KEVINGIPSY@Teatro dell’Orologio: una vita da gitano

Al Teatro dell’Orologio è andato in scena il 3 dicembre, all’interno della nona edizione della rassegna EXIT-Emergenze Per Identità Teatrali, lo spettacolo KEVINGIPSY – STORIA DI RECLUSIONE E DI LIBERTÀ NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, scritto e interpretato da Eduardo Ricciardelli (liberamente ispirato al libro Il piccolo acrobata di Raymond Gurême), per la regia di Gino Aurusio.

L’arredamento scenico è molto essenziale: nient’altro oltre a una poltrona e a un sacco. Il protagonista, nei panni di un nomade ottantacinquenne, ripercorre la vicenda della sua vita e del suo popolo, i “manouches”, i quali, giunti in Francia dove “portarono la civiltà col loro carrozzone”, furono privati della loro libertà e internati in campi di reclusione.
Vengono così ricordate le numerose ingiustizie subite e le mille peripezie escogitate per trarsi d’impaccio da situazioni di costrizione e miseria.

Il monologo è accompagnato da belle melodie e da interessanti giochi di luce. Alcuni oggetti – un piccolo clown, la statuetta di un cavallo, un’automobilina di vimini, due palline e un piccolo recinto – vengono estratti dal sacco e posti sul pavimento durante la narrazione. Questa è a tratti suggestiva, nei ricordi di un’infanzia vissuta all’insegna della libertà, dell’amore verso i cavalli e dell’apprendimento di pratiche circensi.

Tuttavia nel raccontare l’incontro e il complesso rapporto tra le popolazioni itineranti e quelle sedentarie si scivola spesso in una visione un po’ troppo semplicistica e manichea, a causa della quale i toni risultano talvolta ingenui, didascalici e talvolta perfino patetici.

La recitazione presenta qua e là degli intoppi e non sempre risulta scorrevole e convincente. Pur essendo apprezzabile l’intenzione della messa in scena, un tema che avrebbe potuto essere avvincente e coinvolgente è risultato, purtroppo, banalizzato e mortificato. L’aspetto migliore dello spettacolo rimangono senz’altro le belle musiche gitane.

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF