E' andato in scena al teatro India di Roma, IL GIOCO DELL'AMORE E DEL CASO (dal 16 al 18 giugno): noi di Gufetto-Teatro Roma ci siamo stati e vi raccontiamo l'interessante spettacolo di Pierre de Marivaux per la regia di Lorenzo Lavia, una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale in collaborazione con Accademia di Costume e Moda e Conservatorio di Musica Santa Cecilia
Pierre De Marivaux è considerato lo scrittore francese dell'innamoramento; quella fase dell'amore in cui si è totalmente travolti dai sentimenti da restare spiazzati dalle conseguenze che possono avere sulle nostre azioni e i nostri moti interiori. Il più importante commediografo della Francia del XVIII secolo ha voluto esplorare le dinamiche sentimentali partendo dalla doppiezza che ha il suo simbolo e archetipo nelle maschera.
La maschera e il camuffamento sono i capisaldi del teatro sin dai suoi albori. Talvolta servono per celare il proprio stato d'animo ai più, adeguandosi al contesto sociale di riferimento, in altri casi a smascherare una menzogna per mezzo di un'altra menzogna. De Marivaux li ha utilizzati per indagare e rivelare i sentimenti dei suoi personaggi, sviscerandoli nelle loro debolezze e mediocrità e mettendo alla berlina l'identificazione morbosa che l'aristocrazia e la borghesia hanno col proprio stato sociale.
Lorenzo Lavia, alla sua terza regia teatrale, fa totalmente sua la poetica di Marivaux, e più che guardare gli altalenanti lavori registici di suo padre Gabriele, se ne discosta, alla ricerca di una sua identità, guardando semmai a quei registi che sono entrati nell'Olimpo del nostro teatro. Un nome su tutti Strelher.
Lavia cerca di non soffermarsi unicamente sulla drammaturgia del testo ma di caricare di un significato drammaturgico molto forte la messa in scena e i costumi, realizzati dall'Accademia di costume e moda del teatro di Roma. Il risultato è che i suoi attori comunicano con tutti i mezzi che hanno disposizione, in modo impeccabile, sviscerando i loro personaggi con cura maniacale e facendone emergere tutto l'aspetto patetico.
Gli abiti indossati dai giovani attori in scena sono realizzati col materiale per fare paracaduti: tutti uguali, pomposi e grigi. Sono costumi ingombranti che amplificano, rendendoli quasi artificiosi, i movimenti degli attori. I personaggi così appaiono dei mascheroni da cui è impossibile liberarsi. Sono burattini privi di fili che non sanno fingere di essere la maschera sociale che gli è stata imposta. In cuor loro si riconoscono tra loro sin dall'inzio, nonostante affermino di essere altro perché parlano un linguaggio codificato e compiono azioni preconfezionate dal contesto sociale a cui appartengono.
Lavia riesce a tradurre benissimo l'ambiguità di questa messa in scena, facendo emergere la natura becera dei personaggi di Marivaux. Tutto ciò si evince anche dalla direzione data agli attori, palesemente rigorosa e precisa. Un lavoro raffinato di un regista talentuoso che ci ha piacevolmente stupito.
Info:
IL GIOCO DELL'AMORE E DEL CASO
di Pierre de Marivaux
regia Lorenzo Lavia
con Antonio Bannò, Federico Benvenuto, Simone Borrelli, Edoardo Coen
Sylvia Milton, Alessandro Minati, Francesca Ziggiotti
costumi Sara Addi, Chiara Cecchini, Flavia degl'Innocenti, Flavia Mandalà
Viola Mastini, Cristiana Mece, Giada Pellegrino, Isabella Raimondi
compositore Giorgio Stefanori
assistente alla regia Silvia Quondam
orari spettacolo
16 e 18 giugno ore 19.00
17 giugno ore 21.00
durata 1 ora e 45 minuti
biglietti 10 euro – 7 euro ridotto
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
in collaborazione con Accademia di Costume e Moda
e Conservatorio di Musica Santa Cecilia