ITACA PER SEMPRE @ Teatro Argot: le lacrime non si addicono ad Ulisse

Un fremente Woody Neri, a tratti trattenuto a tratti straripante, incarna l’Ulisse di Malerba in questo ITACA PER SEMPRE, che ottiene un bel pienone al Teatro Argot e lì ci resta fino al 17 marzo.
Divide la scena con una ben impostata Maura Pettorruso dagli occhi invece fermi e penetranti. Insieme sono la coppia omerica di Ulisse e Penelope nella chiave offerta dallo scrittore di Berceto e nella rivisitazione per il teatro di Maria Teresa Berardelli che non sfugge ad indagare quelle incomunicabilità ultime fra due coniugi che, ad un tratto, comprendono di non riconoscono più e finiscono per perdersi “PER SEMPRE”. Quello che ne deriva per lo spettatore è uno scotimento di emozioni, come acqua strabordante da un acquario troppo piccolo. Vediamo perché.

Partiamo dal titolo, furbo. ITACA è “per sempre” se intendiamo che non è solo l’isola “casa” da raggiungere, bensì ITACA come nuova meta ancora da raggiungere, a cui tendere PER SEMPRE.
Il regista Andrea Baracco, che come Malerba è particolarmente attratto dal classico (ricordiamo un Edipo re con una splendida Arvigo) e dalle sue rielaborazioni, fa realizzare una scenografia (curata da Luca Brinchi e Daniele Spanò) in cui troneggiano sulla scena diversi acquari intorno ai quali si muovono i due amanti che rivolgono al pubblico la propria versione della storia (coniugale e non) e dei sentimenti confusi e contraddittori che si agitano come onde impetuose.
Alle loro spalle, a fare da fondale, due grandi teli bianchi che talvolta ondeggiano languidi, dietro i quali i due si nascondono o appaiono come ombre emergendo dal buio dello smarrimento della memoria reciproca.

Ci colpisce la simbologia dell’acquario: contenitore ed insieme costrizione dell’acqua in uno spazio definito, in analogia con la costrizione del rapporto di coppia: non è un caso che sia proprio l’acqua a fuoriuscirne spesso, grazie alla furia di Woody Neri che “tira fuori” la frustrazione del proprio Ulisse (vestito di un pesante e anacronistico giaccone) colpendo l’acqua ed il torace nudo (i cui tatoos ci piace pensare siano i segni del viaggio trascorso) quasi a frustrare sé stesso, punirsi per la propria condizione, in uno scarico di rabbia misurata e mai eccessiva, una furia che cresce e che ci convince dopo un avvio piuttosto lento.

Buono il coordinamento e l'intesa fra i due interpreti, seppure spesso distanti fisicamente per via del testo che li disegna guardinghi e attenti a non superare certi limiti di coinvolgimento, a non occupare troppo a lungo i medesimi spazi. Lei più posata e precisa, più ferma (in abito classico), lui dalla dizione che avremmo voluta più sporca, dalla voce alta, a volte inutilmente vista la dimensione della platea. Ed eppure entrambi convincenti.

Avvertiamo infatti, del vero Smarrimento in scena, tanto disappunto per una storia coniugale “naufragata” nell’incapacità del perdono, nei tentativi reciproci di superare le proprie diffidenze.
Penelope ed Ulisse, una volta abbattute le distanze, cercano di perdonarsi e di ristabilire l'unione matrimoniale, ma qualcosa è cambiato, qualcosa si è rotto, qualcosa è strabordato troppo, l'acqua non può tornare là dove è stata estratta, come un sentimento dal cuore.
Le lacrime ad Ulisse non si addicono, gli dice Penelope ed è vero. Perché il senso ultimo della pièce sta proprio alla fine: le lacrime come acqua sono in movimento, le lacrime sono il senso dell’addio ultimo di Ulisse, avvolto nella consapevolezza di non appartenere a nessuno, di non voler restare intrappolato in nessuna forma specifica, in nessun legame, perchè la tensione è quella di andare via, scorrere via, lontano da tutti.

Info:
DAL 12 AL 17 MARZO 2019
mar-sab ore 20.30 dom ore 17.30

TRENTOSPETTACOLI

ITACA PER SEMPRE
.

dall’omonimo romanzo di Luigi Malerba
drammaturgia Maria Teresa Berardelli
regia Andrea Baracco
con Woody Neri e Maura Pettorruso
scenografia Luca Brinchi e Daniele Spanò
costumi Marta Genovese
disegno luci Javier Delle Monache
organizzazione Daniele Filosi
con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Provincia Autonoma di Trento, Regione Autonoma Trentino Alto Adige, Comune di Trento, Teatro Comunale di Pergine Valsugana, Spazio Off Trento
foto Manuela Giusto

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF