I COLOMBO VIAGGIATORI@Teatro Nazionale Che Banca! Milano

Nessuna paura: la famiglia Colombo, perno dei celebri Legnanesi – frutto della brillante inventiva di Felice Musazzi che, su suggerimento dell’estroso Parroco di Legnarello (contrada di Legnano), aggira il divieto ecclesiale di fare recitare le donne sulle scene degli oratori con un gruppo ‘en travesti’ – pur sposando le abitudini al viaggio del noto pennuto che dà loro il nome, torna al ‘cortile’, centro focale della ‘pièce’ che li vede in scena fino al 19 febbraio 2017.

II segreto di un successo che si tramanda da decenni e di una longevità portata con freschezza starebbe – secondo quanto affermato dall’autoritaria e dispotica Teresa, matriarca della famiglia Colombo e del cortile, impersonata dal vivace e vulcanico Antonio Provasio che è succeduto a Felice Musazzi (la figlia Sandra è direttore artistico) – nel fatto che sono tutti uomini.
Non si controbatte né si indaga su tale asserzione anche perché negli anni sono stati inutili tutti i tentativi di replica da parte del fedele sposo Giovanni (il Giùan impersonato dal simpatico Luigi Campisi che per ironia della sorte è un astemio convinto) aduso a qualche scappatella in osteria per consolarsi con on biccer de vin delle vessazioni subite oltreché dalla sposina anche dalla matura figliola Mabilia – un effervescente e divertito Enrico Dalceri (che ha preso il posto di Tony Barlocco il cui nipote Enrico è produttore della Compagnia), anima della parte coreografica: corpo di ballo formato da non professionisti, costumi, balli… – votata a un tenace zitellaggio. Lo stesso esito hanno avuto le argomentazioni delle ‘donnine’ vicine di cortile che hanno trovato nello sguardo ustionante e nelle parole taglienti di Teresa un muro insormontabile.

Il vero segreto sta in quel cortile della ca' de ringhera, abitazione caratteristica dell’antica urbanistica lombarda, dove al di là di liti, contrasti e gelosie prevalgono uno spirito di aggregazione che oggi manca nei condomini, assembramenti di monadi chiuse con echi di vita che paiono provenire da mondi ultraterreni, e un calore scomparso anche nel rapporto lavorativo in cui ogni socievolezza viene meno complice l’asettica comunicazione attraverso internet, dando così l’illusione di una privacy che altro non è che l’anticamera di una desolata solitudine.

Non è sempre facile fornire un intelligente, vivace e semplice testo che tratti di una quotidianità non banale: quest’anno si è notata una ripresa di vivacità molto utile per la fidelizzazione e la moltiplicazione di un ampio spettro di spettatori.

Come può riuscire la famiglia Colombo sempre in lotta per il cibo quotidiano a permettersi un viaggio Oltreoceano e per di più in prima classe?
È proprio vero che i signori sono veramente tali se si danno un sacco di arie? È il denaro che connota la persona e la sua posizione sociale? Niente di meglio di una crociera, una sorta di cortile in scatola, per mettere in luce debolezze e meschinità.
Risponde al vero l’affermazione della Teresa che “Fare del bene fa bene a chi lo fa”?

Le risposte vanno cercate in una rivista che con i suoi strabilianti balletti risulta molto godibile e rilassante.

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