Fino a domenica 19 marzo è in scena al Teatro della Pergola di Firenze La Locandiera B&B dello scrittore contemporaneo Edoardo Erba, uno studio su La Locandiera di Carlo Goldoni, per la regia di Roberto Andò, con una strepitosa Laura Morante, Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini, Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli e Roberto Salemi. Una produzione del Teatro Nuovo di Napoli sotto la direzione di Roberto Balsamo a cui ha partecipato la stessa Fondazione Teatro della Toscana, di cui la Pergola fa parte.
All'entrata in sala lo spettatore non trova la vecchia e rustica locanda, ma una moderna sala da pranzo, con l’elegante tavola imbandita, di una villa della Toscana, in attesa di diventare a breve un Bed & Breakfast, come ce ne sono tanti nelle colline del Chianti.
I commensali sono il marchese di Forlipopoli e il conte d'Albafiorita, attualizzati in Poly e Alby, uomini senza scrupoli nel giro del malaffare, che ben rappresentano il dilagare dell'illegalità dei giorni nostri. Le due attrici interpretano Orte(nsia) e Deja(nira), dame di dubbia provenienza e dai facili costumi, infine il Cavaliere di Ripafratta diventa semplicemente Riva.
Nei due atti dello spettacolo gli attori vivono le scene accompagnati da appropriate e coinvolgenti musiche di sottofondo, sapienti giochi di luci e ombre che pervadono la sala, regalando allo spettatore atmosfere di vera suspance.
La locandiera Mirandolina della Morante, Mira nella pièce di Erba, è ben lontana dallo stereotipo goldoniano: all'inizio è donna fragile e insicura, che non sa tenere banco tra la gente, così impacciata e distratta che sembra essere in balia del marito, un uomo evocato, che non arriva mai. Mira ci dà l'impressione, tutta diversa dall’originale, di essere dominata sempre da figure maschili: in questa ambigua atmosfera, in assenza del suo compagno, il punto di riferimento è rappresentato dal ragioniere dello stesso, il quale però lascia la locanda a metà cena. Mira ha ora l'occasione per imporsi come padrona di casa e tenere le redini di questa strana cena apparentemente senza scopo.
Nel corso della narrazione, Mira acquista sempre più verve e scopre (o già sa) il suo irresistibile fascino sugli uomini, l'ostessa sembra non saper resistere alle avances dell'ospite piombato in casa nel mezzo della cena. Una malìa che rimane sempre velata e nascosta anche quando dalla sala da pranzo ci trasferiamo al piano di sopra, nel secondo atto, dove ci sono le stanze in cui albergano gli strani ospiti. Il gioco si fa via via più duro, in crescendo di intrighi e humor nero.
Pur mantenendo il clima leggero e canzonatorio della commedia goldoniana, aumentato anche dalle inflessioni toscane di Mira, arriviamo, come in un giallo di Agatha Christie, a scoprire l’intreccio narrativo: il pubblico, con gli stessi ospiti, intuisce come un puzzle, che tipo di donna sia davvero Mira: la tanto distratta e fragile albergatrice è in realtà capace di meditare piani diabolici, svelandosi una pianificatrice avida e senza scrupoli. Nella tradizione dei migliori gialli non vi sveliamo il finale, e vi invitiamo a scoprirlo a teatro.
Seppur l’intreccio narrativo del testo di Erba sia distante da La Locandiera originale, e il testo sia completamente rivisitato e modificato, sono tante le similitudini tra Mirandolina, da sempre l'emblema dello scontro tra le classi sociali ed i sessi e Mira, donna di mezza età impegnata in roccamboleschi e divertenti menage. Entrambe sono due figure di donne molto forti; Mirandolina, come la nostra Mira, ha vita sempre all'interno delle mura domestiche, nella locanda nella fattispecie; non sappiamo nulla in realtà della vita di queste due donne al di fuori dell'albergo; la loro forza sono le doti culinarie, l'intrattenere le genti, ma non innamorarsi di nessuno. Forse l'unica cosa a cambiare davvero è l'ambientazione: da una vecchia locanda ad una villa abbandonata che si sta per trasformare in un moderno B&B, specchio del modo di viaggiare odierno.
C'è una differenza tuttavia: la Mirandolina di Goldoni rappresentava un nuovo tipo di donna e la sua vera arma era la parola schietta e verace in un ambiente familiare come quello della vecchia Locanda; La Mira di oggi è invece l'emblema della società in cui viviamo, dove ormai sempre meno siamo capaci di dare importanza e giusto peso alle parole, siamo disposti a tutto per arrivare ai nostri obiettivi fino ai mezzi illeciti, nella fugacità degli ambienti in cui viviamo, il B&B.
Info:
LOCANDIERA B&B di Edoardo Erba
uno studio su La Locandiera di Carlo Goldoni
con Laura Morante e con (in ordine alfabetico) Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini, Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli, Roberto Salemi
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Alessandro Lai
suono Hubert Westkemper
aiuto alla regia Luca Bargagna
regia Roberto Andò
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
foto Fiorenzo Niccoli