Arriva all’Arena del Sole dal 14 al 18 febbraio, con il famoso attore Lino Guanciale, uno spettacolo diretto dal celebre regista e neo-direttore dell’Emilia Romagna Teatro, Claudio Longhi, libera interpretazione dell’omonimo film di Elio Petri.
["Sapete chi sono io? Un cottimista.
Sono Lulù, un operaio milanese, non amo fare il metalmeccanico ma amo la mia bella auto comprata con ore di fatica e duro lavoro. Amo anche l’enorme televisione davanti alla quale mi addormento stremato tutte le sere dopo una lunghissima e interminabile giornata di lavoro, i miei capi mi elogiano perché rappresento un modello da seguire ed imitare mentre tutti i miei colleghi mi disprezzano e mi accusano di servilismo.
La volete sapere una cosa?
A me tutte queste lotte politiche e sindacali non mi interessano. Lasciatemi stare, lasciatemi essere uno stakanovista dell’alienazione, lasciatemi far perdere tutte le briciole della mia esistenza su questa sporca catena di montaggio. Molti di voi mi diranno che non ho gli strumenti cognitivi per capire che cosa mi sta succedendo intorno, molti di voi mi chiederanno di aderire a ideali che, sinceramente, non sento miei. Voglio perorare la mia di causa, voglio sentire crollare tutto il peso delle mie decisioni sopra il mio caschetto giallo di sicurezza e voglio vedere il mio mondo sbriciolarsi nel palmo delle mie mani callose da lavoratore. Voglio poter morire tutte le sere nel mio sfavillante museo delle modernità e sentire la mia schiena incurvarsi ogni giorno di più per potermi prostrare più facilmente davanti a i miei trofei, pagati con la mia libertà.
Dite che i soldi non fanno la felicità? Venite a raccontarlo alla mia nuova Jaguar fiammante"].
L’influenza che il regista Luca Ronconi ha avuto sul suo allievo Claudio Longhi è lampante nella scenografia dello spettacolo; imponenti strutture semoventi immerse in un’atmosfera multimediale ricordano molto la celebre Medea del regista.
È evidente una particolare attenzione da parte degli attori sulla voce, sull’utilizzo alternato di dialetti regionali e la corretta dizione italiana. Questo altalenante scambio linguistico-espressivo permette di attuare uno straniamento dell’attore dal personaggio: la presenza in scena di elementi normalmente extradiegetici come il musicista o l’introduzione di canzoni a sfondo tematico su differenti argomenti permettono allo spettatore una visione critica, didattica e distaccata delle vicende rappresentate.
Il fuoco di questo adattamento dell’omonima pellicola di Petri è sulla sua produzione, sui processi che hanno portato il regista a fare determinate scelte tenendo conto del contesto culturale in cui era immerso e al pubblico a cui voleva parlare. Il pubblico a cui si rivolge il film non deve essere di elite; deve essere in grado di parlare a tutte le classi produttive del sistema capitalistico e per farlo si serve di quello che Pirandello chiama Umorismo: la capacità di fornire allo spettatore strumenti di analisi critica in grado di trarre da situazioni apparentemente comiche e farsesche elementi di riflessione e discussione.
La classe operaia va in paradiso decide quindi di muoversi in una direzione maggiormente documentaristica, mostrandoci gli scontri, le reazioni e le relazioni che intercorrono tra le diverse classi sociali di ieri e di oggi.
“Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà, non ritornerà più”
Franco Battiato