Walter Malosti ci porta uno spettacolo goldoniano all’Arena del Sole: I DUE GEMELLI VENEZIANI. Uno spettacolo difficile, che non solo riporta alla luce il periodo migliore della produzione goldoniana ma è anche un percorso fatto dal regista per indagare meglio la nostra lingua, anzi le nostre lingue.
I due gemelli veneziani all’arena del sole
I protagonisti, interpretati dallo stesso attore Marco Foschi, danno la sfumatura ironica a tutta l’opera, è spesso il loro cambio, il trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, che strappa al pubblico una risata. Nessuno sa niente dell’altro, perché dopotutto, come dice Tonino in una scena: ‘semo più parenti che amici’, questo porterà alla disfatta di uno dei due.
Nell’interpretazione troviamo uno Zanetto sciocco e credulone con movimenti in chiusura e scattosi, al contrario abbiamo un Tonino furbo e deciso tutto in apertura che affronta la scena senza alcun timore.
Carlo Goldoni: un pezzo di una lunga catena sulla lingua italiana
Walter Malosti è impegnato in questo progetto sulla ricerca della lingua italiana già da un po’ (c’è stata la ricostruzione di testi di Pasolini, Testori, ma anche Fellini) e Goldoni è un pezzo di questa lunga catena, una bella sfida per conoscere in profondità l’autore. La lingua infatti è molto particolare: il veneto è più sporco, meno edulcorato rispetto all’opera originale e arricchito anche dal napoletano di Pulcinella.
Di difficile comprensione restano gli interventi di Arlecchino, che tenta di scimmiottare un veneto travolgente però non mascherando un radicato napoletano.
La tana della maschera napoletana: Marco Manchisi ne I DUE GEMELLI VENZIANI
Marco Manchisi indossa la maschera di pulcinella con grande maestria, dimostrando una fluidità nel corpo ammirevole nonostante i suoi sessant’anni. Ogni volta che appare quel bianco vestito sul palco, l’atmosfera tramuta e diventa stordita, onirica: il mondo di Pulcinella si sovrappone con quello dei personaggi creando un evento unico, come un’eclissi.
Il mondo in cui Pulcinella vive è tutt’altro che reale: i riverberi, le luci plumbee e i suoni psichedelici ci fanno immaginare la maschera napoletana come fosse una visione.
Un inganno onesto: I DUE GEMELLI VENEZIANI e la commedia dell'arte e degli equivoci
Tutta l’opera gira attorno al gioco degli equivoci, usato parecchio nella commedia dell’arte. Appena inizia ad avvenire lo scambio tra di loro, all’interno delle scene, tutti i personaggi cominceranno ad accusare sia Zanetto che Tonino di essere confusi e menzogneri, quando invece sono gli unici personaggi dell’opera che non hanno ragione di mentire, ma si trovano sempre in situazioni ambigue, in fin dei conti la loro sfortuna è il nostro giubilo. Vediamo uno Zanetto intimorito in una scena e nell’altra Tonino che per la rabbia diventa rosso, come il suo frack, e minaccia chi gli cerca di sottrarre Beatrice.
I DUE GEMELLI VENEZIANI: Nigrelli è Pancrazio: ‘Le donne sono sirene che ti imprigionano e ti rubano l’anima’
Danilo Nigrelli ci regala un Pancrazio bivalente: smargiasso e arcigno quand’è solo in scena, ma in presenza d’altri diventa un buontempone e uomo fidato. Il suo piano appare diabolico visto dalla luce dei suoi finti voti ecclesiastici, ma si tratta pure di istinti umani. ‘Prima d’essere anime, siamo corpi’. È curioso vedere come lui, pilotato dagli istinti, professi tutt’altro al povero Zanetto che rimane incagliato nel discorso fino alla fine dell’opera. Pancrazio vuole essere un Tartufo goldoniano, che paragonando le donne a dei demoni tenta di convincere il povero Zanetto a rinunciare alla sua promessa sposa, donna per cui Pancrazio prova grandi sentimenti.
Ma solo con le parole non si convince un uomo dotato di istinti: ‘Anca se ela fusse demonio, xè bel demonio che la xè!’. Dovrà tendergli una trappola finale che porterà anche a Pancrazio ad avvelenarsi proprio davanti alla donna amata.
I DUE GEMELLI VENEZIANI: Arena del Sole, questione di ritmi
Tutto tace inizialmente, in un’atmosfera sognante, Pulcinella inizia l’opera che diventa subito dopo le prime scene, un’orchestra senza fine, piena di ritmi e strumenti diversi. Le grandi variazioni sono merito di un corpo attoriale veramente eterogeneo e ben scelto, ma a volte non tutto era ‘equalizzato’ alla perfezione; tuttavia grazie all’alta energia che si sentiva lo spettacolo ha viaggiato sempre ad un ottimo livello, nonostante alcune trascuratezze sceniche, come ad esempio l’incontro tra Arlecchino e Colombina, che si è ridotto a moine e corpi frenetici da bambino.
Visto all'Arena del Sole
I DUE GEMELLI VENEZIANI di Carlo Goldoni
adattamento Angela Demattè, Valter Malosti
con Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi, Irene Petris, Alessandro Bressanello, Anna Gamba, Valerio Mazzucato, Katia Mirabella, Vittorio Camarota, Andrea Bellacicco
regia Valter Malosti
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Gianluca Sbicca
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
cura del movimento Marco Angelilli
assistente alla regia Jacopo Squizzato
assistente costumista Rossana Gea Cavallo
produzione Teatro Stabile del Veneto, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Metastasio di Prato, ERT / Teatro Nazionale
Si ringrazia il maestro mascheraio Stefano Perrocco di Meduna per la maschera di Pulcinella indossata da Marco Manchisi.
foto di scena Serena Pea