IL BAMBINO CON LA BICICLETTA ROSSA @ Teatro alla deriva: quando un attore è sufficiente a rendere una scena gremita di emozioni

Il 25 Luglio nell'ambito della rassegna “Teatro alla deriva” presso le Stufe di Nerone è andato in scena il testo originale di GIOVANNI MEOLA sul primo caso di rapimento di un bambino finito tragicamente.

 

L'impressione che si ha raggiungendo le stufe di Nerone è quella di varcare un portale spaziotemporale verso un luogo mitico: qui un tempo sorgevano le terme dedicate a Rea Silvia, madre di Romolo e Remo. La presenza del parco termale è testimoniata dall'aria umida che accoglie gli spettatori mentre soffia tra le palme e gli ulivi un venticello serale vibrante di attesa.

La zattera al centro del laghetto circolare costituisce il punto focale del parco, su di essa è già presente Antimo Casertano: pantaloni scuri e camicia bianca, a piedi scalzi, è seduto su un sellino di bicicletta piantato sulla pedana e corredato di borraccia. Inizia a ruotare le braccia a mo' di elica, un movimento che ricorda quello dei pedali di una bicicletta: la voce, che tradisce l'emozione di un bambino alla sua prima intervista -in realtà mai avvenuta- è quella di Ermanno Lavorini, la bicicletta non è una qualsiasi ma è la Super Aquila rossa. A Viareggio Ermanno, dodici anni, trascorre tutti i pomeriggi inforcando la sua bicicletta ma uno di questi non torna più a casa: è il gennaio del 1969, il suo rapimento diventa il primo evento mediatico che sconvolgerà l'opinione pubblica di un Paese ancora conformista ma che grazie a questo caso si sentirà unito prima della coltre degli anni di piombo che lo ricopreranno con violenze polverose.

Il testo, vincitore Politai Visionari 2020 e semifinalista In-Box, lascia emergere le difficoltà della risoluzione del caso-Lavorini tra politica e devianza, destra eversiva e depistaggi, ipotizzando il coinvolgimento di più personaggi pubblici locali per la reputazione dei quali non ci fu più niente da fare. La forma originale del testo, costituto per il 70% da versi di varia natura, presenta come in un affresco i nove protagonisti della clamorosa vicenda: oltre il bambino, il Pistarolo, il Capo, il Playboy, il Ragazzino, il Sindaco, il Becchino, il Colonnello e il Magistrato.

L'unico corpo per queste nove voci è quello di Antimo Casertano: nessun dubbio sui personaggi che di volta in volta interpreta, una particolare incrinatura della voce, un gesto ripetuto, un tic nervoso, una posizione assunta sulla scena: l'attenzione per i piccoli dettagli svela il continuo lavoro fisico e verbale che ha portato a una performance nitida e incisiva, un monologo sulla carta, una successione di confessioni sulla scena. Un lavoro profondo e accurato svolto in sintonia col direttore artistico, Giovanni Meola, che ha avuto un risultato magnetico per questa messa in scena così intima e coinvolgente: lo spettatore non può fare a meno di sentirsi dirottato nel labirinto di ipotesi e di indizi disorientanti, avvertendo come un rumore sordo ma costante durante tutta la performance l'empatia per la piccola vittima, che si porterà dentro una volta lasciato il parco.

 

Virus Teatrali – Teatro Insania

con | Antimo Casertano

testo-regia | Giovanni Meola

foto di scena | Nina Borrelli

scenografia | Flaviano Barbarisi

costumi | Marina Mango

ass.te alla regia | Anna Bocchino

progetto grafico | Francesco Cotroneo

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