IL NEMICO @ Teatro Cantiere Florida: e se quello che ci hanno raccontato sul nostro Nemico non fosse vero?

E’ andato in scena al Teatro Cantiere Florida, chiudendo in bellezza una stagione che abbiamo seguito con molto interesse, lo spettacolo IL NEMICO, preceduto dal matinée per 260 studenti del Liceo Scientifico Rodolico. Si tratta di un testo liberamente ispirato all’album “L’Énnemi” di Davide Calì* e Serge Bloch*, adattamento e regia di Marco Di Costanzo, regista e fondatore del Teatro dell’Elce**. In scena Erik Haglund e Lucia Sargenti. Con Gufetto siamo stati a vedere e abbiamo recensito Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo.

di Giulio Meoni e Alice Capozza

Un soldato che vive in un buco scavato nel terreno, una specie di trincea riadattata a casa, nel buco oggetti di uso quotidiano, un bricco per il thè, una piantina, un calendario: il soldato è qui da molto tempo. Poco lontano da lui, oltre la linea rossa, fuori scena per lo spettatore, un altro buco dove vive il Nemico. Da anni i due soldati combattono una guerra fredda: il massimo momento bellico sono alcuni colpi di arma da fuoco, spari ai quali entrambi rispondono sempre. Il soldato non ha mai visto il Nemico, le uniche informazioni che possiede sono tratte dal Manuale del Perfetto Soldato, un piccolo libretto rosso appeso all’interno del buco che descrive il Nemico come crudele e spietato: il Nemico non è un essere umano.

Il tema predominante è il conflitto e tutto ciò che da esso deriva. Si parla di nemici: di quanto siano spietati e terribili tanto da non poter nemmeno essere definiti esseri umani. Si parla di guerra, anche se i colpi sparati sono solo colpi d’avvertimento; danno l’impressione che il soldato li utilizzi per assicurarsi che il suo Nemico ci sia ancora, quasi come se avesse il timore che un giorno nessuno risponda ai suoi spari. Si parla di paura: la paura che spinge tutti noi a rintanarci in un buco freddo, sporco, scomodo, buio, ma che allo stesso tempo ci da l’illusione di farci sentire al sicuro; è il nostro buco e siamo pronti a difenderlo con ogni mezzo e da qualsiasi Nemico.

Il nostro soldato è interpretato da Erik Haglund che possiede un’eccezionale maestria nell’utilizzo del proprio corpo. Il movimento e la drammaticità fisica sono gli unici strumenti con i quali si esprime il soldato, l’unica battuta che pronuncia è: “Liberté, égalité, fraternité, Mare Nostrum”. La voce narrante, comunque poco presente in tutto lo spettacolo, è affidata alla cantante fiorentina Lucia Sargenti. I passaggi del narratore, i pensieri del soldato, il rumore della pioggia e i canti sono espressi dalla straordinaria voce della Sargenti. Un passaggio su tutti ne dimostra la bravura: l’esecuzione di un Inno alla Gioia in lirica ma con un testo composto da parole sconnesse a tema Unione Europea: Maastricht, Schengen, Merkel, Erasmus… L’atmosfera atemporale e quasi onirica presente per tutto lo spettacolo è resa anche possibile dall’impiego di una loop-station grazie alla quale la cantante è riuscita a creare suggestioni e melodie magiche.

L’ultimo protagonista di questo spettacolo è la tecnica nel vero senso della parola: luci, proiezioni video e suoni non sono elementi accessori, non aggiungono solamente un qualcosa allo spettacolo o all’interpretazione degli attori, sono protagonisti con un loro peso scenico. Tra questi spiccano le proiezioni video curate da Beatrice Ficalbi e i suoni di Andrea Pistolesi. Quello che dovrebbero esprimere le parole lo esprimono le linee e le forme geometriche: linee rosse e scattose si muovono sulla scena e formano la faccia di un mostro stilizzato, la faccia del Nemico; linee bianche e morbide che si afflosciano diventando una specie di culla, per trasformarsi poi in dei cerchi concentrici e pulsanti come un utero materno, nel quale il soldato si addormenta. Queste e tutte le altre proiezioni sono veri e propri attori dello spettacolo poiché ne aumentano la drammaticità ed esprimono passaggi emotivi in modo genuino e diretto.

