Il merito del teatro, del buon teatro, è di portare in scena testi nuovi, inusuali, che fanno riflettere, aprono finestre informative sulla storia, squarciano le carte da parati abitudinarie che ricoprono la nostra mente per consegnarci chiavi di lettura diverse della realtà, storie di battaglie che ancora si succedono e hanno precedenti illustri, spesso non troppo conosciuti.
È questo l’effetto su cui punta LA CARTA DA PARETE GIALLA in scena fino all’8 gennaio al Teatro Studio Uno, uno spettacolo da non perdere, interessante e a suo modo prezioso, che porta in scena un testo di Charlotte Perkins Gilman, scrittrice, poetessa e attivista statunitense vissuta a cavallo fra 1800 e 1900.
Il testo, “The Yellow wallpaper”, frutto anche dell’esperienza personale della scrittrice, parte dalla descrizione dei tentativi di (presunta) cura della depressione post partum nel primo novecento, sviscerando e denunciando le costrizioni fisiche alle quali veniva sottoposta la donna isterica (la si chiudeva in una stanza “per sfogare”), diventando così un manifesto della lotta femminista per l’emancipazione contro il pensiero comune che le vedeva “malate” e per estensione contro i tentativi di isolamento, mortificazione e costrizione della donna al volere dell’uomo scansando tutti i propositi o alibi curativi. Una lotta, che l’autrice cavalcò personalmente a Pasadena e poi in giro per il continente, tenendo seminari, convegni e strutture associative nel primo ‘900.
Lo spettacolo realizzato dall’interessantissima produzione dell’associazione culturale fiorentina ES Teatro, non nuova alla messa in scena di testi tratti dalla drammaturgia classica e moderna, è interpretato da una abilissima Elena Balestri che impersona la protagonista del romanzo parzialmente autobiografico della Gilman, una donna costretta dal marito medico in una stanza della villa, lontana dal figlio che ha appena partorito, per cercare così di guarire dalla depressione che l’attanaglia.
La performance assume inizialmente i temi dell’horror: la stanza sembra nascondere un segreto dietro le pareti, e finisce per rappresentare una morsa emotiva per l’anima della giovane madre che, ossessionata dalla carta da parati, dal suo puzzo, dal suo colore sinistro, finirà per sfogare tutta la propria frustrazione contro quella e se stessa, fino al sorprendente colpo di scena.Sin da subito colpisce il cambiamento di tenore dello spettacolo, dal giallo horror iniziale fino alla più lucida analisi della follia delirante, frutto di una regia attenta alla variazione controllata e graduale dello spettacolo per non confondere troppo lo spettatore. Il tutto viene narrato per “quadri” (in analogia con la narrazione diaristica del testo originale) scanditi dall’accendersi e spegnersi delle luci sulla protagonista, sola in scena con un cubo centrale che funge da letto/giaciglio intorno al quale si muove, che abbraccia piangente o su cui si affloscia nei momenti di apatia isterica.
L’attrice ci colpisce per l’interpretazione sporca, mutevole, mai però veramente imperfetta. Interagisce benissimo con l’ambiente, dal cubo alle pareti immaginarie che sfiora con le mani. Nei primi quadri il suo volto è inizialmente nascosto, mai in piena luce e coperto dalle mani, o rivolto solo di profilo alla platea. Poi si manifesta in tutta la sua drammatica bellezza, ora rabbiosa ora triste. Ottima dunque nell’espressività del volto, abile nei mutamenti di voce, l’attrice sembra aver lavorato molto sui movimenti del corpo (ognuno studiatissimo), sull’interazione con il giaciglio durante i diversi momenti di delirio, riso o pianto che si succedono nel corso dell’immaginaria permanenza nella stanza. Questa assume le triste vesti di una gabbia dalle pareti immaginarie, una gabbia che per estensione è analoga a quella condizione di schiacciamento e costrizione cui l’odierno potere maschile tenta di soggiogare ancora la donna, per renderla inerme e incapace di nuocere in primis a se stessa.
Un istinto di castrazione fisica cui la protagonista si ribella in uno slancio finale che esplica tutta la drammaticità di una lotta che, spesso e ancora oggi è più cruenta e accanita di quello che sembra.
Info:
Dal 05/01/2017 al 08/01/2017
LA CARTA DA PARATI GIALLA
Luogo : Teatro Studio Uno, via Carlo della Rocca, 6
Città :Roma
Web
Visualizza
BIGLIETTO RIDOTTO a 8 euro PRENOTANDO COME LETTORE DI GUFETTO!! Tel: 349-435 6219
dal giovedì al sabato h 21:00 | domenica h 18:00