Tutto esaurito venerdì sera alla prima de “Il metodo cinese”in scena fino al 27 gennaio al Teatro de Servi a Roma, tante risate, ma anche attualità, intrecci, storie di donne e di uomini. Nel parterre diversi volti noti del mondo dello spettacolo, tra cui i Cugini di Campagna, Lillo di Lillo&Greg e altri.
Da un’idea di Enrico Maria Falconi, regia di Giancarlo Fares, con Vania Della Bidia, Patrizio De Paolis, Enrico Maria Falconi, Giancarlo Fares, Roberto Fazioli, Ramona Gargano, Andrea Standardi.
Se volessimo fare una analogia con il genere cinematografico, potremmo definire la commedia di Fares e Falconi, una sorta di cinepanettone. Tanto divertente e frivolo quanto narrante dell’ attualità. Il tema, intorno al quale girerà il tutto, è il monopolio della cultura cinese nel panorama lavorativo, sia come inventiva che come fatturato, nello specifico nella città di Roma dove è ambientata la storia.
Sei i protagonisti, quattro uomini e due donne, di cui quattro principali. Grande talento ed espressività per il giovane attore Andrea Standardi, che ha tenuto egregiamente la scena insieme ai colleghi, nei panni di un romano in cerca di occupazione, con il debole per le donne. Molto simpatico il personaggio di Luigi, che farà da gancio con la realtà cinese che vedrà successivamente coinvolti tutti i protagonisti nella costituzione di una società.
Incredibile come il “cinese” sia diventato oggi, dopo un impatto iniziale di sorpresa e sospetto, una parte integrante della romanità. Diversi attori sfoggiano ormai nei loro cabaret l’inserto made in China per illustrarci uno spaccato più realistico della Roma di oggi, dove il cittadino cinese non solo si è integrato, ma ha anche superato il “romano” in termini di presenza lavorativa sul mercato monopolizzando interi quartieri di Roma. Fortunatamente questa convivenza è apparentemente pacifica e conveniente per gli italiani, oserei dire. Il livello di fusione è tale che non è insolito sentire un cinese esprimersi con degli slang romani “cinesizzati” e questo ha generato una vera e propria gag, che funziona benissimo, per raccontare la realtà capitolina di oggi divertendo l’interlocutore o spettatore che sia.
Lo hanno capito bene Falconi e Fares che con il “metodo cinese” hanno confezionato svariati decenni di una dinamica ormai consolidata, integrata e aggiungerei vincente. Spettacolo leggero, ben curato e divertente.