La scena è occupata interamente dalla trincea, fatta di terra e stracci, poco illuminata, piena di oggetti: ma l’oggetto che ci è parso più importante e simbolico è la scala a pioli. Il soldato si è mai chiesto, in tutti questi anni, cosa c’è fuori? Come sia il buco del suo Nemico? Quella scala, che è stata riparo dalla pioggia battente, è allo stesso tempo, l’unico strumento a disposizione del soldato per uscirne, l’unico ponte tra sé ed il Nemico.

IL NEMICO del Teatro dell’Elce è uno spettacolo unico. In primo luogo perchè cambia il destinatario del suo messaggio: la graphic novel alla quale è ispirato è destinata ad un pubblico di bambini. La messa in scena di Di Costanzo, invece, abbraccia una fetta di pubblico molto più ampia, accoglie sia i più piccoli che gli adulti, e lo rende fruibile ad un pubblico che va dai 10 ai 100 anni.
Una fruibilità così ampia è resa possibile grazie alla regia dello spettacolo. I temi toccati sono molto drammatici ma non vengono lanciati addosso allo spettatore, ma proposti e donati con delicatezza poetica. In secondo luogo, a differenza di fin troppo teatro contemporaneo che vediamo, non propone niente che non sia ragionato, niente che non abbia un motivo di esistere. Tutto quello che lo spettatore vede risulta curato e non buttato in scena perché: “...tanto il pubblico non importa che capisca.” Lo spettatore deve poter capire invece! a nostro avviso, non importa che abbia la risposta assoluta ed esatta, ma che possa farsi delle domande. Questo spettacolo sicuramente lo permette: ci fa riflettere sulla facilità con la quale ci scagliamo contro un Nemico che non abbiamo nemmeno mai visto, ma che un Manuale ci ha detto essere tremendo, senza domandarsi se questo Manuale possa sbagliare: forse abbiamo semplicemente bisogno di un Nemico. Abbiamo bisogno di qualcuno su cui rovesciare le nostre frustrazioni e al quale addossare la colpa per i nostri fallimenti. Se questo qualcuno è anche definito crudele e spietato, allora tanto meglio: da vigliacchi diventiamo subito degli eroi.

Se entrassimo nel rifugio del Nemico scopriremmo che il Nemico ha una famiglia, anche il Nemico ha lo stesso Manuale, anche il Nemico è un essere umano e non è un mostro: Il Nemico è come me! L’umanità svelata del nostro nemico non può che commuoverci: possiamo allora scrivere, sul retro di una pagina del calendario erotico appeso nel buco, “Caro Nemico…” e lanciare un messaggio di Pace al di là della trincea.

Per saperne di più

*Davide Calì è un fumettista e scrittore italiano di letteratura per ragazzi le cui opere comprendono più di 90 titoli, tradotte in oltre 30 lingue e che gli hanno valso la vincita di numerosi premi in tutta Europa soprattutto in Francia ed Italia.
*Serge Bloch è un illustratore francese che ha collaborato per testate quali: New York Times, Le Monde, Washington Post, Wall Street Journal e Time magazine e importanti aziende a livello mondiale come: Hermes, Coca Cola e Samsung. “L’Énnemi” è edito da “Sarbacane, casa di produzione francese in vita dal 2003, con il patrocinio di Amnesty International ed Historial de la Grande Guerre de Péronne.

**Il Teatro dell’Elce è nato nel 2006 a Firenze e si occupa principalmente di produzione di spettacoli ed altri progetti sempre relativi all’ambito teatrale anche in collaborazione con altre realtà del territorio fiorentino, un esempio su tutti il Teatro Solare di Fiesole.

Info:

IL NEMICO
liberamente ispirato all’album “L’Énnemi” di Davide Calì e Serge Bloch, edito da Sarbacane
adattamento e regia Marco Di Costanzo
con Erik Haglund
canto Lucia Sargenti
scene, luci, video-animazioni Beatrice Ficalbi
suono Andrea Pistolesi
produzione Teatro dell’Elce

in collaborazione con Teatro Solare di Fiesole | SPAM! rete per le arti contemporanee | Teatro Excelsior Reggello con il sostegno di Regione Toscana
foto di Michela Goretti Photographer.

Teatro Cantiere Florida

20 aprile 2017

Trailer Spettacolo:

Il nemico – promo from Teatro dell’Elce on Vimeo.

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