Dal 15 al 17 dicembre è andata in scena al Teatro Spazio Diamante, LA FABBRICA DEI BOTTONI DI SUGHERO, una divertente commedia piena di colpi di scena. Luca Capuano e Ludovico Fremont, volti noti della tv, fanno il verso ai cliché dei personaggi polizieschi
Il ricco Bernie viene ritrovato senza vita in salotto da Marie (Stefania Chiara Cavagni), la sua compagna. Tra le braccia tiene stretta una scatola misteriosa. Accorre Dondolo (Gianni Alvino), fratello di Bernie che, assieme alla donna, decide di chiamare l’Ispettore Calligan (Luca Capuano nella foto) per indagare su quello che sembrerebbe un omicidio. Viene avvisato Motello (Ludovico Fremont) amico di Bernie e amante di Marie. L’Ispettore Calligan, uomo represso e ossessionato dalla figura paterna, comincia ad investigare. Tutti sembrano non avere un movente, ma l’Ispettore fiuta l’inganno. Chi è l’assassino di Bernie? E perché tutti sembrano interessati alla scatola che contiene 100 bottoni di sughero, ultimi esemplari al mondo? Cosa nascondono i potenziali sospettati? Riuscirà Calligan a risolvere questo caso complicato apparentemente inestricabile?
La drammaturgia dileggia i più famosi capisaldi dell’immaginario del murder mystery novel del ‘900 e del noir. Tutta l’ambientazione è una parodia ai gialli deduttivi, che pur mantenendo i toni del “Who Has Done It?”, scende a compromessi con una grottesca ilarità, prendendosi gioco degli elementi investigativi e delle macchinazioni dello story-line del genere. Gli intrighi si colorano di bizzarro. Gli alibi diventano un escamotage che si presta alla più pura comicità. Le teorie e i complotti diventano uno strumento per creare caricature, senza risparmiare i protagonisti di questa assurda e misteriosa vicenda. Ecco che Calligan è uno Sherlock Holmes incerto, che ostenta una sicurezza apparente, minato dal rapporto con il padre, che lo rende distratto e inconcludente. La sensuale e bella Marie, ambita e svampita, come da sua stessa ammissione, nasconde una natura forse più ambiziosa e intelligente di quanto dia a vedere. Dondolo si rivela più preoccupato alla scatola che alla morte del fratello e infine Motello, oscuro figuro passionale e amante della poesia, gioca fra ambiguità e mistero. Questo quartetto creerà la giusta suspense fra una risata e l’altra, perché Marco Cecili (autore e regista, nonché interprete di Bernie) non ha offuscato le tinte più tetre del genere. Con passati pieni di segreti, intrighi e colpi di scena, la storia scandaglia anche gli oscuri meandri dei personaggi. Risate quindi, ma anche complotti e alleanze, vendette e risentimenti, in un susseguirsi di rivelazioni e ribaltamenti.
Luca Capuano, in questi giorni in tv protagonista di una nota serie televisiva, e Ludovico Fremont confermano il loro talento, padroneggiando i ruoli con scioltezza e autonomia. Portano in scena due identità divertenti, ben costruite e dinamiche. Danno il loro meglio senza risparmiarsi, con piacevoli tempi comici, immergendosi in una mimica che sbeffeggia i loro stessi personaggi, arricchendoli di particolarità uniche. Anche Stefania Chiara Cavagni e Gianni Alvino centrano i rispettivi ruoli, maneggiandone le caratteristiche con disinvoltura.
La regia orchestra la commedia e i suoi intricati risvolti, sapendo equilibrare dilogia e intrighi, creando così un mix di comicità e mistero. Apprezzabile la scelta delle musiche classiche che però spezzano a tratti il ritmo della messa in scena, rallentando ove non è necessario. Le scene sono minimaliste e funzionali, rievocando un periodo a cavallo fra fine ‘800 e inizi ‘900: il salotto, unica ambientazione, è composto da un divano di velluto rosso, due poltroncine, un manichino sartoriale. A rompere questa ben amalgamata unione di stile è un moderno quadro astratto “Drip Painting”, posizionato sul fondo e appeso in obliquo, simbolico oggetto della confusione, della congiura e della cospirazione che vanno intrecciando le storie dei personaggi. I costumi collaborano alla satira del giallo, attingendo dagli standard della tarda epoca vittoriana per accentuare le caratteristiche dei personaggi. Uno spettacolo spassoso che sarà di nuovo in scena l’anno prossimo in una mini-tournée a Roma: le date sono disponibili a fine articolo.
Uno spettacolo efficace e sicuramente divertente che analizza contestualmente le peggiori ambizioni dettate da avidità e arrivismo. Sarebbe un “delitto” non vederlo, soprattutto per le perfomance di Capuano e Fremont.
Info
LA FABBRICA DEI BOTTONI DI SUGHERO
Scritto e diretto da Marco Cecili
Interpreti: Luca Capuano, Ludovico Fremont, Stefania Chiara Cavagni, Gianni Alvino, Marco Cecili
Prodotto da Surreali Produzioni
25-26-27-28 gennaio presso il Teatro Cyrano (RM)
30-31 gennaio presso il Teatro Marconi (RM)