Il Teatro delle Saline di Cagliari, luogo di cultura antico quanto elegante, ospita la rassegna intitolata “ Trilogia d’autore”. La manifestazione, ideata e curata dalla compagnia Akròama – Teatro Stabile d’Innovazione- dedica il secondo appuntamento, in scena dal 24 al 26 Marzo, al Marinaio di Fernando Pessoa.
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IL MARINAIO: di cosa parla l’opera di Pessoa?
Unica opera teatrale del poeta lusitano, scritta in una sola notte, nell’ottobre del 1913. Una veglia funebre, una sola stanza, tre giovani donne, chiamate “vegliatrici”, si riuniscono intorno ad una bara, dimora eterna di una fanciulla. La loro esistenza è destinata a durare una notte soltanto. Per allontanare quanto più possibile la morte, il silenzio e l’assenza, le tre donne si affidano al racconto, al ricordo di un’esistenza che forse è stata solo un sogno, mai esistita realmente, solo immaginata come quella del marinaio, protagonista di una delle storie raccontate.
IL MARINAIO: l’adattamento di Lelio Lecis in scena al Teatro delle Saline
Lelio Lecis, drammaturgo e regista dell’adattamento, ci promette uno spettacolo che partendo dalla singola opera teatrale, rievochi attraverso le immagini, i suoni e la mise en scène, alcuni degli aspetti più importanti della biografia di Fernando Pessoa e alcuni dei suoi temi più ricorrenti.
Per agevolare la catarsi, lo spettacolo si apre con la performance intitolata “ Frammenti”durante la quale Simeone Latini ci presenta i fatti più significativi della vita del poeta per meglio definirne la poetica e per offrire spunti e immagini fondamentali a catturare il vento del viaggio che ci attende.
Fernando Pessoa, considerato l’uomo delle tenebre e dell’inquietudine, trovò nel mare e nel suo eterno movimento una delle metafore dell’esistenza. Ed è con il rumore delle onde che si apre la scena; che ci si presenta buia, accompagnata dallo stormire di uccelli marini. Una piccola finestra spezza l’oscurità, mostrando flutti marini leggermente increspati dalla luce della luna.


IL MARINAIO: la compagnia AKROAMA in scena
Al centro della scena un feretro ancora aperto circondato da tre donne che sembrano ri-nascere, come risvegliate da un lungo sonno. Sono le tre vegliatrici, interpretate dalle straordinarie Tiziana Martucci, Julia Pirchl, Valentina Picciau. Si presentano al pubblico con danze sinuose e un canto leggero che raggiunge la sua acme attraverso l’accensione delle candele che saranno, con la loro luce fioca e delicata, le iniziatrici e le custodi della narrazione.
Non vi è fretta e nessun movimento sembra lasciato al caso. È poesia di gesti della quale si percepisce la funzione, amplificata dalle ampie gonne che si muovono leggere e angeliche e dal ritmo della musica evocativa di Bernardo Sassetti e Armando Amar.
È un invito a seguire il movimento che presto diventa dialogo, scambio, supplica. L’obiettivo è contrastare la morte che giace al loro fianco.
IL MARINAIO: Pessoa tra realtà e sogno
Lo spettatore è indeciso circa il ruolo delle donne che alle luci del mattino e al terzo canto del gallo, scompariranno, ma da dove? Dalla realtà o dal sogno? E chi sono? Vegliatrici oppure emanazioni del corpo che riposa nella bara. Sono una o sono tre? Esse stesse si interrogano con fervore e in alcuni momenti si avvicinano al proscenio come per sentire altre voci che diano conferma alla loro esistenza. Oppure è una domanda rivolta a chi guarda, a chi vive? Ai posteri, le sentenze, agli illusi, la verità assoluta.
IL MARINAIO: al Teatro delle Saline un Pessoa di simboli, luci e interrogativi
Un’opera preziosa trasposta in maniera eccellente che mediante simboli, luci, interrogativi e inesistenze ci parla di una dimensione cara a Fernando Pessoa, che occupò tanta parte della sua ricerca letteraria ed esistenziale. L’unica certezza è che il racconto debba continuare. Una supplica affinché la storia del Marinaio intrappolato nel sogno prosegua, per scongiurare i dubbi delle donne su chi siano state e se siano state veramente.
Interrogatrici universali che ci ricordano la fragilità delle certezze umane attraverso una ruota nel palco che gira inesorabilmente, mentre giunge la nebbia del mattino.
La voce della vegliatrice a cui viene affidato il racconto del marinaio svela una cadenza straniera che oltre a ricordare le origini dello scrittore, che utilizzò la lingua inglese per scrivere le sue prime opere e per i suoi sogni, sembra anticipare l’ultimo atto della rassegna.
IL MARINAIO della Compagnia Akroama ci avvicina a Pessoa
Lelio Lecis e la compagnia Akròama ci regala un momento molto vicino ed intimo con Fernando Pessoa, un ritratto complesso e ricco di simboli da svelare, un viaggio onirico che omaggia il mondo dell’autore e la sua più intima poetica e che ci stimola con spunti e interrogativi a rendere la nostra vita un sogno, una speranza, una visione, afflati che l’autore stesso ha vissuto, spesso con sgomento e che non sembrano trovare risposta o teoria definitiva neanche quando arriverà il mattino e il racconto immaginifico finirà.
“ […] In questa vita/ in cui sono il mio sonno/ non sono io il mio padrone/ chi sono è chi ignoro di essere/ vivo immerso in questa nebbia/ che io sono tutte le vite/che ebbi in altri tempi/ in una sola vita […]
( Fernando Pessoa )
Visto il 24 marzo
24-25-26 Marzo
Frammenti
PESSOA con Simeone Latini
Akròama
Il marinaio
da “O Marinheiro” di Fernando Pessoa
drammaturgia e regia Lelio Lecis
con:
Tiziana Martucci: Vegliatrice 1
Julia Pirchl: Vegliatrice 2
Valentina Picciau: Vegliatrice 3
Costumi Marco Nateri
Assistenti alla regia Erika Carta e Stefano Cancellu
Musiche Bernardo Sassetti, Armand Amar
Scenografia Valentina Enna
Assistente costumi e spazio scenico Noemi Tronza
Sartoria Chiara Carta
Direzione tecnica Lele Dentoni
Assistente tecnico Nicola Pisano Costruzione scenografie Graziano Salis
Fotografia Alessandra Tocco e Fabrizio Massidda
Direzione Artistica Lelio Lecis
Comunicazione Web Nicola Asunis
Assistenti organizzazione generale Francesco Murgia e Rosella Locci
Assistente amministrazione Virna Tola
Direttore generale Marina Mur