B-movie anni ’80, in una commedia sull’essere coscienti del proprio sé. La mutazione è però raccontata da colei che è ancora donna, quasi col tono di chi, durante un documentario di divulgazione scientifica, descrive in maniera distaccata ma fedele la trasformazione in un insetto spiacevole e non in un maschio alpha degno dell’a società dell’oggi.
Le spiritose Patrizia Bernardi e Alexandra Florentina Florea sono ottime spalle di una Olga Durano, che mantiene la pungevolezza e il sarcasmo con cui oltre trenta anni fa dava le necessarie sfumature tragicomiche al personaggio della “professoressa senza mutande” del "Drive In" televisivo, veramente stupenda nel sottolineare i passaggi della trasformazione, anche quando offre il corpo nudo allo spettatore o mima la minzione maschile nel rapporto fra azione e tavoletta del WC. Una attrice che purtroppo offre troppo poco la sua bravura al pubblico, dopo i molti anni di teatro con Franco Parenti e Leo De Berardinis, ma anche, oltre al già citato Drive In, le numerose incursioni televisive come “La TV delle ragazze”, e che andrebbe molto più valorizzata come già fa Adriatico che l’ha diretta in molti spettacoli.
La scenografia, ideata da Gianni Santecchia con i costumi, è essenziale ma efficace in un meccanismo che girando a trottola consente con semplici teli disegnati di ricreare le differenti situazioni della narrazione in cui Andrea Adriatico gioca sul filo dell’identità di genere confrontandosi per la prima volta con i testi di Claire Dowie, una delle figure più anticonformiste del tetaro contemporaneo e più anticonformiste della scena londinese, giocando su una rotta di collisione fra maschile e femminile, dove la “femmina” racconta la psiche e il corpo del “maschio” fino ad impossessarsene.
Le già citate preziose comprimarie Patrizia Bernardi e Alexandra Florentina Florea sono rispettivamente fondatrice della compagnia di Teatri di Vita la prima, e cantante/attrice con Cantieri Meticci la seconda, altra esperienza tutta bolognese che lavora sull’integrazione di esperienze e espressioni diverse, con artisti provenienti da oltre venti paesi del mondo.
LA MASCHIA, metafora della “Metamorfosi” di Kafka, è andata in scena a Bologna nell’ambito della stagione “Memories are made of this” di Teatri di Vita, realizzata in convenzione con il Comune di Bologna e con il contributo della Regione Emilia Romagna, della Fondazione del Monte e della Fondazione Carisbo, e sarà di nuovo in scena a Milano fino al 24 novembre al Teatro Litta, e poi a Napoli (Galleria Toledo, 10 e 11 dicembre) e a Roma (Casa Internazionale delle donne il 12 dicembre).
Ghiotte occasioni per non perderla in attesa che venga rimessa in scena a Teatri di Vita.
Info:
LA MASCHIA di CLAIRE DOWIE
Traduzione e adattamento di Stefano Casi
Regia di Andrea Adriatico
una produzione Teatri di Vita con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali
Cast: Olga Durano, Patrizia Bernardi, Alexandra Florentina Florea
Teatri di Vita – Via Emilia Ponente 485 – Bologna
Visto il 17 novembre 2019
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