LA MODA DEI SUCIDI: quando il lavoro uccide per stress e mobbing

È in scena fino al 18 dicembre LA MODA DEI SUICIDI uno spettacolo teatrale inusuale e dalla tematica profondamente attuale e delicata: quella del logoramento psicofisico del lavoratore da stress lavoro-correlato e non solo!

LA MODA DEI SUICIDI trae spunto dalla vicenda dei 58 suicidi dei lavoratori di France Telecom tra 2008 e 2010, che portarono i dirigenti alla sbarra per le loro brutali operazioni di management sul personale. Analogamente, racconta le vicende di un’azienda fittizia che, a seguito della privatizzazione, muta l’assetto aziendale e subisce tagli del personale , demansionamenti e richieste di maggiore efficienza. Diversi membri del personale, non reggendo la tensione, decidono di togliersi la vita mentre altri meditano di farlo…

Se pensate di recarvi in un teatro di quelli che tutti conosciamo, scordatevelo! L’appuntamento è a viale Castrense,8 nella sede di due aziende “illuminate” la VOX COMMUNICATION e la SOLCO srl, che dividono gli spazi e permettono l’ingresso nei locali aziendali per farvi “entrare” letteralmente nella tematica. Lo spettacolo ha dunque carattere “itinerante”: si sviluppa in 4 percorsi narrativi diversi, da un’ora circa, ciascuno composti da 4 monologhi svolti nelle diverse stanze. Possono essere seguiti uno di seguito all’altro: di volta in volta conoscerete i dettagli che appartengono ai protagonisti degli altri percorsi, in un crescendo di consapevolezza su quanto realmente accaduto, fino ad un epilogo tragicomico, molto ben studiato, comune a tutti e 4 i percorsi.

Gli attori che vi accompagneranno in questo percorso hanno una buona formazione teatrale e cinematografica, sono convincenti ma soprattutto, molto empatici (non mancate loro di dare un abbraccio a fine spettacolo!)

Il testo di Marco Avarello, messo in scena con Linda di Pietro in collaborazione con la Vox Communication è interessante e attuale, ha dei preziosi rimandi fra un percorso all’altro che possono essere colti solo seguendo i diversi percorsi, ma che si rivelano intelligenti e curiosi ad un occhio attento. Un testo veloce, semplice nella comprensione e soprattutto prezioso perché racconta un fenomeno spesso bistrattato dalla cronaca e dalla normativa in materia di sicurezza: quello dello stress lavoro correlato e del mobbing, rischi psicosociali che portano il lavoratore ad alienarsi dagli altri, a spersonalizzarsi nell’incubo di un possibile demansionamento o ricollocamento o a schiacciarlo psicologicamente sommergendolo di lavoro o estraniandolo dalle dinamiche aziendali, fino alla riduzione a mero “numero” prima della sua eliminazione dallo “schema aziendale” perché improduttivo e ritenuto in “esubero”.

Sono queste le parole che sentirete ripetere nei diversi racconti dei dipendenti che, con una recitazione convincente, dal tono colloquiale e diretto, come quello che terrebbero i vostri colleghi d’ufficio, spettegolano, sussurrano e si lasciano andare alle confidenze sul clima aziendale, sulle morti già avvenute, sul rapporto coi dirigenti, fino ai problemi legati all’iper-lavoro e alla richiesta di produttività sempre più pressante e divorante (“La colpa è del Lavoro!” si afferma), smascherando il loro sentimento di inadeguatezza e inutilità.

Il conflitto finale che chiude ogni percorso in cui vi troverete, riassume il clima di conflitto e ribellione allo status quo, imposto dalla nuova dirigenza, un atto estremo di aiuto in cui Avarello ha ben mescolato sia gli interessi propri dei lavoratori soggiogati al volere dei dirigenti (“Voglio salvare gli altri!”, grida una dipendente in un gesto estremo), sia le ragioni economiche di questi ultimi, legati alla logica del profitto e del risparmio non tanto (o non solo) fine a se stesso (come i lavoratori credono che sia) ma legati al salvataggio generale di tutta l’azienda e al superamento degli sprechi legati alla gestione pubblica: ma non per questo i tentativi di ristrutturazione aziendale risultano meritevoli se condotti pressando individui abituati ad un diverso ritmo produttivo, dimenticando la loro personalità, le loro aspirazioni e confinandoli all’essere un numero di uno schema aziendale.

Riflessioni interessanti, queste su cui speriamo Avarello si concentri ancora, così come sulla dicotomia fra vita e morte collegata al lavoro, dove la morte professionale del lavoratore si incrocia con la morte fisica dell’individuo (“non sono più vivi ma è come se fossero sempre tra noi” si afferma con riferimento ai primi suicidi, ma per estensione sono tutti “morti professionalmente”).

Venite dunque a seguirlo per scoprire non solo un modo diverso di fare teatro, ma anche di palare della nostra quotidianità lavorativa e dei rischi che in essa insistono ogni giorno e logorano chi un lavoro ce l’ha e non sempre ci si riconosce più!

Info:
LA MODA DEI SUICIDI
di Marco Avarello

con Marius Bizău, Vittorio Ciardo, Antonella Civale, Letizia Letza, Marta Nuti, Giuseppe Grisafi, Tiziana Scrocca, Fabio Morici, Marco Zingaro
Regia di Linda Di Pietro

25 – 26 – 27 novembre 2016

2 – 3 – 4 dicembre 2016

9 – 10 – 11 dicembre 2016

16 – 17 – 18 dicembre 2016

Prima replica ore 20:00 – seconda replica ore 21:30

Per info e prenotazioni telefonare al 392/2561362 oppure inviare una mail a modadeisuicidi@gmail.com

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