IL GABBIANO DI CHECOV @ Teatro Vascello: la tirannia della passione secondo Manuela Kustermann

Manuela Kustermann riporta in scena al teatro Vascello di Roma, lo spettacolo creato dal regista teatrale Giancarlo Nanni, sua coppia artistica per molti anni, con cui ha fondato la compagnia “La Fabbrica dell’Attore”, che compie 50 anni e celebra ripresentando questa pièce. IL GABBIANO è stato scritto da Cechov nel 1895, ma i temi di questo testo hanno tuttora un cuore pulsante. Lo storico cast di attori è riunito sul palco per regalarci una versione meravigliosa del classico di Cechov, accogliendo nel gruppo, per i ruoli dei giovani, Kostya e Nina due nuovi promettenti interpreti.

La regia di questa versione dell’opera è piena di scelte interessanti e significative, ogni personaggio ha un’indole tanto definita da diventare un destino, anche la passione, come quella per la scrittura di Trigorin, o quella per la recitazione di Nina, possono restringersi tanto da diventare un corridoio che porta senza alternative verso un’unica direzione.

Se nei monologhi e nei dialoghi più intimi i personaggi de IL GABBIANO ci parlano del sogno e della malinconia, della solitudine e del dolore di cui può esser fatta la vita, in altri momenti diventano un coro che genera significati attraverso le forme, le tensioni, le immagini che generano gli attori sulla scena.

Come quel mantello scuro con cui si avvolgono i personaggi a inizio spettacolo, accogliendo unanimemente il lutto, “perché sono infelice. Porto il lutto per la mia povera vita”, passandosi e gettando una rosa candida sui panneggi scuri stesi a terra.

Fari di scena, sedie, maschere da imbianchino e altre scenografie si muovono mutando il loro senso e guidando l’interpretazione, come gli abiti da sera dell’attrice Irina, interpretata magistralmente da Manuela Kustermann, che da repertorio di costumi di scena diventano enormi carte per una lotteria giocata in un salotto borghese.

 

IL GABBIANO a distanza di più di centoventi anni torna a palpitare di vita sul palco del Vascello, parlandoci del mestiere dello scrittore, della tirannia della passione, del timore e del continuo compromesso con la mediocrità, ma è anche un’opera che mette in scena un conflitto generazionale: quello tra la generazione affermata di Trigorin, di Irina, e invece la generazione di Kostya –suo figlio, giovane scrittore- e di Nina, fervida aspirante attrice.

Ci parla di un figlio che cerca l’attenzione e l’appoggio di una madre famosa e distrattamente egoista, ardendo di invidia e odio per il compagno, affermato scrittore. A un certo punto in una curiosa scena meta-teatrale riecheggia un passo dell’Amleto, proprio ricalcando il suo archetipo su quello del giovane Kostya.

In scena si muove e si ripete la vita e la quotidianità dei personaggi, non perché la storia sia ripetitiva ma perché alla fine nessuno cambia mai davvero. Ma i drammi non li vediamo, avvengono fuori scena, come quello sparo che riempie il teatro di una macabra consapevolezza, e del grido di una madre per il figlio.

Info:
La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello

IL GABBIANO
di Anton Cechov
traduzione e adattamento Manuela Kustermann

Personaggi ed interpreti
Irina Arkadina Manuela Kustermann
Kostya Lorenzo Frediani
Sorin – Dorn Massimo Fedele
Nina Eleonora De Luca 
Nina russa Anna Sozzani
Masha Sara Borsarelli
Trigorin Paolo Lorimer
Medvedenko – Dorn Maurizio Palladino

Musiche Lucio Battisti, Philip Glass, Meredith Monk, Michael Walton
Scene  Giancarlo Nanni
costumi Manuela Kustermann
Luci Valerio Geroldi
direttore di scena Danilo Rosati
movimenti di scena Rocco Nasso
assistente regia Gaia Benassi
foto di Tommaso Le Pera
regia Giancarlo Nanni
ripresa da Manuela Kustermann

Centro di Produzione Teatrale La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello (Roma)

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