I VERYFERICI @ Teatro delle Spiagge. La perifieria si fa ritmo meticcio

Approdano al Teatro delle Spiagge I VERYFERICI progetto collettivo del giovane gruppo multiculturale Shebbab Met Project, vincitori del Premio Scenario per Ustica 2017.

I veryferici vengono da fuori. Se non arrivassero da fuori non sarebbero veryferici.”

Non c’è luogo più appropriato del piccolo Teatro delle Spiagge, al centro della periferia fiorentina, sul tetto del centro commerciale Le Piagge, tra lo svincolo dell’autostrada e il cavalcavia del Ponte all’Indiano, per ospitare Shebbab Met Project, compagnia formatasi all’interno dei Cantieri Meticci di Bologna, che fa della integrazione delle arti e delle persone il proprio manifesto culturale, incontro tra centro e periferia, tra arte e popolo.

Una scenografia povera, con sullo sfondo un alto muro fatto di stracci di sacchetti della spazzatura, così come parte dei costumi, nove sedie tutte diverse, nove attori, colorati, vitali, ma perifierici, rifiuti del centro, spazzatura loro stessi, scarti. Lamin Kijera, Moussa Molla Salih, Alexandra Florentina Florea, Natalia De Martin Deppo, Youssef El Ghada, Matteo Miucci, Younes El Bouzari, Gianfilippo Di Bari, Camillo Acanfora, ci fanno viaggiare oltre il rombo degli aereoplani che atterrano a Peretola, a pochi passi dal teatro, tra canzoni, monologhi, ensamble coreografici, divertenti spunti ironici ed energia, attraverso le loro biografie. Lo spettacolo si è aggiudicato il Premio Scenario proprio per la contagiosa vitalità di un gruppo che fa della propria presenza in situazioni di periferia urbana il cuore stesso dell’esposizione teatrale.

La drammaturgia collettiva nasce dalle vite dei componenti della compagnia e arriva alla scena come un amalgama, non sempre armonico, della rabbia carica del bisogno di arrivare al centro del mondo, che li ha sempre respinti. Le autobiografie degli attori e delle attrici, i luoghi, i paesaggi, le espressioni artistiche e popolari si intrecciano con l’invenzione scenica.

Mixano linguaggi diversi che hanno come nucleo il cammino fatto di ostacoli e schiaffi, anche dolorosi, che insieme o singolarmente hanno ricevuto. Suonano con i propri corpi, battono il ritmo della perifieria del mondo come in un rito collettivo, passando dal rap, al classic pop, allo story tellling in italiano, arabo, africano, fino al folk del menestrello. La periferia del mondo è il Marocco, la Romania, il Benin, ma anche Napoli, Manfredonia, l’solamento retrogrado di un paesino di montagna. Un hinterland universale senza identificazione geografica, ma che accomuna i veryferici come stato dell’anima, un altrove delle persone sbagliate, alla ricerca di un riscatto, all’inseguimento di un sogno che le collochi finalmente al centro dove stanno le persone giuste. Periferia è anche Gorino, la provincia ferrarese spaventata dall’invasione dell’orda straniera, con cui irrompe l’attualità, trattata con pungente ironia in una divertente versione folk assistenziale de Il gorilla di De Andrè cantata da Matteo Miucci, che mette in guardia dalla gorinitudine.

Sono i racconti della provincia che si alternano e passano dalla campagna rumena di pannocchie, che fa sognare una bambina di diventare una cantante ed essere portata via dalla sua pannocchia-bambola, all’ingombrante madre pugliese che chiama dal balcone il figlio ribelle, che scappa a giocare tra i resti tossici di una ex petrolchimica dismessa, tra gli ecomostri abbandonati del far west nostrano, fino ad approdare col Beverly tra i vicoli napoletani, dove c’è più neve che in Svezia a 50 euro al fiocco tra sparatorie e vendette di clan. Ironico e divertente è il racconto in rima Angela e mio cugino, don’t cry for me Angelina in onore della zietta Merkel dei due cugini magrebini partiti alla conquista del cuore germanico dell’Europa, perchè in fondo la biondezza è una condizione dell’anima.

Cambiano continuamente registro nella narrazione, passano dalle canzoni ai racconti personali, dalla performance fisica come la trasformazione in supereroi scavalcando le sedie, ai chicchi di pannocchia mangiati e sputati (quasi addosso allo spettatore), da momenti di crudeltà e sfida alla comicità, dalla narrazione autobiografica al rap, alla musica stomp.

Uno spettacolo che in questa variazione risulta frammentato e discontinuo: Shabbat Met Poject pecca di troppe idee, anche se buone, nessuna veramente sviluppata coerentemente, sono molti gli spunti che si perdono: i veryferici sono prima un gruppo musicale che deve ritirare un premio, poi supereoi che conquistano il mondo, ma dopo perdono questa interessante trasformazione da Jeeg Robot; passano attraverso i racconti degli attori, di cui molti ben riusciti, ma senza una struttura che li tenga insieme; ci offrono momenti di vera comicità, un azzardo interssante su un argomento politicalmente e socialmente molto caldo, ma nel finale cadono nel tranello della retorica pietistica sull’argomento. Questo sbriciolamento narrativo è la potenzialità e il limite de I Veryferici, un teatro ancora giovane che potrà trovare una propria cifra narrativa continuando a sperimentarsi su questa strada.

I Veryferici ridono. Scappano. Bruciano. Scopano. Mangiano con le mani. Si drogano. Salvano il mondo. Muoiono giovani.”

Info:

I VERYFERICI
Spettacolo vincitore del Premio Scenario Ustica 2017
Compagnia Shebbab Met Project
Con Lamin Kijera, Moussa Molla Salih, Alexandra Florentina Florea, Natalia De Martin Deppo, Youssef El Ghada, Matteo Miucci, Younes El Bouzari, Gianfilippo Di Bari, Camillo Acanfora
Regia coordinata da Camillo Acanfora
Drammaturgia Natalia De Martin Deppo
Visual artist Aurélia Higuet

Teatro delle Spiagge, Firenze
7 aprile 2018

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