IN EXITU @ Manifattura Tabacchi: la perdita dei sensi e dei sentimenti di Roberto Latini

La perdita dei sensi e dei sentimenti; il dolore profondo che induce al desiderio di morte, soluzione unica alla sofferenza che dal singolo si estende ai personaggi che affollano la vita. Roberto Latini con la sua ultima creazione, IN EXITU, ci mostra un essere umano afflitto dalla sua dipendenza, dalla sua stessa vita; servendosi della lingua “drogata” di Gino Riboldi, il cui artefice primo fu Giovanni Testori.

A cura di Serena Solpasso

La affascinante e rinnovata struttura della Ex Manifattura Tabacchi di Firenze, risorta a nuova vita da poco meno di un anno, ospita come evento straordinario, la messa in scena di IN EXITU, ultimo testo di Giovanni Testori, adattato e interpretato da Roberto Latini, per la produzione della Compagnia Lombardi-Tiezzi, con la quale il regista e attore ha precedentemente collaborato. Dopo il debutto estivo seguito da Gufetto al Festival Inequilibrio di Castiglioncello – che potete leggere nell’approfondito reportage di Sonia Coppoli – è approdato in città questo atteso spettacolo, in un particolare allestimento site specific, dove parte dell’atmosfera della messa in scena vive dell’ambientazione non convenzionale per il teatro: la singolare cornice della storica struttura fiorentina rende questo complesso testo, ancora più suggestivo per il pubblico, in una esperienza immersiva e a tratti disturbante per lo spettatore.

La rilettura in chiave teatrale di Latini del romanzo di Testori, fa del protagonista Gino Riboldi un mero espediente, al pari dei ragazzi di Ostia di Caligari, rappresentanti di un universo sociale parallelo, qual è quello degli emarginati, degli “sconfitti”, gli ultimi, i perdenti. È così che i veri protagonisti della vicenda sono il dolore e la confusione, il desiderio della morte che fa pronunciare a denti stretti: “vorrei che qualcuno mi facesse morir per non far soffrire, mi soffrir nessuno”. Riboldi è “un povero cristo” come ce ne sono tanti in una metropoli decadente, e per questo costretta, come una fenice, alla continua rinascita dalle proprie ceneri, destinata allo stesso tempo a disperdersi inutile e futile come la vita degli uomini poveri.
In Exitu di Latini resta fedele all’angosciosa esperienza della vita descritta da Testori, alla lingua “drogata” del romanzo, complessa e composita nel suo servirsi di espressioni dialettali, di termini prelevati dal latino e della lingua comune; in un mélange di parole e atti a restituire la sofferente confusione del protagonista. Con questa Latini si rivolge al suo interlocutore: quel “tu” che non è presente in scena, ma è dall’altro lato del campo da tennis, contrassegnato da una rete bassa sul proscenio. La partita si gioca a colpi di parole che rimbalzano costantemente, definendo una relazione di reciprocità intercorrente tra regista-attore e spettatore, come Latini afferma: “è la platea che ti detta il tempo, che manomette la tua percezione, se sei nell’ascolto, nella sanezza dell’ascolto”.

Si tratta di una parola che Latini fonde costantemente con il corpo: una parola deformata, al pari della voce e della gestualità. E in questo la tossicodipendenza di Gino Riboldi sposa benissimo la modalità del fare teatro di Latini. Diversi gli espedienti scenografici atti a favorire un’interpretazione ottimale: dai materassi disposti in scena, volti a rendere la camminata incerta di uno scheletro sempre al limite del collasso; all’asta del microfono, spada utile a far svoltare, prima, e a sostenere, poi, il protagonista.

Non stupisce la scelta di un luogo simbolo della decadenza, la Manifattura Tabacchi, una immensa superficie – per un’area di 6 ettari con 16 edifici e una struttura di 100.000 mq – nella periferia della città, abbandonata per anni, inutilizzata, un cadavere imponente e massiccio dell’era post industriale.
Le colonne squadrate che ne caratterizzano l’ingresso, le mura grigie e logorate dal tempo, le vetrate ingabbiate in griglie di ferro, sono l’accoglienza del pubblico all’entrata, per scoprire nei rinnovati cortili all’interno, un seme di rigenerazione artistica e contemporanea, un laboratorio di una nuova manifattura per il rinascimento urbano, progetto unico ed ambizioso.

Info:
IN EXITU
dall’omonimo romanzo di Giovanni Testori
nell’adattamento, interpretazione e regia di Roberto Latini
musiche e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
con la collaborazione di Armunia Festival Costa degli Etruschi, Associazione Giovanni Testori, Napoli Teatro Festival Italia con il contributo di Comune di Firenze, Regione Toscana e MiBAC

Manifattura Tabacchi
Estate Fiorentina
20 settembre 2019

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