Il 25 ed il 26 Novembre 2017, in scena al Teatro Sala Vignoli del Pigneto a Roma (scopri la Stagione), IL PATAFFIO l’adattamento teatrale del famoso romanzo di Luigi Malerba, messo in scena dalla Associazione culturale Drakkar . Il racconto grottesco, in stile ariostano, di una scombinata corsa al prepotente accaparramento del potere e di quella ribellione di chi è oppresso.
Il Marconte, (mezzo Conte e mezzo Marchese) Bellocchio de Cagalanza, grazie al suo matrimonio con l’indesiderabile duchessa di Monteccacchione, Bernarda, riceve in dote il castello di Tripalle, illudendosi, così, di diventare un potente e riverito feudatario. Per prenderne possesso si incammina lungo le sponde del Tevere, alla ricerca della giusta strada per arrivarci. Al suo seguito improbabili soldati senza armi, né capacità, e Frate Cappuccio, l’ambiguo arciprete che, con un inverosimile linguaggio forbito e latineggiante, cerca di condizionare il Marconte per i suoi interessi. Raggiunto il feudo, però, il marconte Bellocchio si rende conto che è un posto in disgrazia: gli abitanti muoiono di fame e le risorse per ristabilire il benessere scarseggiano. Ciononostante, intende ristabilire l’ordine ed esercitare il suo potere, soprattutto su un villano che non riesce a sottomettere: Migone. E sarà proprio Migone che gli darà del filo da torcere.
Tutta la tragicommedia è una metafora del nostro presente: l’incosciente pretesa del lusso in tempo di carestia, la scelleratezza di leggi e ordinanze utili solo al benessere della casta e non del popolo e il ribollire dell’insofferenza di chi è sfruttato e afflitto. Un testo decisamente attuale.
Il divertente romanzo comico di Luigi Malerba è messo in scena grazie all’adattamento e alla regia di Simone Ruggiero che orchestra i vari personaggi in un susseguirsi di cambi di scena tra il palco e la platea, dove spesso gli attori coinvolgono il pubblico in maniera scanzonata e allegra.
Sebastian Gimelli Morosini interpreta il Marconte Bellocchio de Cagalanza ed esprime perfettamente l’indolenza altezzosa di un feudatario dell’epoca: superficiale e capriccioso. Padroneggia perfettamente il comportamento di un personaggio così amorale, intollerante e insensibile rendendolo paradossale e quindi comico. Anche Andrea Carpiceci che interpreta Frato Cappuccio si dimostra abile nel dimostrare la sua ambiguità. Alterna movimenti sguiscianti a guizzi energici anche nella voce per sottrarsi alle situazioni e poi tornare alla carica. Di rilievo anche la sua capacità di esprimersi con il linguaggio finto latino-romanesco.
Non rende, invece, perfettamente l’idea dell’indesiderabile e sgraziata moglie del Marconte, Bernarda, l’attrice Chiara Bonome. Nonostante le sue ottime capacità tecniche e di dizione, l’attrice, molto bella ed elegante nei movimenti non risulta credibile in questa parte, dove il comico dovrebbe manifestarsi nell’esagerazione della disarmonia, nella scanzonatura della bellezza così detta normata. Così come Federico De Luca che interpreta il villano Migone De Scaracchio: volenteroso e appassionato, ma che lascia nel dubbio che non sia poi sofferente come recita. Forse per la sua prossemica mite e bonaria caratteriale, non riesce ad infuocare l’animo del pubblico con l’importante monologo del suo personaggio, che dovrebbe spingere all’indignazione e all’insurrezione.
L’impetuoso spirito di dissenso manca anche nell’interpretazione canora della bella moglie di Migone, interpretata da Chiara David: il bel cantare, maschera la disperazione che serve all’ardore della scena.
Ricercati e ben fatti i costumi di scena realizzati da Giulia Pagliarulo e Marika Argentini che disegnano perfettamente l’epoca e rendono piacevole la messa in scena. Non altrettanto didascalica, ma più astratta la scenografia scelta da Giorgia Visani. Un insieme di stoffe colorate e stracciate che sospese in alto e in fila, simboleggiano perimetri fatiscenti, dando vita più ad un’istallazione artistica, che ad uno sfondo utile alla scena.
Il romanzo di Malerba è quindi contemporaneo e tristemente attuale per la rappresentazione diacronica delle dinamiche politiche: un racconto che rappresenta bene il becero meccanismo oppressi oppressori.
In questi giorni caldi rispetto alla questione, vale comunque sottolineare anche la connotazione sessista del testo, che ruota intorno alla desiderabilità sessuale come parametro di valutazione delle donne, concetto retrivo e discriminatorio, a cui non potendo più provvedere l’autore Malerba, dovrebbe far riflettere il regista contemporaneo che sceglie per la parte un’attrice come Chiara Bonome, capace e bella, connotandola come indesiderabile soltanto perchè portatrice di un corpo non normato.
Visto il 25 novembre 2017
Credits:
Foto di Marco Bonomo
Info:
Il Pataffio
da Luigi Malerba
25 e 26 novmebre 2017
adattamento e regia di Simone Ruggiero
Associazione culturale Drakkar
con Sebastian Gimelli Morosini, Chiara Bonome, Andrea Carpiceci, Federico De Luca, Ezio Passacantilli, Emiliano Pandolfi, Chiara David, Ilario Crudetti
musiche Marco Raoul Marini
scene e costumi Giulia Pagliarulo e Marika Argentini
scenografie Giorgia Visani
Trailer Spettacolo